«Attualmente nelle cause marittime le perizie sono realizzate da ex comandanti e da ingegneri navali. Tuttavia, in futuro, se e quando le MASS subiranno una perdita, i principali esperti potrebbero essere gli ingegneri del software». Lo ha rilevato il presidente 2022-2023 dell'Association of Average Adjusters, Sir Nigel Teare, nel suo discorso annuale all'assemblea dei soci, tenutasi nei giorni scorsi a Londra, che ha preso in esame gli effetti dell'introduzione della navigazione autonoma e, quindi, l'immissione nelle flotte di Maritime Autonomous Surface Ships (MASS). Teare, che ha passato il testimone della presidenza 2023-2024 al tedesco Burkhard Fischer, ha precisato che quella del ruolo preminente degli ingegneri del software nei casi di sinistri marittimi la troverebbe «una prospettiva deprimente; ma - ha puntualizzato - le menti più giovani potrebbero non essere d'accordo».
Nel suo discorso all'associazione dei liquidatori di avarie marittime, Teare si è soffermato sulla pianificazione del viaggio e sulla sua potenziale applicazione a navi controllate da operatori a terra o da computer a bordo. Ricordando che l'International Maritime Organization, con encomiabile lungimiranza, sta seguendo lo sviluppo delle navi autonome, valutando sino a che punto i regimi normativi come Solas e i regolamenti sulle collisioni possano essere applicati a queste navi, con l'obiettivo di avere un codice non obbligatorio per questo tipo di nave entro il 2024 e un codice obbligatorio in vigore entro gennaio 2028, Teare ha rilevato che, non essendoci motivo per cui le MASS non dovrebbero avere un Passage Plan, questi piani di navigazione «potrebbero in futuro essere prodotti da un computer. E - si è chiesto - se il motivo per cui un Passage Plan è inesatto risiede in un difetto del software acquistato dall'armatore?». Teare ha ricordato che l'illustre giudice Sir Richard Aikens «ha suggerito che in tal caso un armatore potrebbe affermare di non aver commesso alcuna violazione della due diligence perché il difetto si è verificato quando la nave non era sotto il suo controllo o, come è stato evidenziato in una causa, “nella sua orbita”. Ciò, oserei dire - ha precisato Teare - sembra essere corretto. La necessità che la nave sia nella disponibilità dell'armatore prima che l'armatore sia soggetto all'obbligo di due diligence nell'ambito delle Regole del L'Aia (il protocollo del 1924 sulla ripartizione del rischio tra gli armatori e i proprietari del carico) è stata riconosciuta da Lord Hamblen alla Corte Suprema nel caso della CMA CGM Libra. Pertanto, ci si concentrerà sulla questione se l'armatore, una volta entrato in possesso del software, avrebbe dovuto rendersi conto, attraverso un'attenta e qualificata analisi del software, che non era in condizioni idonee allo scopo. Se la sua analisi fosse stata negligente, ci sarebbe stato un mancato esercizio della dovuta diligenza. Sospetto - ha rilevato Teare - che sarà difficile stabilire una negligenza di questa natura».
«Laddove il comandante a bordo o l'operatore a terra - ha proseguito Teare - agisca negligentemente al comando della nave, ciò equivarrebbe a navigazione negligente. Ma cosa succede se l'errore viene commesso da un computer? Se tale errore è il risultato di un difetto nel software, la nave automatizzata sarebbe presumibilmente considerata non idonea alla navigazione. Ancora una volta, non vi sarebbe alcuna violazione della due diligence da parte dell'armatore a meno che l'armatore non abbia potuto e dovuto rilevare l'errore prima dell'inizio del viaggio. Ma se l'errore è il risultato di un errore dell'intelligenza artificiale del computer, allora ciò potrebbe benissimo essere considerata una navigazione negligente da parte del computer proprio come se fosse stato un errore commesso dall'ufficiale di guardia. Pertanto - ha osservato Teare prospettando un futuro che non si augura - si può prevedere il ricorso ad una perizia da parte di ingegneri del software sulla natura del difetto e sul fatto che il difetto potesse e dovesse essere ragionevolmente individuato dall'armatore oppure se si trattasse semplicemente di un errore dell'artificiale intelligenza del computer».