In occasione della Seatrade Med Cruise & Ferry Convention, in svolgimento a Napoli, il presidente della Cemar, Sergio Senesi, ha illustrato le previsioni dell'agenzia marittima genovese sull'evoluzione del mercato crocieristico mediterraneo, comparto che - ha osservato Senesi - «sta attraversando un periodo di rapidi e fondamentali cambiamenti registrando un'espansione a livello esponenziale che lo porta ad essere il settore di maggior crescita nel business del turismo».
Secondo le stime di Cemar, nel 2007 saranno circa 7.250.000 i passeggeri movimentati nei porti italiani, per un totale di oltre 3.870 toccate nave (il 2006 si chiuderà con 5.940.000 passeggeri e 3.940 toccate nave). L'Italia si riconfermerà così la prima destinazione crocieristica del Mediterraneo come numero totale di passeggeri movimentati davanti alla Spagna (4.200.000) e Civitavecchia, con 1.460.000 croceristi previsti, insidierà il primato del porto di Barcellona (1.400.000 passeggeri previsti nel 2006 e 1.550.000 previsti nel 2007). Ma la crescita riguarderà tutti i grandi porti italiani: Livorno (670.000), Napoli (1.100.000), Civitavecchia (1.460.000), Palermo (440.000), Venezia (1.100.000), Messina (260.000), Bari (280.000), Genova (380.000) e Savona (700.000).
«È un dato di forte impatto e di grande soddisfazione per tutti gli addetti ai lavori - ha rilevato Senesi - ma anche allarmante se si evidenzia che i porti non sono in grado di compensare la forte richiesta di espansione del mercato. L'Italia grazie alla sua posizione predominante e alle forti attrattive turistiche è mediamente toccata 2,8 volte per ogni crociera nel Mediterraneo, contro lo 0,65 della Croazia, lo 0,20 della Tunisia, il 1,1% della Spagna e lo 0,88 della Francia».
Il rapporto della Cemar indica come la movimentazione dei croceristi durante il periodo invernale, la destagionalizzazione del settore, sia raddoppiata negli ultimi quattro anni. Inoltre il documento sottolinea la leggera flessione nel numero di scali (circa -1,77%), che evidenzia la sempre maggiore offerta di navi più capienti.
Cemar rileva come, da un punto di vista logistico e strutturale, non tutti i grandi porti italiani «saranno in grado di gestire e supportare in maniera efficace» la crescita del traffico dei passeggeri. «Proprio per questo - ha proposto l'agenzia - si richiede una politica di rivalutazione di tali aree che preveda una programmazione sugli accosti in base alle reali possibilità. È infatti necessario creare uno strumento per poter coordinare e monitorare con precisione le prenotazioni delle banchine, cosa relativamente semplice con le moderne tecnologie e internet. Potrebbe essere una soluzione per superare i limiti strutturali legati a banchine e qualità dei servizi di terra».
Nel corso del Seatrade, nell'ambito della conferenza intitolata "The Mediterranean Cruise Arena", il direttore generale di Costa Crociere, Gianni Onorato, ha invece commentato i dati sul grande potenziale di sviluppo delle crociere in Europa, analizzandoli anche da un punto di vista qualitativo e mettendo in luce sia i fattori chiave di successo che le future sfide. Tra i fattori chiave di successo indicati da Onorato ci sono la qualità del servizio, il rapporto qualità-prezzo verso gli altri tipi di vacanza e gli investimenti in marketing e pubblicità. Mentre le sfide per il futuro riguardano soprattutto il mantenimento della qualità del servizio, il miglioramento delle infrastrutture e la proposta di nuove destinazioni nelle crociere nel Mediterraneo.
Alcuni dei dati commentati illustrano che in Europa si è passati da 2 milioni e 672mila passeggeri nel 2003 a 3 milioni e 213mila nel 2005, con un incremento percentuale del 13%, e nel 2010 si arriverà a raggiungere quota 4 milioni e 500mila passeggeri (+17%). Nei principali Paesi dell'Europa occidentale l'industria delle vacanze organizzate ha prodotto nel 2005 un fatturato di circa 48,15 miliardi di euro (in crescita del 4,1% rispetto al 2004), e circa l'8,4% di questo valore proviene dal settore crociere. I paesi dove il settore crociere ha generato più valore sono Regno Unito (18,2% del fatturato), Italia (12,1%) e Spagna (10,4%). Dal 2004 al 2005 il valore economico del settore crociere è cresciuto del 13,1%, mentre quello dell'intero mercato delle vacanze del 4,1%.
Dal 2007 al 2010 Costa Crociere introdurrà quattro nuove navi nella propria flotta con un investimento complessivo di quasi due miliardi di euro.
«Tutta l'industria crocieristica - ha concordato Pierfrancesco Vago, amministratore delegato di MSC Crociere - sta vivendo un momento di fortissima espansione dimostrandosi l'unico settore in grado di mantenere un tasso di crescita costantemente alto e rappresentando sicuramente il fenomeno più interessante di tutto lo scenario turistico». «Le compagnie crocieristiche, per essere competitive - ha aggiunto - devono operare su economie di scala, realizzando investimenti sempre più imponenti. MSC Crociere è protagonista di quello più massiccio con un piano di crescita esponenziale che la porterà a offrire un milione di posti letto entro il 2010, per un investimento complessivo di oltre quattro miliardi di euro».
La conseguenza diretta dell'utilizzo delle economie di scala - ha osservato Vago - è stata la rivoluzione in termini di pricing. I prezzi, infatti, sono diminuiti considerevolmente, permettendo ad una sempre più consistente fascia di clientela di accedere al prodotto "crociera". Inoltre, l'inversione di tendenza per quanto riguarda le politiche tariffarie, con la nuova tendenza all'early booking, ha fatto sì che si realizzasse un gioco a somma positiva per tutti, consentendo alle compagnie di ottenere le prenotazioni in anticipo e al cliente di programmare la vacanza con più tranquillità. «Occorre però - ha sottolineato - guardare oltre ai risultati di breve periodo e presidiare con estrema attenzione gli elementi che hanno reso la crociera un prodotto così apprezzato per difendere la posizione di prestigio che l'industry ha conquistato».
Le compagnie croceristiche - secondo il manager di MSC Crociere - devono trovare l'equilibrio tra i ricavi immediati e l'esigenza di sostenere lo sviluppo del mercato nel medio termine e in tutte le stagioni: l'abbassamento dei prezzi, infatti, ha compresso i margini unitari primari in favore di maggiori volumi. «Bisogna vincere la tentazione - ha detto Vago - di compensare la compressione dei margini con un'eccessiva pressione commerciale a bordo o, ancora peggio, con una politica di risparmio sulla qualità dei servizi. Questo sarebbe un grave errore perché comprometterebbe i punti di forza che hanno reso la crociera così desiderata. La sfida del mercato croceristico si fonda quindi sulla qualità superiore dei servizi (cucina, intrattenimento, comfort e attenzione all'ospite) e sulla capacità di costruire navi molto capienti, ma capaci di creare atmosfere intime e a misura di ospite».