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Progressiva politica di concessione di autonomia fiscale da parte dello Stato ai porti italiani
Disponibili nei prossimi tre anni 300 miliardi. Il presidente della commissione Finanze della Camera, nel corso dell'odierno incontro a Genova con i presidenti delle Autorità Portuali liguri, ha detto che lo Stato ha già recuperato i 1000 miliardi che si era accollato per l'ammortamento dei mutui contratti dagli enti portuali, ma continua a incamerare le tasse portuali nonostante l'esborso sia reintegrato
6 luglio 2000
Lo Stato metterà a disposizione dei porti italiani 300 miliardi di lire nel prossimo triennio. Questi finanziamenti saranno il risultato di una progressiva politica di concessione di autonomia fiscale agli scali nazionali. La notizia è stata data nel corso dell'incontro che la commissione Finanze della Camera dei deputati ha avuto oggi nella sede dell'Autorità Portuale di Genova di Palazzo San Giorgio con i vertici degli enti portuali liguri, tra cui i due presidenti delle authority di Genova e La Spezia, Gallanti e Bucchioni, con il Comitato Portuale genovese e con i rappresentanti delle imprese e dei sindacati.
Il presidente della commissione Giorgio Benvenuto ha sottolineato la necessità di effettuare una revisione dell'attuale meccanismo fiscale «che è punitivo per l'attività portuale», spiegando che «lo Stato, ripristinando forme impropriamente dette di federalismo, fa un'operazione intelligente». Benvenuto ritiene infatti che l'autonomia finanziaria dei porti possa contribuire ad un aumento dei traffici, del lavoro e quindi del gettito fiscale anche a vantaggio dello Stato. Il presidente della commissione ha ricordato che la strada dell'autonomia finanziaria dei porti poteva già essere imboccata lo scorso anno, ma non se n'è fatto nulla sia perché era necessario concedere, contro il parere delle opposizioni, una delega al governo, sia perché in tema di fiscalità era in vigore «una formula che diceva che si può cambiare tutto, ma a parità di gettito». Le condizioni per arrivare alla concessione dell'autonomia comunque ci sono. Lo Stato - ha detto Benvenuto - ha infatti recuperato i 1.000 miliardi di lire che si era accollato per l'ammortamento dei mutui contratti dagli enti portuali. La legge di riforma portuale 84/94 prevedeva che tali oneri venissero coperti con il 50% delle entrate fiscali garantite dai porti tramite le tasse erariali, di ancoraggio e portuali. Soldi che ancora adesso vanno allo Stato nonostante l'esborso sia stato completamente reintegrato. Tutto questo avviene mentre le entrate di porti come Genova - ha spiegato - sono per il 15% costituite dai diritti portuali, contro percentuali nettamente superiori per altri porti europei.
A margine dell'incontro il presidente dell'ente portuale genovese, Giuliano Gallanti, si è dichiarato completamente d'accordo con quanto proposto da Roberto Di Rosa, membro della commissione Bilancio della Camera, che ha auspicato l'introduzione dell'obbligo di investire le tasse che l'autonomia finanziaria assegnerà agli enti portuali.
Nel corso della visita della commissione Finanze l'Autorità Portuale di Genova ha consegnato alla delegazione parlamentare un'analisi sulla "questione dell'autonomia finanziaria", di cui riportiamo un estratto.
B.B.
Autorità Portuale di Genova
6 luglio 2000
Analisi delle entrate delle Autorità Portuali La questione dell'autonomia finanziaria
1. Analisi del gettito dello Stato e degli enti portuali prima e dopo la legge n. 84/'94
Considerando il periodo 1995-1999, conseguente alla legge di riforma portuale, si riscontra che il gettito per maggiori entrate dello Stato è pari a circa 1.000 miliardi.
La cifra rappresenta il 100% dell'importo posto a carico dello Stato per l'ammortamento dei mutui contratti dagli enti. Tale onere era bilanciato, nella legge 84, dalla prevista transitoria devoluzione allo Stato del 50% del gettito delle tasse sulle merci sbarcate ed imbarcate.
Nel dettaglio:
Entrate (in Mld)
Anni
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Tassa erariale
Gettito complessivo
131
113,7
111
103
107,2
Quota attribuita alle Aut. Port. fino '94
32,7
28,4
27,7
25,7
26,8
a) Maggiori entrate Stato
28
28
26
28
Tassa ancoraggio
Gettito complessivo
69,0
89,3
94,2
102,4
104,4
Quota attribuita alle Aut. Port. fino '94
44,2
57,2
60,3
65,5
66,8
Maggiore gettito
13
3
5
1
b) Maggiori entrate Stato
70
63
71
68
Tassa portuale
Gettito complessivo
0
182,7
167,2
170,4
174,8
Quota attribuita alle Autorità Portuali
41,0
63,7
59,2
62,4
61,6
c) Maggiori entrate Stato
119,0
108,0
108,0
113,2
Saldo complessivo (a+b+c)
218
199
205
209
200*
Fonte: elaborazioni da Ministero delle Finanze, Dipartimento delle Dogane e delle Imposte indirette, anni 1994-1998 (*) Il dato 1999 costituisce una stima sullo "storico" degli ultimi 4 anni. Legenda: Tassa erariale - il maggior gettito dello Stato è rappresentato dalla quota che veniva devoluta agli enti portuali prima del 1994 e corrisponde ad un terzo del gettito che proveniva dai porti sede di Autorità Portuale (pari al 75% del gettito complessivo). Tassa di ancoraggio - il maggior gettito dello Stato è rappresentato dalla quota che veniva devoluta agli enti portuali prima del 1994 e corrisponde all'80% del gettito che proveniva dai porti sede di Autorità Portuale (pari al 80% del gettito complessivo). Ad esso si è aggiunta una quota derivante dall'incremento del gettito. Tassa portuale - il maggior gettito dello Stato corrisponde alla differenza tra il gettito complessivo e la quota attribuita agli enti.
2. La struttura delle entrate dell'Autorità Portuale di Genova
La struttura delle entrate del porto di Genova evidenzia un peso significativo della voce relativa ai canoni per l'utilizzo delle infrastrutture, che non trova riscontro nelle altre realtà portuali europee.
Le cause principali del fenomeno in esame vanno ricercate:
nell'attuale quadro normativo che attribuisce alle Autorità Portuali una percentuale contenuta delle tasse portuali;
nel basso ammontare delle tasse per tonnellata di merce movimentata.
Miliardi di Lire
%
Diritti portuali (Tassa merci sb./imb.)
9,4
15,3%
55,0%
Canoni
33,0
Contributo Manutenzioni
7,6
12,7%
Altri*
10,2
17,0%
Totale
60,0
100%
(*) La voce comprende: autorizzazioni, recuperi e rimborsi
3. Un confronto con le principali realtà europee
Da un confronto tra la struttura delle entrate correnti del porto di Genova e dei principali porti europei si evidenzia il deciso squilibrio della voce "diritti portuali" che, in tutte le realtà considerate, rappresentano la "fonte" di reddito predominante.
Genova
Anversa
Rotterdam
Bilbao
Valencia
Diritti portuali
15,3%
39,0%
57,0%
69%
65%
Canoni
55,0%
31,0%
34,0%
15,0%
14,3%
Altro
29,7%
30,0%
9,0%
16%
21%
Totale
100%
100%
100%
100%
100%
A titolo puramente indicativo un confronto tra l'ammontare dei diritti introitati e i volumi di merce movimentata evidenzia diversi gradi di incidenza dell'imposizione fiscale
Genova
Anversa
Rotterdam
Bilbao
Valencia
Lire/tonn.
900
1.220
1.195
2.554
3.557
Stato
700
AP
200
1.220
1.195
2.554
3.557
+35%
+33%
+184%
+300%
4. Le entrate da canoni demaniali dell'Autorità Portuale di Genova
Nelle principali realtà europee si evidenzia una struttura delle entrate direttamente correlata all'andamento dei traffici, elemento che non trova completa rispondenza nella struttura dell'Autorità Portuale di Genova.
L'ipotesi di mantenere a livello locale il gettito dei diritti portuali consentirebbe di allineare la situazione genovese a quella dei maggiori scali europei
La ridotta incidenza delle entrate derivanti da canoni di concessione risulterebbe, in quest'ultima ipotesi, coerente con quanto rilevato nei bilanci degli scali concorrenti, posto che, in termini assoluti, il canone a mq. risulta essere in linea con le tariffe praticate a livello europeo.
A titolo di esempio: canone medio terminal Genova: circa 6.000 lire/mq. canone medio terminal Anversa: circa 7.000 lire/mq.5. Gli investimenti pubblici e privati nel porto di Genova - 1995-2000
Nel quinquennio 1995-1999 a fronte di 300 miliardi di investimenti pubblici sono stati attivati circa 400 miliardi di investimenti privati (impianti, macchinari, risorse immateriali).
Investimenti pubblici e privati nel porto di Genova (1995-1999) Miliardi di lire
1995
1996
1997
1998
1999
Totale
Investimenti pubblici
44.786
17.962
77.438
52.701
26.010
218.897
Autofinanziamento
8.551
14.679
8.710
3.000
8.756
43.696
Totale
53.337
32.641
86.148
55.701
34.766
262.593
Manutenzioni
5.652
6.800
5.700
8.331
11.798
38.281
Totale Pubblico
58.989
39.441
91.848
64.032
46.564
300.874
Investimenti privati
63.727
80.030
63.985
49.944
150.000
407.686
Totale generale
122.716
119.471
155.833
113.976
196.564
708.560
6. Gli investimenti previsti e le fondi di finanziamento - P.O.T. e P.R.P.
Dall'analisi dei piani di investimento previsti nell'arco temporale del Piano Operativo Triennale (2000-2002), emerge che gli interventi finanziati rappresentano complessivamente il 53,4%.
In particolare, mentre nel 2000 la copertura finanziaria è pari al 95,3%, nel 2001 e 2002 scende rispettivamente al 44% e al 12%, aumentando l'incertezza rispetto all'effettiva realizzabilità dei progetti di sviluppo.
Gli investimenti complessivamente previsti nell'orizzonte temporale del P.O.T. sono pari a 416,6 miliardi.
Rispetto al totale risultano: 222,5 miliardi finanziati 194 miliardi da finanziare
Seguendo la scansione temporale degli interventi di lungo periodo previsti nel Piano Regolatore Portuale emergono forti incertezze in relazione alla finanziabilità degli stessi e la necessità di individuare fonti "certe".
Scansione temporale degli interventi P.R.P. (M.di di Lire)
PRP Investimenti
Importi (M.di di Lire)
2000-2002
416,5
2003-2005
211,5
2005-2010
352,5
Totale
980,5
7. Il finanziamento statale
I trasferimenti dello Stato a favore dell'Autorità Portuale di Genova negli ultimi 5 anni ammontano a complessivi 330 miliardi.
Tali trasferimenti hanno coperto investimenti in infrastrutture, impianti e manutenzioni ordinarie e straordinarie delle parti comuni, garantendo lo sviluppo delle attività portuali.
Andamento dei trasferimenti da parte dello Stato (miliardi di lire)
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Trasferimenti in conto capitale
44,5
68,6
39,3
13
150
Convenzioni Manutenzione
6,4
6,4
7,6
7,6
7,6
Totale entrate da trasferimenti
44,5
6,4
75,0
46,9
20,6
157,6
8. Un confronto tra trasferimenti statali e entrate statali (Porto di Genova)
Sul fronte del "reddito" prodotto dal porto di Genova e affluito alle casse dello Stato la tabella evidenzia un gettito, negli ultimi tre anni, pari a circa 6.100 miliardi.
Le tasse riconosciute all'Autorità Portuale, annualmente rappresenta circa lo 0,4% del gettito complessivo.
Totale diritti accertati dalla Dogana di Genova (miliardi di lire)
1997
1998
1999
Totale diritti accertati Dogana di Genova
1.868,7
2.101,0
2.109,0
Di cui
Diritti marittimi
42,9
41,3
41,4
Erario1
33,5
32,0
32
Autorità Portuale2
9,3
9,4
9,4
IVA3
1.381,2
1.561,1
1.579,4
Dazi
444,7
498,6
488,2
(1) La voce diritti marittimi quota erario comprende le tasse erariali sulle merci trasportate (100% allo Stato), la tassa di ancoraggio (100% allo Stato) e il 50% delle tasse portuali (2) La voce diritti marittimi quota Autorità Portuale rappresenta il 50% delle tasse portuali (3) La voce IVA rappresenta il saldo fra IVA 405 (import) e IVA 406 (export)
Controllo fra le tasse introitate e i trasferimenti al porto di Genova
1995
1996
1997
1998
1999
Totale entrate dello Stato
1.800
1.800
1.868,7
2.101,0
2.109,0
Totale trasferimenti al porto di Genova
44,5
6,4
75,0
46,9
33,6
Incidenza dei trasferimenti
2,4%
0,3%
4%
2,2%
1,5%
9. Proposta di autonomia finanziaria
Tra il 1995 e il 1999 il maggior gettito confluito nelle casse dello Stato corrisponde alla cifra stanziata per l'ammortamento dei mutui contratti dagli enti ai sensi dell'art. 28 della legge n. 84 del 1994, quindi, con il 1999 si completa in anticipo il piano di pagamento previsto dalla legge.
Da un confronto con i principali porti europei emerge che l'incidenza dei diritti portuali nel porto di Genova è significativamente più bassa rispetto alle altre voci di entrata corrente.
Nell'ultimo quinquennio gli investimenti pubblici nel porto di Genova (300 miliardi) hanno attivato investimenti privati per circa 400 miliardi.
Al fine di fare fronte ai programmi di sviluppo futuro l'Autorità Portuale di Genova richiede che:
coerentemente con quanto richiesto dall'Associazione Porti Italiani, venga anticipato, a partire dall'anno 2000, il 50% della tassa portuale attualmente acquisita dallo Stato
venga riconosciuta, a partire dal 2001, la completa devoluzione dei diritti marittimi (+30 miliardi rispetto alla situazione attuale) in ragione della necessità di garantire un immediato riequilibrio nella composizione delle entrate dell'ente e una maggiore autonomia finanziaria.
La disponibilità di risorse finanziarie in tal modo ottenute consentirà di migliorare la politica di intervento perseguita dall'Autorità Portuale e, pertanto, di rafforzare ulteriormente il ruolo di volano degli investimenti privati avendo, come detto, funzione di moltiplicatore della domanda di beni di investimento.
D'altra parte l'Autorità Portuale, in tal modo dotata di maggiori e stabili entrate correnti potrà progettare e realizzare, anche sotto l'aspetto finanziario, opere essenziali per lo sviluppo portuale. Ciò non esclude peraltro, valutata la dimensione economico/finanziaria degli interventi postulati dal piano regolatore portuale (circa 600 miliardi dal 2003 al 2010), la necessità di dover ancora ricorrere, per gli investimenti in opere di grande infrastrutturazione, all'intervento dello Stato; ciò non si discosta da quanto avviene nelle altre principali realtà portuali europee da tempo dotate di un elevato grado di autonomia finanziaria.
E' appena il caso di accennare come l'Autorità Portuale, nella sua attuale configurazione, sia gravata, nell'esercizio della sua attività contrattuale, dall'imposta sul valore aggiunto che ammonta ad un valore medio di circa 4 miliardi l'anno.
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