- CLECAT, l'associazione europea che rappresenta le imprese di spedizione, ha inviato una lettera a Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Europea e responsabile per il settore della concorrenza, per sollecitarla ad agire urgentemente attivando un'indagine che appuri il grado di concentrazione, consolidamento, coordinamento e di costituzione di cartelli nel comparto, a monte, del trasporto marittimo containerizzato che serve l'Unione Europea e in quello, a valle, dei servizi di spedizione delle merci.
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- Nella lettera la CLECAT evidenzia che le aziende europee continuano a doversi confrontare con l'aumento dei costi di spedizione dei container, con un livello eccezionalmente basso di affidabilità di questi servizi nonché con la possibilità di una limitata scelta di questi servizi. L'associazione sottolinea inoltre che lo straordinario rialzo dei noli marittimi avvenuto negli ultimi 18 mesi ha come effetto un'inflazione dannosa e un aumento del costo della vita nell'UE, come recentemente segnalato dall'OCSE. La CLECAT denuncia che «i profitti dei vettori marittimi oceanici derivanti dalle loro strategie di gestione della capacità hanno consentito loro di acquisire un potere di mercato e dotazioni finanziarie che ora stanno utilizzando per un'integrazione verticale, aumentando le tariffe e, nel mercato a valle, estromettendo gli spedizionieri indipendenti. La nuova condotta discriminatoria nei confronti degli spedizionieri, che sono gli organizzatori chiave della fornitura di servizi in tutte le modalità di trasporto nelle operazioni door-to-door - ha rilevato la CLECAT - in ultima analisi svantaggerà i caricatori e i consumatori finali a causa della limitata scelta di servizi e di tariffe più elevate».
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- Con la lettera l'associazione esorta la Commissione Europea ad indagare con urgenza, ai sensi delle norme dell'UE sulla concorrenza e nel contesto della revisione del Regolamento di esenzione per categoria per i consorzi di trasporto marittimo di linea (CBER), gli effetti sul mercato determinati - ha spiegato la CLECAT - «dalla combinazione dell'esenzione per categoria, che porta ad alleanze e consorzi che spostano capacità da una rotta ad un'altra, dell'integrazione verticale, del consolidamento, del controllo dei dati e della conseguente posizione dominante sul mercato».
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- «In particolare - ha precisato la CLECAT - la Commissione deve indagare sull'esponenziale aumento dei noli che ha consentito alle alleanze di prevedere profitti pari ad oltre 200 miliardi di dollari nel corso della crisi del Covid a fronte dell'assenza di un qualsiasi aumento dei loro costi o di qualsiasi motivazione attribuibile alla pandemia».
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- La CLECAT ha specificato, inoltre, che «la combinazione di questi fattori ha consentito alle compagnie di navigazione, per i loro contratti a lungo termine, di selezionare selettivamente gli spedizionieri che movimentano i volumi più elevati e di relegare gli altri al mercato spot dove dovranno pagare noli assai superiori a quelli offerti ai pochi favoriti. Oltre a questa strategia discriminatoria - ha denunciato ancora l'associazione - nell'ambito di questo processo gli spedizionieri vengono “disintermediati”. Nel contempo l'accesso alla capacità containerizzata, alle performance delle schedule dei vettori e all'affidabilità del servizio sono ulteriormente diminuiti».
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- Illustrando la richiesta d'intervento urgente rivolta alla Commissione Europea, la direttrice generale della CLECAT, Nicolette van der Jagt, ha evidenziato alcuni specifici elementi di criticità che, ad avviso dell'associazione, distorcono il mercato delle spedizioni a partire dall'integrazione verticale in atto da parte dei vettori marittimi che - ha spiegato - «è particolarmente ingiusta e discriminatoria in quanto le compagnie di navigazione, che godono di un'esenzione dalle normali regole sulla concorrenza, utilizzano i profitti imprevisti per competere con altri settori che non hanno tale immunità». «Anche il consolidamento - ha aggiunto - è problematico, in quanto un minor numero di compagnie conduce a minori opzioni di servizio, limita l'offerta di spazi di carico e determina una posizione dominante sul mercato che, a loro volta, consentono a poche compagnie di discriminare tra Beneficial Cargo Owners, PMI e spedizionieri, il che pertanto porta a tariffe più elevate per tutti. Oltre il 90% degli scambi commerciali internazionali - ha ricordato van der Jagt - sono effettuati via mare. Attualmente tre alleanze composte da otto compagnie di navigazione controllano l'80% di questi scambi commerciali. Questo - ha sottolineato - è un oligopolio che applica tariffe oligopolistiche».
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- La direttrice generale della CLECAT ha precisato che anche i dati condivisi dai vettori marittimi tramite gli accordi che intercorrono tra loro conferiscono a queste compagnie un controllo ancora maggiore sul mercato, rafforzando il loro potere di limitare la concorrenza e migliorando la loro capacità nel controllo delle tariffe non solo dei servizi di spedizione marittima, ma anche di quelle dei servizi end-to-end a monte e a valle della supply chain.
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