. Nel corso di un seminario sulle ipoacusie, tenutosi oggi presso la sede dell'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo (Ipsema), è stato sottolineato come il rumore sia diventato il maggiore responsabile delle tecnopatie professionali che colpiscono i lavoratori italiani essendo responsabile del 40% delle malattie professionali riconosciute dagli istituti assicuratori. La percentuale - ha rilevato l'Ipsema - aumenta ancor di più se si restringe il campo di analisi al solo settore marittimo e arriva alla cifra record del 70%. Non solo, sale ancora se si fa riferimento alle domande presentate all'istituto, che per il quinquennio 2000-2005 ha registrato una richiesta pari all'84% di riconoscimento dell'ipoacusia come lesione contratta sul luogo di lavoro. Nel quinquennio l'aumento è stato pari al 15% annuo ed ha determinato la crescita di circa il 10% della spesa destinata alle rendite per le malattie professionale riconosciute.
Tra i casi di malattia professionali riconosciuti come ipoacusia, le categorie di lavoratori più colpite sono i direttori di macchina, gli addetti alla sala macchina ed, inoltre, gli operai meccanici adibiti a manutenzione e/o riparazione della nave.
«Seguiamo l'evoluzione del fenomeno - ha detto il presidente dell'istituto, Antonio Parlato - anche attraverso l'Osservatorio sui sinistri marittimi, gli infortuni e le malattie professionali che l'Ipsema ha costituito lo scorso anno per monitorare le cause degli incidenti e le fonti delle malattie che colpiscono i lavoratori del mare e che ci consentirà di acquisire elementi utili per l'elaborazione di adeguate politiche di prevenzione. Nel caso dell'ipoacusia, prima malattia professionale che colpisce un marittimo, l'istituto indica tra le migliori azioni che possono ridurre il rischio di sordità l'imposizione di meccanismi di protezione individuali ma anche una migliore progettazione dei motori, in particolare la sala macchina della nave, considerata l'ambiente dove maggiormente si verifica una esposizione tale da indurre patologie rumore-collegate». «Occorre infine segnalare - ha aggiunto - che la legislazione in merito è insufficiente e contiene incertezze interpretative che impediscono la tutela effettiva dei lavoratori; è necessario dunque un intervento legislativo che chiarisca tutta la materia. Né sembrano pervenire segnali dall'autorità giudiziaria in ordine agli effetti dei referti medici, relativi alle lesioni dell'apparato uditivo, che ad essa sono obbligatoriamente trasmessi».
«Una maggiore chiarezza della normativa - ha osservato il presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell'Ipsema, Giancarlo Fontanelli - consentirebbe anche agli armatori di operare con maggiore tranquillità e nel contempo penalizzare coloro che invece disattendessero le prescrizioni previste dalla legge. Il rispetto delle condizioni di salute del lavoratore a bordo di navi significa maggiore sicurezza per la navigazione ed ha riflessi diretti sulla salvaguardia della vita umana in mare». «Siamo pronti come istituto a fare la nostra parte - ha detto Fontanelli - e utilizzando risorse destinate alla prevenzione, l'Ipsema avvierà uno studio attraverso uno screening, in collaborazione con tecnici universitari, tra i lavoratori del mare al fine di conoscere le esatte dimensioni del fenomeno e le condizioni che determinano con certezza l'ipoacusia».