- Oggi il Parlamento europeo, con 591 voti a favore, 47 contrari e 32 astensioni, ha adottato in sessione plenaria a Strasburgo la proposta di nuovo regolamento sulla demolizione e riciclaggio delle navi che è stata presentata lo scorso anno dalla Commissione Europea per evitare che le imbarcazioni vengano smantellate sulle spiagge di nazioni in via di sviluppo in condizioni di carenza di sicurezza e di salvaguardia della salute umana e dell'ambiente ( del 23 marzo 2012). «Vorrei sottolineare - ha dichiarato il relatore Carl Schlyter (Verdi) - che questo non è un attacco contro l'India, il Bangladesh o il Pakistan, nazioni che attualmente praticano l'arenamento delle navi, ma contro la stessa pratica di arenamento pericolosa e altamente inquinante». Questo regolamento - ha aggiunto - «incoraggia questi Paesi a compiere i necessari investimenti per impianti di riciclaggio adeguati, soprattutto a vantaggio di posti di lavoro sicuri ed ecocompatibili nelle loro nazioni».
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- Il regolamento prevede che le navi registrate nell'UE debbano essere smantellate in impianti di riciclaggio approvati dall'UE, che dovranno soddisfare requisiti specifici, essere certificati e sottoposti a regolari ispezioni. Nel passaggio della proposta di regolamento in Parlamento sono stati rafforzati i requisiti per le società che si occupano dello smantellamento delle navi, obbligandole tra l'altro ad operare con strutture permanenti (bacini di carenaggio, banchine o scali di alaggio in calcestruzzo), che devono essere progettate, costruite e gestite in sicurezza e rispettando l'ambiente. Inoltre tali aziende devono assicurare il contenimento di tutti i materiali pericolosi presenti a bordo delle navi durante tutto il processo di smantellamento e manipolare i materiali e i rifiuti pericolosi unicamente su suoli impermeabili con un efficace sistema di drenaggio. Le aziende dovranno anche disporre di un sistema che documenti i quantitativi effettivi di materiali pericolosi rimossi da ogni nave e il loro trattamento autorizzato solo presso impianti di trattamento dei rifiuti o di riciclaggio.
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- Il regolamento prevede che la nuova normativa riguardi sia le navi comunitarie che quelle non comunitarie, in quanto dovranno produrre un inventario dei materiali pericolosi al momento del loro ingresso nei porti dell'UE. Saranno gli Stati membri a stabilire le misure di esecuzione delle disposizioni, comprese le sanzioni in caso di violazione delle norme.
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- La Commissione Europea dovrà inoltre presentare uno studio sulla fattibilità di uno strumento finanziario che agevoli un corretto riciclaggio delle navi all'insegna della sicurezza e, nel caso, presentare una proposta legislativa entro tre anni dall'entrata in vigore del nuovo regolamento.
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- Il regolamento, che prossimamente sarà formalmente adottato dal Consiglio dell'UE, si applicherà alle navi non prima di due anni, e al più tardi, di cinque anni dopo la sua entrata in vigore. L'eventuale data dipenderà da quando la capacità di riciclaggio degli impianti inclusi nell'elenco UE supererà la soglia di 2,5 milioni di tonnellate. Le disposizioni in materia d'impianti di riciclaggio delle navi saranno applicate un anno dopo l'entrata in vigore del regolamento (20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale UE).
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- L'associazione degli armatori europei ha accolto con favore l'esito del voto del Parlamento UE: «l'ECSA - ha dichiarato il segretario generale dell'European Community Shipowners' Associations (ECSA), Patrick Verhoeven - confida che questo accordo tra le istituzioni dell'Unione Europea non stia minando l'Hong Kong International Convention for the Safe and Environmentally Sound Recycling of Ships del 2009, meglio conosciuta come Hong Kong Convention o HKC, e sollecita gli Stati membri a ratificare la HKC più presto consentendone una rapida applicazione a livello globale».
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