- Nonostante l'avversa congiuntura economica «gli armatori italiani hanno dimostrato di saper competere e di continuare a sviluppare la flotta grazie ad uno straordinario strumento di crescita: il Registro internazionale». Lo ha detto oggi il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Paolo d'Amico, nel corso dell'assemblea dell'associazione svoltasi a Roma.
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- «Dal 1998, con l'introduzione del Registro internazionale - ha rilevato d'Amico - la flotta italiana è più che raddoppiata: 19 milioni di tonnellate di stazza lorda, 80.000 addetti diretti e 110.000 nell'indotto, 37 miliardi di euro investiti in dieci anni in Italia e all'estero, una flotta che per il 67% ha meno di dieci anni ed ha raggiunto l'undicesima posizione nella graduatoria delle principali flotte mondiali conquistando la leadership nel settore dei traghetti, delle crociere e delle chimichiere».
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- d'Amico ha sottolineato che il Registro internazionale è il perno di un complesso e delicato sistema di regole e procedure che per funzionare - ha spiegato - deve essere preservato nella sua interezza: «può ancora essere migliorato a costo zero - ha precisato - attraverso una rinnovata stagione di ammodernamento e semplificazione delle regole».
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- Il presidente di Confitarma ha specificato che la ricetta dell'associazione armatoriale italiana si inserisce nel solco della forte azione, più volte richiesta dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, volta a contrastare il peso della burocrazia. Intervenendo all'assemblea lo stesso Squinzi, ha evidenziato che «l'Italia ha tra i suoi punti di forza il trasporto marittimo che va sostenuto e potenziato» e che «il cluster marittimo italiano si conferma come uno dei settori più dinamici della nostra economia». Nel descrivere l'attuale situazione di crisi che grava sul Paese e le probabili prospettive a medio termine, Squinzi ha confermato come la semplificazione burocratica - tema centrale del suo programma quadriennale - sia fondamentale per la ripresa dell'economia italiana: «vanno eliminati - ha spiegato - gli ostacoli amministrativi che frenano la nostra economia, sono un costo e in questo momento non sono più sostenibili».
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- d'Amico ha concordato sulla necessità di avviare una stagione di ammodernamento che deve coinvolgere anche la macchina amministrativa statale, attraverso l'informatizzazione delle sue procedure e la creazione di un'amministrazione dedicata alle numerose e complesse tematiche del settore, valorizzando il ruolo dell'amministrazione quale interfaccia altamente qualificata con il mondo produttivo: «da tempo - ha ricordato - il mondo marittimo italiano chiede un Ministero del Mare. Se proprio non è possibile - ha aggiunto - venga almeno ripristinato un Dipartimento per i trasporti marittimi».
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- Il presidente della Confitarma ha citato alcuni esempi di ammodernamento a costo zero del complesso sistema di regole e procedure di settore: ricorso alla delega agli organismi riconosciuti per le visite di sicurezza e radio all'estero, come avviene in tutti i Paesi marittimi del mondo (per abbattere le ingenti spese connesse all'invio di personale qualificato dall'Italia), adeguamento delle farmacie di bordo alle reali esigenze degli equipaggi e dei passeggeri a bordo delle diverse tipologie di navi (l'attuale disposizione obbliga gli armatori ad una spesa che secondo Confitarma è in gran parte ingiustificata, valutabile nel complesso in circa 6-8 milioni di euro), rendere operativa la banca dati naviglio ed adottare al più presto le norme a costo zero relative al regime amministrativo delle navi (iscrizione, cancellazione, dismissione temporanea, procedure costose, anche in termini di tempo e risorse-lavoro - ha evidenziato l'associazione - che all'estero sono già del tutto informatizzate).
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- Intervenendo all'assemblea il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Guido Improta, rispondendo ad alcune delle problematiche sollevate dal presidente di Confitarma in tema di sburocratizzazione, ha affermato che «su impulso del ministro Passera, l'amministrazione è orientata a favorire l'accoglimento delle proposte che Confitarma ha già elaborato e che consentirebbero di migliorare l'equilibrio economico e l'efficienza dell'intero settore». In particolare - ha precisato - nel quadro delle iniziative volte a modernizzare, razionalizzare ed uniformare le procedure vigenti nei singoli Stati membri, nel decreto Crescita bis all'esame del Consiglio dei ministri è previsto, il recepimento della direttiva 2010/165, in materia di formalità di arrivo e partenza delle navi, si sta avviando verso il completamento il processo di informatizzazione delle procedure ed è stato accelerato il processo per l'informatizzazione della Banca Dati Naviglio.
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- Nella sua relazione d'Amico ha dedicato particolare attenzione anche al problema della pirateria. Dopo aver rivolto un pensiero ai fucilieri del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ancora detenuti in India, ha elogiato la strategia italiana di contrasto alla pirateria che trova il suo cardine nella legge n.130 del 2011. Una strategia - ha osservato - che «si è rivelata estremamente positiva, grazie soprattutto all'intensa collaborazione tra armamento e Marina Militare». d'Amico ha rinnovato la disponibilità e l'interesse dell'armamento a rivisitare, laddove ritenuto necessario, la Convenzione dell'11 ottobre 2011, rendendola ancor più rispondente alla realtà operativa. Peraltro - ha ricordato - manca ancora il decreto attuativo della legge 130 per consentire l'impiego di team privati armati a bordo delle navi italiane quando non siano disponibili o non sia possibile imbarcare i Nuclei Militari di Protezione. «L'Italia - ha detto il presidente della Confitarma - non può rimanere indietro. Gran parte della nostra flotta potrebbe cambiare bandiera solo per la mancanza di un provvedimento amministrativo a costo zero!» A tal proposito d'Amico ha ringraziato i senatori Amato e Pinotti «promotori della risoluzione adottata due giorni fa dalla Commissione Difesa del Senato, che impegna il governo a completare il progetto di difesa attiva previsto dalla legge 130, tenendo presenti sia le esigenze dell'industria armatoriale italiana sia le necessarie modifiche della norma primaria e del decreto attuativo di cui abbiamo urgente bisogno».
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- In merito all'incidente della Costa Concordia, d'Amico ha ribadito il cordoglio dell'armamento per la perdita di vite umane ed ha sottolineato come la Confitarma abbia da subito collaborato senza clamori con le istituzioni «per identificare eventuali miglioramenti da apportare alla sicurezza della navigazione già peraltro regolata da normative internazionali e nazionali severissime». Peraltro - ha proseguito - non bisogna dimenticare «le centinaia di comandanti italiani di navi da crociera del mondo la cui elevata professionalità è da sempre riconosciuta a livello internazionale; prova ne è che circa la metà delle navi da crociera ha un comandante italiano».
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- In tema di cabotaggio, il presidente di Confitarma ha sottolineato come, a causa di una carenza della norma comunitaria che nel 1999 ha liberalizzato i traffici del cabotaggio dei Paesi UE, le amministrazioni competenti non sono in grado di attivare controlli per verificare la effettiva genuinità di operatori extracomunitari che entrano nei traffici domestici italiani. Anche sulle rotte di short shipping - ha spiegato - si rilevano discriminazioni a danno degli armatori italiani perché le varie amministrazioni competenti non riescono «a cementare il loro operato su una strategia comune volta a difendere il sistema-paese». d'Amico ha sollecitato anche una decisa azione politica per la verifica in ambito comunitario della compatibilità del regime dell'ecobonus per l'anno 2010-2011.
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- Sulla privatizzazione della Tirrenia, il presidente di Confitarma si è riservato di esprimere pareri in attesa che l'intero processo venga completato per alcune società regionali. In particolare, in merito al fatto che la Regione Sardegna ha appena annunciato la costituzione di una società di navigazione per i collegamenti tra Sardegna e continente ( del 27 settembre 2012), d'Amico ha sottolineato che «non solo tale società viene costituita con denaro pubblico, ma opererà su servizi di linea ove sono già presenti società private» e che «alcune tratte già usufruiscono di sovvenzioni ministeriali. Al contempo, nonostante i numerosi solleciti da Roma e Bruxelles, la Regione Sardegna tarda a privatizzare la società regionale Saremar».
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- Da parte sua il sottosegretario Improta ha ricordato che i dicasteri interessati hanno censurato lo stanziamento di fondi regionali in favore di collegamenti con il continente, notoriamente di competenza statale, proponendo al Consiglio dei ministri l'impugnativa. Peraltro - ha aggiunto - «secondo quanto previsto dal comma 7 dell'articolo 19 ter della legge 166/2009 le sole funzioni ed i compiti di programmazione e di amministrazione relativi ai servizi di cabotaggio marittimo di servizio pubblico, che si svolgono all'interno di una regione, possono essere esercitati dalla stessa regione».
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- Per quanto riguarda i porti, il presidente di Confitarma ha ribadito la totale contrarietà dell'armamento alla richiesta avanzata da alcune Autorità Portuali di ampliare la propria competenza in materia di determinazione tariffaria e di organizzazione dei servizi tecnico-nautici di ormeggio, pilotaggio e rimorchio, perché ciò significherebbe - ha spiegato - «il venir meno dell'indispensabile garanzia di una applicazione omogenea a livello nazionale sia dei meccanismi tariffari che delle condizioni di sicurezza operativa strettamente legati a tali servizi. Garanzia che solo il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti può assicurare, in una corretta ed imparziale logica di sistema». Pur ribadendo la disponibilità al dialogo con Assoporti, Confitarma - ha aggiunto - intende far valere «gli interessi dell'armamento nazionale che, insieme a quello estero, rappresenta l'utente che effettivamente paga tali servizi» e considera estremamente prezioso l'accordo interassociativo, siglato sulla materia nel 2007 da tutte le associazioni rappresentative dell'utenza e degli erogatori dei servizi tecnico-nautici.
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- In merito ai rapporti con il mondo bancario, il presidente di Confitarma ha annunciato un tavolo di confronto costruttivo con l'ABI e con le principali banche italiane «per meglio focalizzare la realtà armatoriale italiana, storicamente composta da entità esclusivamente corporate, di lunga tradizione, ben lontana da fenomeni di aziende prevalentemente finanziarie che caratterizzano altre esperienze straniere e per definire delle best practice in grado di soddisfare le esigenze specifiche delle banche e, nello stesso tempo, garantire la continuità aziendale delle nostre imprese».
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- In materia di sicurezza ed ambiente d'Amico ha invocato la pronta risoluzione della problematica relativa alla disposizione che impone alle navi passeggeri in servizio di linea di utilizzare combustibile a basso tenore di zolfo nella Zona di Protezione Ecologica (praticamente tutti i collegamenti tra continente e Sicilia-Sardegna), prodotto - ha spiegato - di difficile reperimento nei nostri porti nei quantitativi richiesti dal mercato.
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