- Ieri nella sede dell'Autorità Portuale di Genova a Palazzo San Giorgio si è tenuto un convegno sulla mobilità sostenibile delle merci, che è stato promosso dall'Ambasciata di Svizzera in Italia e dal Consolato generale di Svizzera a Milano con il patrocinio della Regione Liguria, del Comune e dell'Autorità Portuale di Genova e in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, nel corso del quale è stato presentato lo studio “Genova-Rotterdam: un corridoio sostenibile”.
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- Lo studio, svolto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e incardinato sui tre pilastri della sostenibilità economico, ambientale e sociale, giunge alla conclusione che il Corridoio ferroviario Genova-Rotterdam sia sostenibile perché utile e utile perché sostenibile. Infatti, il Corridoio mette in relazione regioni europee tra le più densamente popolate e a maggiore vocazione industriale in cui si concentrano, in poche centinaia di chilometri, distretti produttivi d'importanza mondiale.
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- Le stime più recenti sulla crescita della domanda di trasporto lungo il Corridoio, effettuate tenendo conto degli effetti macroeconomici indotti dalla crisi - precisa lo studio - prevedono una crescita della domanda di trasporto merci su strada da e per l'Italia dell'8 % nel 2020 e di un valore oscillante tra il 12 ed il 32 % nel 2030, traducendosi in un numero di veicoli pesanti attraverso le Alpi svizzere pari a circa 850.000 veicoli annui nel 2009, 975.000 nel 2020 e 1.171.000 nel 2030. Il traffico stradale odierno è in larga parte di lunga percorrenza (oltre i 300 chilometri), a conferma del fatto che esistano ancora dei consistenti margini di miglioramento per il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia.
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- Dal punto di vista degli effetti positivi sull'ambiente, ipotizzando che nel 2030, in linea con le prospettive delineate dal Libro Bianco UE sui trasporti, la parte maggioritaria dei traffici merci superiori ai 300 chilometri diretti e generati in Italia sia trasferita dalla strada alla rotaia - rileva ancora lo studio - si potrebbe raggiungere una riduzione annua delle emissioni pari a 0,3 milioni di tonnellate di CO2, 1.000 tonnellate di NOx e sette tonnellate di particolato (PM) e un risparmio energetico di 100.000 TEP. Questa potenziale riduzione - sottolinea lo studio - è considerevole perché è riferita solo a una quota dei volumi di traffico da trasferire su rotaia, quella delle merci trasportate su veicoli pesanti con origine e destinazione in Italia.
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- La quota maggioritaria dei volumi di traffico da trasferire dalla strada alla ferrovia è poi quella costituita da tutti i volumi di traffico, merci e passeggeri, che si svolgono sul Corridoio. Grazie a questo potenziale trasferimento modale dalla strada alla ferrovia, i costi esterni evitabili (incidenti, congestione, rumore, emissioni, ecc.), per i minori costi esterni del trasporto ferroviario, potrebbero raggiungere nel 2020 circa 134 milioni di euro annui e nel 2030 circa 327 milioni di euro annui.
- Il trasferimento di questi volumi di traffico dalla strada alla ferrovia costituirebbe dunque in termini ambientali, sociali ed economici un vantaggio cospicuo per l'Italia, con forti ricadute sulla competitività complessiva del Paese e sulle politiche di crescita sostenibile.
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- Nel corso del convegno Guido Porta, presidente di FuoriMuro Servizi Portuali e Ferroviari Srl, la società che gestisce le manovre ferroviarie all'interno del porto di Genova su incarico dell'Autorità Portuale, ha evidenziato la necessità di adottare soluzioni intermodali che permettano di creare lungo il Corridoio Genova-Rotterdam soste intermedie per il carico/scarico delle merci e rendano così competitivo il trasporto su rotaia. Sottolineando che la creazione del Corridoio Genova-Rotterdam è «un'occasione irripetibile di sviluppo per i Paesi che attraversa», Porta ha tuttavia precisato che «se il Corridoio 24 si limiterà a collegare i porti di Genova e Rotterdam, il progetto decollerà difficilmente e porterà scarsi benefici ai territori attraversati». Secondo Porta, infatti, «il trasporto ferroviario merci può esprimere la propria competitività rispetto a quello su gomma solo se si prevedono tra il punto di partenza e quello di destinazione delle fermate intermedie che consentano di volta in volta di caricare o scaricare rapidamente anche solo parte dei container e delle casse mobili presenti sul treno». «Le fermate intermedie - ha aggiunto - sarebbero inoltre fondamentali per il trasporto delle merci destinate alle aree adiacenti al Corridoio, giungendo nei pressi dei centri urbani fino al chilometro zero, e potrebbero permettere di integrare il Corridoio 24, attraverso apposite intersezioni, con nuove tratte ad alta velocità, come il Corridoio Mediterraneo che dovrebbe unire la regione dell'Andalusia all'Ungheria».
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- Inoltre Porta ha presentato le ultime novità sull'impresa ferroviaria genovese: a poco più di due mesi dal rilascio della Certificazione di Sicurezza da parte dell'ANSF - Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria e dalla trasformazione in Impresa Ferroviaria, FuoriMuro avvia i primi servizi di trasporto e navettamento ferroviario. «Le attività di trasporto ferroviario di FuoriMuro - ha annunciato - partiranno in settimana con due treni adibiti al trasporto di gas GPL che collegheranno la Francia a Parma e a Mortara via Ventimiglia-Genova».
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- Inoltre FuoriMuro realizzerà sinergie con l'impresa ferroviaria InRail, basata a Udine e attiva nel Nord-Est, di cui lo stesso Porta è fondatore e presidente. «FuoriMuro - ha proseguito Porta - ha confermato la propria crescita anche per quanto riguarda il numero di carri movimentati all'interno del porto di Genova. Anche nel mese di settembre, infatti, i dati confermano una media mensile di circa 11.000 carri, in ripresa rispetto al biennio 2010-2011. Ciò testimonia l'importanza del porto di Genova e la sua capacità di saper attrarre traffici rappresentando uno sbocco fondamentale sul Mediterraneo per i Paesi del Nord Europa».
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