Ieri nel porto di Bruxelles la Commissione Europea, rappresentata dai commissari Vladimir Spidla (Occupazione, affari sociali e pari opportunità) e Antonio Tajani (Trasporti), e le parti sociali hanno celebrato un accordo stipulato con l'obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro dei marittimi europei e che è basato su una proposta di direttiva della Commissione che prevede un'intesa a livello europeo tra le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati del settore.-
- In occasione dell'European Maritime Day, celebrato lo scorso 20 maggio, l'European Transport Workers' Federation (ETF), in rappresentanza dei lavoratori marittimi, e l'European Community Shipowners' Associations (ECSA), in rappresentanza delle società armatoriali, avevano siglato un accordo sugli standard di lavoro nel settore marittimo che è frutto di un anno e mezzo di trattative e che mira ad introdurre nel diritto comunitario alcune disposizioni della convenzione sul lavoro marittimo adottata nel 2006 dall'International Labour Organisation (ILO). Le parti sociali hanno quindi chiesto alla Commissione Europa di proporre una direttiva che applichi effettivamente le disposizioni di questo accordo al diritto comunitario.
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- Le nuove norme - ha spiegato Bruxelles - contribuiranno in particolare a migliorare le condizioni di lavoro della gente di mare nei seguenti campi: contratti di lavoro, durata del lavoro, rimpatrio, sviluppo delle carriere e della professionalità, strutture per l'alloggio e lo svago, alimentazione e catering, tutela della salute e della sicurezza, cure mediche e procedure di reclamo.
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- «Questo accordo - ha detto Vladimir Spidla - introdurrà norme restrittive che rafforzeranno gli standard adottati a livello internazionale, europeo e locale. Migliorerà le condizioni di lavoro di migliaia di persone e stimolerà la creazione di un maggior numero posti di lavoro di migliore qualità nel settore marittimo, contribuendo nel contempo alla lotta contro il dumping sociale».
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- «Inoltre - ha rilevato Antonio Tajani - l'accordo dovrebbe consentire di rendere la concorrenza più equa per gli operatori così come per le bandiere che applicano soddisfacenti condizioni di lavoro. In particolare dovrebbe salvaguardare i giovani e garantire cure mediche adeguate per tutta la gente di mare. Dovrebbe anche migliorare la sicurezza marittima, poiché gli incidenti in mare sono spesso la conseguenza di cattive condizioni di lavoro a bordo». «La Commissione Europea - ha aggiunto il commissario europeo ai Trasporti - si assicurerà che tali obiettivi siano raggiunti sulle navi battenti bandiera degli Stati membri dell'UE e sulle navi che fanno scalo nei porti europei, indipendentemente dalla loro bandiera o dalla nazionalità del loro equipaggio».
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- Uno studio effettuato nel 2006 per la Commissione Europea ha calcolato che nel 2004-2005 il settore del trasporto marittimo dell'Unione Europea garantiva complessivamente 303.000 posti di lavoro a cittadini dell'Unione Europea e di altre nazioni non europee a bordo di navi battenti bandiera di Stati membri dell'UE, di nazioni dell'Area Economica Europea o di paesi terzi. La Polonia, la Grecia e l'Italia sono i Paesi europei che contano il maggior numero di marittimi e - ha precisato la Commissione - l'importanza del settore dei trasporti marittimi è maggiore nei nuovi Stati membri dell'UE che in quelli vecchi.

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