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ESPO conferma i sospetti di dumping da parte di alcuni porti europei nell'applicazione delle norme doganali
L'associazione denuncia il fenomeno dello “shipping portuale”, che determina una distorsione della concorrenza tra gli scali UE
10 dicembre 2012
L'European Sea Ports Organisation (ESPO) ha presentato un documento programmatico sulle dogane che evidenzia le differenze di applicazione delle normative doganali comunitarie tra i porti europei. È un tema caro ad alcuni porti italiani e in particolare al porto di Genova, che più volte a denunciato un vero e proprio “dumping normativo” messo in atto dai porti nordeuropei che applicherebbero tali norme in maniera più permissiva a danno dei porti del Mediterraneo, che adottano invece criteri più rigorosi.
ESPO conferma il sospetto: «queste differenti pratiche - ha rilevato l'associazione dei porti europei - conducono al fenomeno dello “shipping portuale” da parte delle compagnie di navigazione e degli spedizionieri, che determina una distorsione della concorrenza tra i porti europei ed una disparità di trattamento nei confronti degli operatori economici».
Non solo ESPO avvalora le congetture del cluster portuale genovese, ma fa nomi e cognomi citando proprio il caso del porto di Genova e del porto di Rotterdam, scalo nordeuropeo preso sempre ad esempio dai rappresentanti delle istituzioni e degli operatori portuali genovesi per denunciare l'attività di dumping. Il Policy Paper di ESPO è infatti basato su uno studio comparativo delle organizzazioni che sovrintendono al controllo e all'ispezione delle merci in transito nei porti di Rotterdam e di Genova, documento che l'associazione definisce «uno strumento utile per individuare le principali questioni da affrontare con un approccio comune».
Nel suo documento ESPO sollecita inoltre la Commissione Europea a chiarire la relazione tra lo sviluppo dello sportello unico doganale, che avviene su base nazionale e che è correlato alla direttiva sulle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo o in partenza da porti dell'UE, e l'iniziativa dell'e-customs al fine - ha spiegato l'associazione - «di evitare la coesistenza di due sportelli unici, uno per le navi ed uno per le merci».
ESPO ha lanciato anche un allarme avvertendo la Commissione Europea che il regime di dichiarazione anticipata per le merci in avvio via mare, che è in vigore dal 1° gennaio 2011, determina un dirottamento dei carichi destinati ai porti europei del Mediterraneo verso i porti del Nord Africa. In particolare, l'associazione chiede che, al fine di riequilibrare la concorrenza tra gli scali portuali delle due sponde del Mediterraneo, i carichi che sono trasbordati in porti comunitari siano esentati dal presentare la Dichiarazione Sommaria d'Entrata (ENS) o, almeno, che i dati da presentare siano meno dettagliati.
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