Tra i diversi commenti odierni al passaggio ieri in Consiglio dei ministri del decreto legislativo sulla riorganizzazione dell'amministrazione portuale italiana ( del 21 gennaio 2016), Nereo Marcucci, presidente di Confetra - Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, ha sottolineato che con tale atto il governo «aggiunge un altro tassello a quelli che abbiamo apprezzato in quest'ultimo anno: interventi puntuali - ha spiegato - in situazioni di crisi come a Taranto e Gioia Tauro ed interventi per il riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto con appropriati investimenti in infrastrutture ferroviarie e norme di sostegno come il Marebonus ed il Ferrobonus. Con i contenuti del decreto legislativo - ha rilevato Marcucci - fanno un passo avanti la riorganizzazione (obbligatoria) delle amministrazioni coinvolte nell'importazione e nell'esportazione delle merci con l'unificazione funzionale delle 17 amministrazioni principali coinvolte e la creazione in ogni Autorità di Sistema dello sportello unico amministrativo per tutte le attività diverse da quelle commerciali ed industriali del porto. Il tavolo di partenariato per ogni AdS - ha proseguito il presidente di Confetra - garantisce agli operatori la possibilità di dare il proprio contributo alla gestione portuale, così come il Tavolo di Coordinamento nazionale delle Autorità di Sistema presso il MIT permetterà di finanziare gli investimenti infrastrutturali secondo logiche di mercato, ma evitando - vista la collegialità dell'organismo - la tanto temuta “centralizzazione” in danno dei porti accorpati. Ritengo - ha concluso Marcucci - si possa dare atto che il ministro Del Rio si muove coerentemente all'obiettivo di dare ad un Paese come il nostro, che vorremmo restasse manifatturiero ma che non ha materie prime, un asset indispensabile rappresentato dai porti e da sistemi logistici adeguati».-
- Per Silvia Velo, sottosegretario di Stato all'Ambiente, «il decreto di riforma della portualità italiana è una grande occasione per lo sviluppo e la crescita della blue economy, un asset fondamentale per l'economia del nostro Paese. Un pacchetto, quello presentato dal ministro Delrio - ha osservato - di razionalizzazioni, semplificazioni, misure per il rilancio del comparto logistico-portuale che pongono al centro dell'azione di governo la risorsa mare. Anche il Ministero dell'Ambiente - ha ricordato Velo - ha fatto la sua parte con una serie di modifiche normative che aiuteranno a superare le difficoltà tecniche e operative che sono state riscontrate in questi anni nella realizzazione delle opere di dragaggio nei porti, definendo una volta per tutte un quadro regolamentare chiaro in materia. Un lavoro in sintonia con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, che ha come obiettivo la crescita del sistema portuale italiano senza intaccare minimamente la tutela e la salvaguardia del mare e dell'ambiente».
-
- Anche secondo il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, «la riforma dei porti del Ministro Delrio è un buon inizio. Ha, infatti - ha specificato - il grande merito di mettere la questione portuale al centro del dibattito sullo sviluppo del paese e di aprire, mi auguro, una stagione di riforme sempre più incisive nel settore. L'obiettivo finale - ha puntualizzato Costa - deve essere quello di ridurre le differenze tra i prezzi alla produzione o all'importazione e i prezzi di mercato dei beni (prodotti o consumati) in Italia, differenze nelle quali si annidano anche gran parte delle inefficienze stimate in quasi 42 miliardi di euro anno. Per proseguire - ritiene Costa - occorrerà agire perché le Autorità di Sistema si coordinino per rendere più competitiva ogni radice marittima dei corridoi europei; per favorire l'integrazione di archi e nodi lungo le diverse catene logistiche e per favorire l'ingresso di nuovi operatori innovatori e di dimensione adeguata alla competizione internazionale. Serviranno scelte infrastrutturali importanti che dovranno essere improntate a un adeguamento della capacità dei porti e della geometria della rete stradale, ferroviaria e di navigazione interna che li serve, in modo tale da far uscire tutto il sistema infrastrutturale dalla sua arretratezza e della sua attuale incapacità di servire i traffici lungo le linee di percorso minimo. Questo - ha precisato il presidente dell'ente portuale di Venezia - vale anche nel caso dell'Autorità di sistema dell'Adriatico settentrionale (Venezia e Chioggia) che consente di immaginare di realizzare fin da subito a Chioggia il secondo onshore della piattaforma d'altura per poi allargarsi fino a sfruttare le potenzialità di Porto Levante e del polo energetico di Porto Viro, ma anche dei terminali di navigazione interna verso Padova e verso Mantova. Un insieme di capacità non solo portuali che possono fare di questo sistema uno degli strumenti maggiormente idonei a servire le esigenze del Paese. Il tutto poi, va considerato dentro un sistema Alto Adriatico che, con Ravenna e Trieste, dovrà trovare il modo di cooperare anche con Capodistria e Fiume per rendere sempre più questo mare lo sbocco europeo privilegiato dei traffici da e per l'oltre Suez oltre che dal Mediterraneo orientale».
-
- Di segno positivo pure il commento del segretario generale della Uiltrasporti: «in attesa di visionare il testo del decreto approvato dal Consiglio dei ministri sulla riorganizzazione e semplificazione delle Autorità Portuali - ha dichiarato Claudio Tarlazzi - come Uiltrasporti esprimiamo un apprezzamento di massima sugli obiettivi cardine, ribadendo, però, che i contenuti di questo provvedimento dovranno entrare a far parte di un più articolato piano generale dei trasporti e della logistica, così come dovrà essere previsto un ulteriore provvedimento che disciplini l'organizzazione del lavoro portuale in coerenza con tali obiettivi, salvaguardando la tutela dei lavoratori e la centralità dell'impresa portuale strutturata per volumi di traffico». «Chi pensa che basti passare da 24 a 15 Autorità Portuali per rendere i nostri porti maggiormente competitivi e attrattivi, dei volumi di merce che transitano nel Mediterraneo e che oggi bypassano l'Italia - ha ammonito Tarlazzi - si sbaglia. Il decreto approvato non dev'essere considerato un progetto di aggregazioni a freddo, bensì un programma per la realizzazione di sistemi portuali al cui interno si sviluppino politiche ed azioni sinergiche tra i porti e l'intera catena logistica. Finalmente - ha aggiunto il segretario generale UILT - porti e logistica vengono considerati strategici e driver per lo sviluppo del Paese. Fondamentale sarà la semplificazione e sburocratizzazione dei processi amministrativi e di controllo alle merci, come fondamentale sarà sviluppare pianificazione e realizzazione delle opere per vocazione specialistica dei porti all'interno di questi sistemi abbandonando interessi localistici».

|