Negli ultimi anni, nonostante la loro posizione geografica che offre vantaggi non trascurabili sia sulla costa atlantica sia su quella mediterranea, i principali porti francesi «hanno continuato a perdere quote di mercato, in particolare nel traffico dei container». L'analisi è della Corte dei Conti francese che, nel suo "Rapporto pubblico tematico sui porti francesi di fronte ai cambiamenti del trasporto marittimo: l'urgenza dell'azione", ha delineato un quadro preoccupante della portualità transalpina.
La Corte dei Conti ha osservato come, «di fronte a questa situazione, per affrontare la concorrenza europea, il governo abbia deciso di accordare priorità ai porti di Le Havre e di Marsiglia, decisione ribadita dal ministro dei Trasporti in carica il 30 marzo 2006, in occasione dell'inaugurazione di Port 2000». «Dal momento che il governo ha fatto tale scelta - ha sottolineato la Corte dei Conti - ora gli spetta trarre tutte le conseguenze concrete al fine di garantire il successo dei progetti annunciati. Per il porto di Le Havre ciò suppone in particolare che la questione dei servizi ferroviari e fluviali sia oggetto di decisioni e di realizzazioni concertate e rapide, tant'è vero che tutti questi investimenti devono essere coordinati. Per Marsiglia ciò suppone in modo prioritario che le relazioni tra le istituzioni pubbliche, le imprese presenti sul posto ed il loro personale siano l'oggetto di "regole del gioco" che non siano lasciate alla sola iniziativa degli interessati, caso per caso».
«Infatti - ha proseguito la Corte dei Conti - se la Francia vuole occupare un posto significativo nei traffici dei container a livello europeo o anche mantenere un'economia portuale ricca, direttamente o indirettamente, a livello occupazionale, deve superare handicap che le sono propri e soddisfare un certo numero di condizioni tutte necessarie, ma nessuna di per sé sufficiente: una suddivisione tra ciò che è di responsabilità dello Stato e ciò che è di competenza delle istituzioni portuali; l'esistenza di grandi terminal in grado "di trattare" un volume sempre più importante di traffico in un tempo sempre più breve; un'organizzazione di questi terminal che affidano ai porti autonomi gli oneri delle infrastrutture e della regolamentazione del mercato ed alle imprese la loro gestione come avviene negli altri grandi porti europei; infine servizi efficienti, in particolare in ambito ferroviario e fluviale, cosa che implica senza dubbio la presenza degli armatori lungo la catena economica».
«Ciò significa che, effettivamente - ha rilevato la Corte dei Conti - solo un numero molto limitato di porti potrà soddisfare queste condizioni negli anni a venire. Ma è anche chiaro che gli altri porti avranno così la loro vocazione, non soltanto ad esistere, ma anche svilupparsi, ciascuno nel settore particolare che è gli è proprio ma secondo schemi differenziati. Strategie di specializzazione sono possibili. Lo Stato deve cercare di fare in modo che siano messe in atto dai responsabili delle istituzioni portuali interessate. Che si tratti di Dunkerque, di Rouen, di Nantes o di Bordeaux, ciascuno può sviluppare la sua specificità o la sua complementarità con un porto vicino. Ma lo Stato deve anche suscitare e facilitare un migliore legame tra questi porti e il tessuto economico e sociale circostante. Quest'evoluzione è conforme agli sforzi di regionalizzazione intrapresi da molti anni. E favorirla è la sua missione, anche se ciò deve comportare una rinuncia ad una parte della sua tutela storica».
«Il successo dei progetti prioritari riguardanti Le Havre e Marsiglia e lo sviluppo degli altri porti - ha concluso la Corte dei Conti - giustifica l'adozione di un nuovo testo relativo alle missioni, allo statuto ed ai principi d'organizzazione dei porti autonomi francesi. Preparato in collaborazione con le parti sociali e le autorità regionali, sostituirebbe la legge del 29 giugno 1965 che, certamente, ha permesso uno sforzo d'investimento significativo da parte dello Stato, ma che non è stata adattata né all'evoluzione dell'economia portuale né alla necessaria diversità ch'essa implica tra i porti».
Nel suo rapporto la Corte dei Conti pubblica un grafico sul costo di uno scalo in alcuni porti europei da parte di una portacontainer da 6.400 teu impiegata su una rotta Europa - Estremo Oriente. Per il porto di Marsiglia tale costo ammonta a 175.000 euro e a Le Havre a 150.000 euro. Sensibilmente inferiore il costo in altri porti europei: a Rotterdam e Valencia è di 142.000 euro, ad Anversa di oltre 130.000 euro e a Genova di 142.000 euro.