Secondo l'International Transport Workers' Federation (ITF) l'affondamento della petroliera
Prestige ha evidentemente insegnato poco, visto che poco o nulla è stato fatto per scongiurare il ripetersi di simili disastri. Parlando dell'ormai prossimo primo anniversario dell'incidente alla nave (
inforMARE del
19 novembre 2002), oggi il segretario generale di ITF, David Cockroft, ha ricordato che «un anno è passato, l'ambiente ha subito danni e sono state perse delle vite».
«La vita politica spagnola - ha aggiunto - ha subito una scossa, l'UE si è riunita, ha discusso e preso decisioni e qualcosa è migliorato? Purtroppo no». «Un anno fa - ha sottolineato - dissi che c'è una cultura della segretezza e della mancanza di responsabilità. Ogni settimana si perderanno navi ed equipaggi sinché l'applicazione delle normative dipende in gran parte da bandiere di Stato a cui è permesso di chiudere un occhio sulle proprie responsabilità. Il sistema continua ad assegnare ad alcuni un vantaggio competitivo incoraggiandoli a operare navi che hanno oltrepassato i loro limiti operativi e che si nascondono dietro standard internazionali superati. Vorrei poter dire di essere in errore o che ci sono stati mutamenti reali, ma non posso».
Cockroft ha detto che ci sono stati solo alcuni segnali di miglioramento: «un dato positivo - ha sostenuto - è che il velo di segretezza che circonda la proprietà delle navi è' stato un poco alzato. Dato negativo è che l'IMO (International Maritime Organisation) si è vista insidiare dall'azione unilaterale post-Prestige dell'UE e, come ha dimostrato il mantenimento in libertà su cauzione del comandante della
Prestige, è diventato più conveniente incolpare gli equipaggi delle navi piuttosto che lo stesso sistema. I marittimi oberati dal lavoro delle navi substandard continuano a morire. Lo fanno fuori dall'inquadratura delle macchine da ripresa, più interessate agli uccelli coperti di petrolio».