- Una cabina di regia dove discutere la riforma della legislazione sui porti, un maggior coinvolgimento dei Comuni per la nomina dell'Autorità Portuale e un adeguamento della legge in linea con quanto previsto da disegno di legge Delrio sulle città metropolitane. È quanto chiesto oggi dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), rappresentata dal sindaco di Livorno e delegato alla Portualità, Alessandro Cosimi, in un'audizione al Senato davanti all'ottava commissione Infrastrutture che sta esaminando la riforma della legislazione nazionale in materia. Nel corso dell'incontro l'ANCI ha presentato un documento, che pubblichiamo di seguito, dove sono elencate le proposte di emendamento e le indicazioni dei sindaci.
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- «Servono - ha dichiarato Cosimi al termine dell'incontro - regole definite per una programmazione che sia efficace sul territorio al fine di definire bene il rapporto tra Comuni e Autorità Portuale. Il quadro della materia muta con grande rapidità e le Autorità Portuali saranno investite presto da una direttiva o regolamento europeo. Poi c'è tutta la partita legata al disegno di legge Delrio sulle città metropolitane, al cui interno troveranno spazio anche le città sedi di porti». Da qui la richiesta di un tavolo comune dove i sindaci devono sedere con pari dignità istituzionale. «Non dobbiamo dimenticare - ha rilevato Cosimi - che il Titolo V della Costituzione ci assegna un ruolo. Questo non vuol dire voler nominare l'Autorità Portuale vogliamo, ma discutere, ognuno per le proprie funzioni e prerogative, non di chi comanda, ma di come far funzionare i nostri porti».
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- Oltre ai punti toccati dal delegato Anci, i sindaci chiedono di dotare il territorio «delle risorse necessarie a far fronte alle spese legate ai servizi portuali e alle compensazioni ambientali». Inoltre, come deciso nel consiglio nazionale del 14 luglio 2011, ANCI chiede che la «politica marittima» sia «questione di primaria importanza nell'agenda di governo da rappresentare nelle sedi comunitarie».
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- Audizione
- VIII COMMISSIONE LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI
- SENATO DELLA REPUBBLICA
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- Esame Congiunto Dei Disegni Di Legge NN. 120 E 370
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- Riforma Della Legislazione In Materia Portuale
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- Roma,
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- Considerazioni
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- Il settore portuale oggetto di particolare attenzione in quanto settore produttivo coinvolto in un processo sempre più ampio di liberalizzazione a livello nazionale ed internazionale, svolge un ruolo fondamentale nella vita economica del Paese e, come è riconosciuto anche nel Libro Verde della Commissione dell'UE sui porti e sulle infrastrutture marittime, ha un'importanza strategica per tutto il continente europeo. Il sistema portuale muove nel complesso una economia importante per il Paese Italia.
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- La posizione strategica della penisola italiana permette ai nostri principali porti di collocarsi non solo al centro dei traffici marittimi intra-mediterranei, ma anche al centro delle rotte tra l'Estremo Oriente e il Nord Europa e, in prospettiva, anche da quelle colleganti Asia, Mediterraneo e Nord America.
- L'Associazione accoglie con favore la volontà da parte del Parlamento e della Commissione di voler prestare l'attenzione dovuta ad un settore così importante per la nostra economia prevedendo, anche in questa Legislatura, una proposta di modifica della legislazione portuale1 a distanza di ormai quasi 20 anni dall'ultimo intervento di riordino del settore.
- L'Anci prende atto della scelta di utilizzare l'articolo 81 del regolamento del Senato il cui testo riprende integralmente i contenuti del Disegno di legge (T. U. 263, 754 e 2403) già approvato al Senato nella scorsa legislatura e giunto all'esame della IX Commissione trasporti della Camera.
- Sul piano del metodo occorre segnalare che i Comuni relativamente al Disegno di Legge Governativo (A.S. 2403) nel corso delle istruttorie tecniche di Conferenza Unificata e in sede politica hanno presentato proposte di emendamenti al testo, molte delle quali accolte dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
- Si ricorda che la Legge 84/94 ha innovato il modello istituzionale precedente, basato su porti interamente pubblici che andavano adeguati alle nuove esigenze dell'industria del trasporto marittimo e intermodale ed ha consentito ai principali porti italiani, attraverso l'istituzione delle Autorità Portuali, di intercettare i crescenti traffici in transito nel bacino del Mediterraneo, generando tassi di crescita sensibilmente maggiori della maggior parte dei concorrenti mediterranei.
- In tal senso le Autorità portuali nel gestire i servizi all'interno del porto devono continuare ad essere strumento delle attività nei porti e non soggetto titolare di funzioni di Governo del Territorio.
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- A tal proposito all'art 3 del Disegno di legge in esame dove si definisce il piano regolatore portuale e la relativa attuazione, risulta di fondamentale importanza chiarire che l'Autorità Portuale, in quanto tale, può definire le opere portuali e i relativi assetti territoriali del porto sotto il profilo funzionale ma non sotto il profilo territoriale, proprio perché soggetto funzionale alle attività del Porto ma non titolare di competenze di governo del territorio.
- Per quanto riguarda il governo del territorio portuale, nel superare la dimensione che lo vede estraneo alla programmazione e pianificazione territoriale del più complessivo governo del territorio, va riconosciuta la specificità attraverso una rivisitazione della norma che veda un ruolo attivo e forte dell'Ente Locale anche in vista della riforma ordinamentale in atto.
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- La programmazione dell'offerta ed il coordinamento con le reti terrestri vanno collocati ai corrispondenti livelli amministrativi, dove il governo del territorio utilizzato per la portualità - o in funzione della portualità - va ricondotto il più vicino possibile alla comunità dove esso è inserito secondo il principio di sussidiarietà.
- Nell'ambito della pianificazione generale potrà così essere riconosciuta per le Autorità portuali una specificità attraverso apposite concertazioni promosse dai soggetti titolari delle funzioni fondamentali di governo del territorio.
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- È imprescindibile insomma che l'approvazione del Piano Regolatore Portuale produca effetti solo se esplicitamente previsto dal Piano Regolatore e dagli strumenti urbanistici vigenti pur riconoscendo la specificità del porto.
- Ciò, anche a seguito dell'esperienza maturata sul territorio nei rapporti tra Comune, Regione e Autorità Portuale sulle procedure utili alla pianificazione territoriale.
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- CONCLUSIONI
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- l'ANCI ritiene che l'accoglimento delle proposte di modifica siano fondamentali e ribadisce che è una priorità per il nostro Paese, modificare la Legge n. 84 del 1994, prevedendo in linea con il federalismo municipale, di dotare il territorio delle risorse necessarie a far fronte alle spese legate ai servizi portuali nonché a disporre delle risorse necessarie per le compensazioni ambientali oltre che ad assicurare interventi infrastrutturali sia di carattere stradale che su ferro per il collegamento in area urbana e per il potenziamento degli interventi a favore del traffico passeggeri e per la sicurezza delle infrastrutture e dei porti. Inoltre, i settori della navigazione e delle infrastrutture portuali devono poter contare su un quadro normativo stabile definendo regole giuridiche eque e trasparenti per gli investitori, gli operatori e gli utenti.
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- Già come sottolineato in un o.d.g. approvato dal Consiglio Nazionale Anci svoltosi a Livorno il 14 luglio 2011 e che oggi ribadiamo, anche la necessità di assumere la politica marittima, ed in particolare il tema della cantieristica navale e delle riparazioni navali nell'economia del mare e delle città portuali, come questione di prioritaria importanza nell'agenda di governo da rappresentare nelle sedi comunitarie.
- E non solo, ma di coinvolgere le città portuali ad un tavolo nazionale di confronto sul rilancio della cantieristica navale che superi la logica della negoziazione ‘spezzettata' per le singole città, al fine di contribuire alla definizione delle misure di rilancio e di sviluppo della portualità, con la previsione di una ricaduta diretta sui territori in termini occupazionali e di crescita economica, nonché di migliorare la cooperazione fra l'attività portuale e la vita urbana.
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