Negli ultimi decenni la demolizione delle navi non è mai stata considerata un business redditizio dai cantieri navali europei, che si sono dedicati alle costruzioni e riparazioni navali lasciando l'attività di smantellamento degli scafi e delle strutture delle navi prevalentemente agli stabilimenti asiatici. Le aziende navalmeccaniche europee potrebbero riappropriarsi di parte di questo poco lucroso business per rispondere alle future esigenze degli armatori dettate dalle recenti norme in materia introdotte dall'Unione Europea con l'obiettivo di evitare che il vecchio naviglio comunitario venga demolito sulle spiagge o in improvvisati cantieri asiatici ( del 22 ottobre 2013).-
- Quello che per i cantieri europei in generale sembra essere in prospettiva un nuovo ramo d'attività, in Italia sembra essere diventato “l'affare del secolo”. Così viene dipinto in alcune circostanze l'appalto per lo smantellamento del relitto della nave da crociera Costa Concordia. Certo, per l'Italia è anche una questione d'immagine: il disastro lo abbiamo fatto noi e noi rimettiamo a posto le cose. Ma la tenacia con cui ci si contende “l'osso Concordia” sembra far trasparire qualcosa di più, tanto che alcuni rappresentanti di istituzioni locali in tutta la penisola hanno prospettato un rilancio dell'economia locale basato anche sul business delle demolizioni navali. Lungimiranti, o piuttosto demagoghi?
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- A pochi giorni dalla scelta definitiva sulla destinazione della nave che dovrebbe essere ufficializzata mercoledì in sede di conferenza decisoria, la sfida per avere il relitto sembra ora ristretta a Genova e Piombino. Il capoluogo ligure è più distante dall'Isola del Giglio, dove è naufragata la nave, ma le autorità locali sottolineano come il porto e le aziende genovesi abbiano le competenze e attrezzature necessarie per provvedere alla demolizione e al riciclaggio del relitto, con una società – la San Giorgio del Porto – che ha ottenuto una certificazione specifica per questo tipo d'attività (
del 9 maggio 2014). Piombino è più vicina al Giglio, evidenziano invece le istituzioni toscane, che assicurano che la città e il suo porto sono o saranno in grado di far fronte anche a tutte le attività necessarie per smantellare la nave. Lo hanno confermato anche le sei imprese del Consorzio Piombino per Concordia (EcoAcciai, Asiu, Ecofor Service, Gruppo Forti, Despe e Remazel Engineering), che oggi hanno presentato le proprie credenziali (450 milioni di euro di fatturato e 450 dipendenti) e le proprie competenze e che hanno assicurato di avere un progetto per la demolizione e lo smantellamento della Costa Concordia che presenta tutte le garanzie sotto l'aspetto sia industriale che ambientale.-
- Anche oggi la città ligure e quella toscana hanno rinnovato la loro sfida. La giunta comunale di Genova si è riunita in seduta straordinaria per rilasciare il proprio parere positivo in relazione al progetto di trasferimento e smaltimento del relitto della Costa Concordia, valutazione positiva – ha specificato il Comune - «anche in ragione del fatto che il sistema portuale della città di Genova possiede il know-how necessario alla realizzazione dell'operazione di smantellamento del relitto e che tale operazione, vista la sua entità, costituisce una risorsa per la città nel suo complesso».
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- Il Comune di Piombino non è rimasto con le mani in mano. Il sindaco della città toscana ha annunciato che si imbarcherà sul rimorchiatore che si dirigerà verso Genova partecipando ad una parte del viaggio che inizierà domenica e che è stato organizzato dal Partito Democratico della Toscana per documentare la rotta che il relitto dovrebbe percorrere se fosse confermata la volontà di smaltirlo nel capoluogo ligure. «Lo smaltimento della Concordia a Piombino – ha spiegato il sindaco Massimo Giuliani - rappresenta un'opportunità per tutto il territorio dal punto di vista economico e offre sicuramente maggiori garanzie dal punto di vista della sostenibilità ambientale rispetto alla decisione dello smaltimento a Genova. Credo pertanto che sia importante sensibilizzare il più possibile su questo argomento, prima della decisione definitiva che avverrà nella conferenza dei servizi. La mia adesione – ha precisato - ha quindi questo significato. Aderisco per sostenere una causa in cui credo, anche se, per impegni amministrativi, la mia presenza sul rimorchiatore sarà limitata necessariamente a un giorno o due. Credo comunque che sia importante dimostrare il valore simbolico di un gesto che ha l'obiettivo di sollevare dubbi su un'operazione antieconomica e rischiosa dal punto di vista ambientale».
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- Sarà interessante constatare in che misura, una volta conclusa la querelle Concordia, i cantieri italiani si contenderanno altri appalti per la demolizione di navi.
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- B.B.
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