Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
06:12 GMT+1
Il Comitato degli utenti portuali chiede al governo provvedimenti amministrativi attuativi che risolvano alcune questioni in materia di servizi portuali e lavoro temporaneo lasciate aperte dalla legge dello scorso 30 giugno
Conflitto d'interessi, uniformità di applicazione della normativa, corretta applicazione della legge 1369/60 e piena applicazione nei porti della legge sul lavoro interinale sono i temi posti all'attenzione di Palazzo Chigi
20 luglio 2000
Il Comitato nazionale di coordinamento degli utenti e degli operatori portuali ha inviato oggi al ministro dei Trasporti e della Navigazione, Pier Luigi Bersani, una nota contenente indicazioni riguardo alla fase attuativa della legge 30.06. 2000 n. 186 in modifica della legge 28.01.1994 n. 84 in materia di operazioni portuali e di fornitura del lavoro portuale temporaneo. Gli utenti hanno chiesto al ministro Bersani un incontro per approfondire queste tematiche.
Nella nota il Comitato ha sottolineato la necessità che nella fase attuativa della legge n. 186 siano presi provvedimenti che consentano di escludere completamente il rischio che si possa ricostituire un conflitto d'interessi e conseguentemente un abuso di posizione dominante da parte dell'impresa autorizzata a fornire il lavoro portuale temporaneo in regime di esclusiva.
Gli utenti hanno chiesto anche un'applicazione uniforme a livello nazionale della normativa che disciplina i servizi portuali. "La disomogeneità applicativa della disciplina creerebbe - ha spiegato il Comitato - un clima di incertezza operativa a danno delle imprese portuali ed armatoriali e discriminerebbe soprattutto alcuni scali a vantaggio di altri".
Il Comitato ha chiesto inoltre al governo italiano una piena e corretta applicazione dell'art. 3 della legge n. 1369/60 in merito allo svolgimento di operazioni e servizi in ambito portuale e l'applicazione nei porti della legge n. 196/97 sul lavoro interinale.
Riportiamo di seguito la nota inviata dal Comitato degli utenti e il testo della legge 30 giugno 2000, n. 186.
COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DEGLI UTENTI E DEGLI OPERATORI PORTUALI
NOTA
Considerazioni in ordine alle problematiche relative alla fase attuativa della legge 30 giugno 2000 n. 186 disciplinante le operazioni e i servizi portuali oltre che la fornitura del lavoro portuale temporaneo
Il Comitato ritiene che la nuova disciplina legislativa, recentemente approvata dal Parlamento in materia di operazioni e servizi portuali nonché di fornitura del lavoro portuale temporaneo, non risolva alcune importanti questioni di seguito descritte, che dovranno pertanto trovare una adeguata soluzione nei provvedimenti amministrativi attuativi della legge 30.06.2000 n. 186 che il Ministero dei Trasporti e della Navigazione è tenuto ad emanare.
Il Comitato, con la presente nota intende pertanto richiamare l'attenzione del Governo evidenziando le questioni di maggiore rilevanza che la nuova legislazione pone in essere.1. Conflitto d'interessi
L'annosa questione relativa al conflitto d'interessi sulla quale la Commissione europea è più volte intervenuta criticamente nei confronti del Governo italiano riguarda, come è noto, l'impresa autorizzata a fornire, in regime di esclusiva, il lavoro portuale temporaneo ai sensi del nuovo art. 17.
Nel nuovo testo legislativo e più in particolare nell'art. 17, comma 2, vengono infatti posti alcuni divieti a tale impresa che però non sono stati ritenuti sufficienti dal Commissario europeo alla Concorrenza Mario Monti per escludere completamente il rischio che si possa ricostituire un conflitto d'interessi e conseguentemente un abuso di posizione dominante da parte di tale impresa.
In particolare non viene vietata nel nuovo testo legislativo all'impresa autorizzata ai sensi dell'art. 17 la possibilità di detenere partecipazioni indirette, anche di minoranza, nelle altre imprese portuali né viene espressamente vietato ai suoi soci di esercitare, per conto proprio o tramite partecipazioni dirette o indirette, l'attività d'impresa portuale operante nello stesso scalo.
Tali divieti sono stati invece esplicitamente richiamati dal Commissario europeo Mario Monti nella sua lettera del 9.11.1999, diretta al Governo italiano, e ripresi dal Sottosegretario di Stato, on. Occhipinti nella sua dichiarazione resa in sede parlamentare a nome del Governo.
Lo scrivente Comitato sottolinea quindi la necessità che nella fase attuativa della legge 30.06.2000 n. 186 siano emanati provvedimenti amministrativi che, oltre ad attuare i divieti già richiamati nella citata legge, impongano all'impresa ex art. 17 gli ulteriori divieti sopra descritti.
Si richiama in particolare l'attenzione sulla partecipazione indiretta, la quale, realizzandosi attraverso imprese terze dovrà essere espressamente vietata all'impresa autorizzata ai sensi dell'art. 17, qualunque sia l'impresa terza attraverso la quale si realizzi detta partecipazione, ivi compresa la società di cui all'art. 21, comma 1, lettera c).2. Applicazione uniforme a livello nazionale della normativa che disciplina i servizi portuali
L'ammissibilità dei servizi portuali, di cui all'art. 16, comma 1, della legge n. 186/2000 dovrebbe essere disciplinata da appositi regolamenti emanati dalle singole Autorità portuali e marittime.
Tali regolamenti dovrebbero risultare conformi ai criteri vincolanti fissati in materia dal Ministro dei Trasporti e della Navigazione con apposito decreto.
Detti criteri vincolanti non dovranno prestarsi ad anomale e divergenti interpretazioni, altrimenti si rischierebbe di vedere applicata, in ciascun porto, una disciplina diversa, con la paradossale conseguenza che in uno scalo nazionale un determinato servizio portuale sia ammesso ed in altri no.
La disomogeneità applicativa della disciplina creerebbe, pertanto, un clima di incertezza operativa a danno delle imprese portuali ed armatoriali e discriminerebbe soprattutto alcuni scali a vantaggio di altri.
Per evitare tutto ciò risulta pertanto indispensabile non solo la chiarezza dei criteri vincolanti stabiliti a livello nazionale, ma anche il controllo di conformità agli stessi che il Ministero dei Trasporti e della Navigazione dovrà svolgere preventivamente sui regolamenti emanati in materia dalle Autorità portuali e marittime.3. Corretta applicazione della L. 1369/60 in ambito portuale
E' importante sottolineare che il divieto posto dal comma 3 bis della legge 30.06.2000 n. 186 a carico delle imprese portuali di svolgere operazioni e servizi portuali in deroga alla legge n. 1369/60, non può né deve essere applicato ignorando quanto previsto dall'art. 3 della stessa legge.
Tale articolo, infatti, riconosce alle imprese la facoltà di appaltare opere o servizi, anche ad alto contenuto di manodopera, da svolgere all'interno del ciclo operativo dell'impresa appaltante a condizione che ai lavoratori delle imprese appaltatrici sia garantito un trattamento minimo inderogabile retributivo e normativo non inferiore a quello spettante ai lavoratori dell'impresa appaltante.
Tale facoltà, riconosciuta a tutte le imprese di qualsiasi settore produttivo, non può quindi essere disapplicata nel settore portuale in quanto, se ciò avvenisse, si realizzerebbe una palese violazione del principio della libera circolazione dei servizi, privando il settore portuale di un importante strumento di flessibilità operativa, determinante ai fini della competitività degli scali nazionali.
Su tale punto ci corre obbligo richiamare quanto affermato dal Commissario europeo, Mario Monti, con lettera del 9.11.1999 nella quale oltre ad evidenziare le incompatibilità della nuova normativa con le regole comunitarie in materia di libera circolazione dei servizi.
Quanto sopra risulterebbe peraltro coerente con l'obbligo posto al comma 13 del nuovo art. 17 di stipulare un CCNL di riferimento che dovrebbe prevedere per tutti i lavoratori portuali un eguale trattamento minimo inderogabile.
Tale trattamento minimo consentirebbe, quindi, una piena applicazione dell'art. 3 della legge n. 1369/60, che il Ministero dei Trasporti e della Navigazione dovrebbe assicurare tramite i provvedimenti amministrativi attuativi della legge 30.06.2000 n. 186.
Appare opportuno sottolineare altresì che se ciò non dovesse accadere si rischierebbe di espellere dal mercato del lavoro portuale numerose imprese autorizzate ai sensi dell'art. 16 che hanno finora dimostrato ampia flessibilità operativa favorendo non poco lo sviluppo delle attività portuali e dell'occupazione.4. Applicazione in ambito portuale della legge n. 196/97 sul lavoro interinale
Il Comitato non condivide la tesi di chi sostiene il divieto del lavoro interinale in ambito portuale lasciando alla sola impresa autorizzata alla fornitura del lavoro portuale temporaneo la facoltà di avvalersene (art. 17, comma 6).
Questa limitazione risulterebbe infatti una ulteriore evidente violazione del principio comunitario della libera circolazione dei servizi sulla quale la Commissione europea si è più volte espressa criticamente.
Peraltro, nessuna disposizione della legge 30.06.2000 n. 186 vieta espressamente l'applicazione, in ambito portuale, della legge 196/97 che, addirittura, al comma 7 del nuovo art. 17, viene espressamente richiamata quale materia di trattativa per la stipula del CCNL dei lavoratori portuali.
Lo scrivente Comitato, pertanto, invita il Governo a dare seguito alle richieste di apertura del mercato del lavoro portuale, più volte avanzate dalla Commissione Europea, non impedendo alle imprese portuali di avvalersi, nel rispetto delle norme di sicurezza e compatibilmente con le esigenze professionali, dei lavoratori forniti dalle aziende del lavoro interinale.
Legge 30 giugno 2000, n. 186 "Modifiche alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, in materia di operazioni portuali e di fornitura del lavoro portuale temporaneo" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 157 del 7 luglio 2000
Art. 1. Modifica all'articolo 14 della legge 28 gennaio 1994, n. 84
1. Al comma 1-bis dell'articolo 14 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, e successive modificazioni, sono premessi i seguenti periodi: "I servizi tecnico-nautici di pilotaggio, rimorchio, ormeggio e battellaggio sono servizi di interesse generale atti a garantire nei porti, ove essi sono istituiti, la sicurezza della navigazione e dell'approdo. Per il pilotaggio l'obbligatorietà è stabilita con decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione. Per gli altri servizi l'autorità marittima può renderne obbligatorio l'impiego tenuto conto della localizzazione e delle strutture impiegate".
Art. 2. Operazioni portuali e servizi portuali
1. All'articolo 16 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 1 sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: "Sono servizi portuali quelli riferiti a prestazioni specialistiche, complementari e accessorie al ciclo delle operazioni portuali. I servizi ammessi sono individuati dalle autorità portuali, o, laddove non istituite, dalle autorità marittime, attraverso una specifica regolamentazione da emanare in conformità dei criteri vincolanti fissati con decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione"; b) al comma 2, dopo le parole: "delle operazioni portuali" sono inserite le seguenti: "e dei servizi portuali" e dopo le parole: "ai sensi del comma 5" sono aggiunte le seguenti: ", riferendo periodicamente al Ministro dei trasporti e della navigazione"; c) al comma 3, dopo il primo periodo è inserito il seguente: "Detta autorizzazione riguarda lo svolgimento di operazioni portuali di cui al comma 1 previa verifica del possesso da parte del richiedente dei requisiti di cui al comma 4, oppure di uno o più servizi portuali di cui al comma 1, da individuare nell'autorizzazione stessa."; d) al comma 3, all'ultimo periodo le parole: "in apposito registro tenuto" sono sostituite dalle seguenti: "in appositi registri distinti tenuti"; e) dopo il comma 3, è inserito il seguente: "3-bis. Le operazioni ed i servizi portuali di cui al comma 1 non possono svolgersi in deroga alla legge 23 ottobre 1960, n. 1369, salvo quanto previsto dall'articolo 17."; f) dopo il comma 7-bis, è aggiunto il seguente: "7-ter. Le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime, devono pronunciarsi sulle richieste di autorizzazione di cui al presente articolo entro novanta giorni dalla richiesta, decorsi i quali, in assenza di diniego motivato, la richiesta si intende accolta".
2. Le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime, provvedono alla revisione delle autorizzazioni e delle concessioni di cui agli articoli 16 e 18 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, al fine di verificarne la conformità con quanto stabilito nel presente articolo, disponendo, ove ne ricorrano i presupposti, i necessari provvedimenti di revoca o di modifica. Le imprese indicate all'articolo 21, comma 1, lettera a), della legge n. 84 del 1994 devono richiedere, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'autorizzazione allo svolgimento di operazioni o servizi portuali di cui all'articolo 16 ovvero la concessione di cui all'articolo 18 della legge n. 84 del 1994.
Il decreto di cui all'articolo 16, comma 1, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, come modificato dalla lettera a) del comma 1 del presente articolo, è emanato entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. La revisione di cui al comma 2 del presente articolo ha luogo entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 3. Disciplina della fornitura del lavoro portuale temporaneo
1. L'articolo 17 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, è sostituito dal seguente:
"Art. 17. - (Disciplina della fornitura del lavoro portuale temporaneo). - 1. Il presente articolo disciplina la fornitura di lavoro temporaneo, anche in deroga all'articolo 1 della legge 23 ottobre 1960, n. 1369, alle imprese di cui agli articoli 16 e 18 per l'esecuzione delle operazioni portuali e dei servizi portuali autorizzati ai sensi dell'articolo 16, comma 3. 2. Le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime, autorizzano l'erogazione delle prestazioni di cui al comma 1 da parte di una impresa, la cui attività deve essere esclusivamente rivolta alla fornitura di lavoro temporaneo per l'esecuzione delle operazioni e dei servizi portuali, da individuare secondo una procedura accessibile ad imprese italiane e comunitarie. Detta impresa, che deve essere dotata di adeguato personale e risorse proprie con specifica caratterizzazione di professionalità nell'esecuzione delle operazioni portuali, non deve esercitare direttamente o indirettamente le attività di cui agli articoli 16 e 18 e le attività svolte dalle società di cui all'articolo 21, comma 1, lettera a), né deve essere detenuta direttamente o indirettamente da una o piùimprese di cui agli articoli 16, 18 e 21, comma 1, lettera a), e neppure deve detenere partecipazioni anche di minoranza in una o più imprese di cui agli articoli 16, 18 e 21, comma 1, lettera a), impegnandosi, in caso contrario, a dismettere dette attività e partecipazioni prima del rilascio dell'autorizzazione. 3. L'autorizzazione di cui al comma 2 viene rilasciata dall'autorità portuale o, laddove non istituita, dall'autorità marittima entro centoventi giorni dall'individuazione dell'impresa stessa e, comunque, subordinatamente all'avvenuta dismissione di ogni eventuale attività e partecipazione di cui al medesimo comma. L'impresa subentrante è tenuta a corrispondere il valore di mercato di dette attività e partecipazioni all'impresa che le dismette. 4. L'autorità portuale o, laddove non istituita, l'autorità marittima individua le procedure per garantire la continuità del rapporto di lavoro a favore dei soci e dei dipendenti dell'impresa di cui all'articolo 21, comma 1, lettera b), nei confronti dell'impresa autorizzata. 5. Qualora non si realizzi quanto previsto dai commi 2 e 3, le prestazioni di cui al comma 1 vengono erogate da agenzie promosse dalle autorità portuali o, laddove non istituite, dalle autorità marittime e soggette al controllo delle stesse e la cui gestione è affidata ad un organo direttivo composto da rappresentanti delle imprese di cui agli articoli 16, 18 e 21, comma 1, lettera a). Ai fini delle prestazioni di cui al comma 1, l'agenzia assume i lavoratori impiegati presso le imprese di cui all'articolo 21, comma 1, lettera b), che cessano la propria attività. Con decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sono adottate le norme per l'istituzione ed il funzionamento dell'agenzia. 6. L'impresa di cui al comma 2 e l'agenzia di cui al comma 5, qualora non abbiano personale sufficiente per far fronte alla fornitura di lavoro temporaneo prevista al comma 1, possono rivolgersi, quali imprese utilizzatrici, ai soggetti abilitati alla fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo previsti all'articolo 2 della legge 24 giugno 1997, n. 196. 7. Nell'ambito delle trattative per la stipula del contratto collettivo nazionale dei lavoratori portuali previste al comma 13 le parti sociali individuano: a) i casi in cui il contratto di fornitura di lavoro temporaneo può essere concluso ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera a), della legge n. 196 del 1997; b) le qualifiche professionali alle quali si applica il divieto previsto dall'articolo 1, comma 4, lettera a), della legge n. 196 del 1997; c) la percentuale massima dei prestatori di lavoro temporaneo in rapporto ai lavoratori occupati nell'impresa utilizzatrice, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 8, della legge n. 196 del 1997; d) i casi per i quali può essere prevista una proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 196 del 1997; e) le modalità di retribuzione dei trattamenti aziendali previsti all'articolo 4, comma 2, della legge n. 196 del 1997. 8. Al fine di favorire la formazione professionale, l'impresa di cui al comma 2 e l'agenzia di cui al comma 5 realizzano iniziative rivolte al soddisfacimento delle esigenze di formazione dei prestatori di lavoro temporaneo. Dette iniziative possono essere finanziate anche con i contributi previsti dall'articolo 5 della legge n. 196 del 1997. 9. L'impresa di cui al comma 2 e l'agenzia di cui al comma 5 non costituiscono imprese incaricate della gestione di servizi di interesse economico generale o aventi carattere di monopolio fiscale ai sensi dell'articolo 86, paragrafo 2, del Trattato che istituisce la Comunità europea. 10. Le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime adottano specifici regolamenti volti a controllare le attività effettuate dai soggetti di cui ai commi 2 e 5 anche al fine di verificare l'osservanza dell'obbligo di parità di trattamento nei confronti delle imprese di cui agli articoli 16, 18 e 21, comma 1, lettera a), e della capacità di prestare le attività secondo livelli quantitativi e qualitativi adeguati. Detti regolamenti dovranno prevedere tra l'altro: a) criteri per la determinazione e applicazione delle tariffe da approvare dall'autorità portuale o, laddove non istituita, dall'autorità marittima; b) disposizioni per la determinazione qualitativa e quantitativa degli organici dell'impresa di cui al comma 2 e dell'agenzia di cui al comma 5 in rapporto alle effettive esigenze delle attività svolte; c) predisposizione di piani e programmi di formazione professionale sia ai fini dell'accesso alle attività portuali, sia ai fini dell'aggiornamento e della riqualificazione dei lavoratori; d) procedure di verifica e di controllo da parte delle autorità portuali o, laddove non istituite, delle autorità marittime circa l'osservanza delle regolamentazioni adottate; e) criteri per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro. 11. Ferme restando le competenze dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime, che hanno rilasciato le autorizzazioni di cui al comma 2, possono sospenderne l'efficacia o, nei casi più gravi, revocarle allorquando accertino la violazione degli obblighi nascenti dall'esercizio dell'attività autorizzata. Nel caso in cui la violazione sia commessa da agenzie di cui al comma 5, le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime possono disporre la sostituzione dell'organo di gestione dell'agenzia stessa. 12. La violazione delle disposizioni tariffarie, previste dai regolamenti di cui al comma 10, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire 10 milioni a lire 60 milioni. 13. Le autorità portuali o, laddove non istituite, le autorità marittime inseriscono negli atti di autorizzazione di cui al presente articolo, nonché in quelli previsti dall'articolo 16 e negli atti di concessione di cui all'articolo 18, disposizioni volte a garantire ai lavoratori e ai soci lavoratori di cooperative un trattamento normativo e retributivo minimo inderogabile. Per i predetti fini il Ministero dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, promuove specifici incontri fra le organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello nazionale, le rappresentanze delle imprese, dell'utenza portuale e delle imprese di cui all'articolo 21, comma 1, e l'associazione fra le autorità portuali, volti a determinare la stipula di un contratto collettivo di lavoro unico nazionale di riferimento. Fino alla stipula di tale contratto le predette parti determinano a livello locale i trattamenti normativi e retributivi di riferimento per l'individuazione del minimo inderogabile. 14. Le autorità portuali esercitano le competenze di cui al presente articolo previa deliberazione del comitato portuale, sentita la commissione consultiva. Le autorità marittime esercitano le competenze di cui al presente articolo sentita la commissione consultiva. 15. Le parti sociali indicate al comma 13 regolano le modalità di retribuzione delle giornate di mancato avviamento al lavoro dei lavoratori impiegati presso i soggetti di cui ai commi 2 e 5, sulla base delle disposizioni dell'articolo 2, comma 28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Ove ricorrano le condizioni dettate dall'articolo 1 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 27 novembre 1997, n. 477, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, emana i regolamenti previsti dall'articolo 2, comma 28, della citata legge n. 662 del 1996".
2. I lavoratori che alla data di entrata in vigore della presente legge siano eventualmente in esubero strutturale dalle autorità portuali di cui all'articolo 6 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, e dalle imprese di cui agli articoli 16 e 18 della legge n. 84 del 1994, sono assunti dall'agenzia di cui all'articolo 17 della medesima legge n. 84 del 1994, come sostituito dal comma 1 del presente articolo. Detti lavoratori sono individuati secondo apposite procedure di consultazione tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative, le rappresentanze delle imprese e l'autorità portuale o, laddove non istituita, l'autorità marittima.
3. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge le eventuali situazioni di crisi o ristrutturazione aziendale delle imprese di cui agli articoli 16 e 18 della legge n. 84 del 1994, sono disciplinate secondo le norme e le procedure di cui alla legge 23 luglio 1991, n. 223.
4. Il decreto previsto dal comma 5 dell'articolo 17 della legge n. 84 del 1994, come sostituito dal comma 1 del presente articolo, è emanato entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. I regolamenti di cui al comma 10 del medesimo articolo 17 sono adottati entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Il contratto collettivo di lavoro di cui al comma 13 del medesimo articolo 17 è stipulato entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 4. Componenti del comitato portuale
1. Il comma 2 dell'articolo 9 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente: "2. I componenti di cui alle lettere i), l) e l-bis) del comma 1 sono nominati dal presidente e durano in carica per un quadriennio dalla data di insediamento del comitato portuale, in prima costituzione o rinnovato. Le loro designazioni devono pervenire al presidente entro due mesi dalla richiesta, avanzata dallo stesso due mesi prima della scadenza del mandato dei componenti. La nomina dei nuovi componenti il comitato portuale spetterà in ogni caso al nuovo presidente dopo la sua nomina o il suo rinnovo. Decorso inutilmente il termine per l'invio di tutte le designazioni, il comitato portuale è validamente costituito nella composizione risultante dai membri di diritto e dai membri di nomina del presidente già designati e nominati. I membri nominati e designati nel corso del quadriennio restano in carica fino al compimento del quadriennio stesso. In sede di prima applicazione, la designazione dei componenti di cui al presente comma deve pervenire entro trenta giorni dalla data di nomina del presidente".
Art. 5. Differimento di termini
1. Il beneficio di integrazione salariale di cui all'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, è differito al 31 luglio 1999 per ulteriori settecento unità, fermo restando il limite di spesa indicato al comma 8 del medesimo articolo 9.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore