L'ente governativo statunitense Environmental Protection Agency (EPA) si è impegnato a definire i livelli consentiti di emissione di gas di combustione per le grandi navi, come le petroliere, le unità da crociera e quelle da carico. Lo ha affermato l'organizzazione ambientalista Bluewater Network, rivelando che venerdì scorso l'EPA ha raggiunto un accordo in tal senso, che mette fine all'azione legale intrapresa dall'Earthjustice Legal Defense Fund per conto della stessa Bluewater Network per spingere l'EPA a definire limiti di emissione degli ossidi d'azoto.
Secondo l'organizzazione ambientalista le emissioni prodotte dalle più grandi navi del mondo rappresentano il 14% delle emissioni totali di ossidi d'azoto e il 15% di quelle di biossido di zolfo. Nel suo rapporto "A Stacked Deck" Air Pollution from Large Ships", Bluewater Network ha accusato le navi di grandi dimensioni di essere le maggiori fonti inquinanti nel settore del trasporto e come tali di mettere in pericolo la salute dei marittimi, dei lavoratori portuali e degli abitanti delle aree portuali. L'organizzazione ha ricordato in merito un dato reso noto dall'EPA, che ha quantificato in 273mila tonnellate all'anno (748 tonnellate al giorno) l'emissione di ossidi d'azoto prodotta dalle grandi navi negli Stati Uniti.
«Le petroliere e le navi da carico - ha affermato il direttore di Bluewater Network, Russell Long - sono i maggiori responsabili del rialzo termico, dello smog e delle emissioni tossiche sia nei porti che in mare. E' assurdo che l'EPA abbia calato la scure su ogni tipo di veicolo e industria, ma che i più grandi inquinatori nel mondo ne siano usciti impuniti».
Commentando l'accordo, l'avvocato dell' Earthjustice Legal Defense Fund, Martin Wagner, ha detto che «questa risoluzione è una vittoria per l'aria pulita nelle città statunitensi e nel mondo. L'EPA ha ricordato che deve osservare le leggi, e questo accordo farà in modo che l'agenzia definisca dei livelli che possano assicurare la salute e la pulizia dell'ambiente, invece dei livelli al minimo comun denominatore sostenuti con miopia dall'industria marittima».
Sottolineando inoltre le previsioni che indicano una triplicazione del trasporto marittimo entro il 2020, Bluewater Network ha spiegato che l'EPA si è astenuta dal determinare il livello massimo di emissione dei motori delle grandi navi adducendo a sua discolpa il fatto che la riduzione delle emissioni di ossido d'azoto è regolata internazionalmente dalla convenzione MARPOL. Convenzione che però secondo l'organizzazione ambientalista non determinerà un minor grado di inquinamento essendo stata ratificata sinora da tre nazioni, che insieme rappresentano solo il 9% del mondo marittimo, mentre la convenzione deve essere ratificata dalle nazioni che insieme costituiscono almeno il 50% dello shipping internazionale. Inoltre, nonostante gli Stati Uniti abbiano sottoscritto il documento, l'amministrazione Clinton non ha mai chiesto al Senato di ratificarlo.
In base all'accordo siglato venerdì scorso l'EPA sottoporrà periodicamente alla Bluewater Network dei rapporti sullo stato di avanzamento dei lavori per definire i livelli massimi di emissioni dei motori della "categoria 3", che comprende la gran parte dei propulsori delle grandi navi. Il primo rapporto sarà reso noto nel prossimo febbraio. Nell'aprile 2002 l' Environmental Protection Agency pubblicherà una proposta di regolamentazione che dovrà essere adottata nel gennaio 2003. |
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