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Trasportounito, le aziende di autotrasporto stanno facendo da banca al mondo produttivo
L'associazione denuncia l'allungamento dei pagamenti per le prestazioni dei servizi
19 novembre 2015
Trasportounito denuncia il dilatarsi del termine di pagamento delle fatture alle aziende di autotrasporto, che sostanzialmente - ha sottolineato l'associazione - stanno facendo «da banca al mondo produttivo». Secondo Trasportounito, questo oneroso e certamente non dovuto “servizio bancario” svolto dalle società di autotrasporto comporta «anticipazioni stimate per un periodo medio di tre mesi che ammontano a circa 24 miliardi di euro su 80mila imprese in esercizio, le quali - ha evidenziato l'associazione di categoria - si accollano tutto il rischio dell'esposizione finanziaria nonché un extracosto di interessi passivi per circa 400 milioni a trimestre».
Trasportounito ha spiegato che «il circolo vizioso si realizza attraverso l'allungamento dei pagamenti per le prestazioni dei servizi di autotrasporto, da parte dei loro committenti, con una media pari a circa 90 giorni dalla data fattura che si trasforma in termini reali in 120 giorni dai servizi resi. La costante crescita dei tempi di pagamento si manifesta nell'aumento dei casi in cui si registrano saldi di fatture di autotrasporto a non meno di 180 giorni. Tutto ciò - ha rilevato l'associazione - a costo zero e senza le garanzie del credito maturato, con imprese di autotrasporto poste quotidianamente con le spalle al muro: se non si accettano queste condizioni c'è sempre il rischio di non ricevere il saldo del pagamento o quello di essere prontamente sostituiti da un altro disperato pronto ad accettare condizioni capestro».
Trasportounito ha evidenziato inoltre che «sul fronte dei costi è tutta un'altra storia: le imprese di autotrasporto - ha specificato l'associazione - devono fare i conti con le forniture che, invece, sono tutt'altro che tolleranti rispetto alle scadenze di trenta giorni, come ad esempio le autostrade, il carburante, le assicurazioni ecc. E le conseguenze, in modo sempre più generalizzato, si ripercuotono anche sui dipendenti delle imprese che, mediamente, ricevono lo stipendio 60 giorni dopo rispetto alle scadenze contrattuali convenute».
«Per arginare questo fenomeno - ha ricordato il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo - “sarebbero” vigenti disposizioni di legge che prevedrebbero il pagamento dei corrispettivi a 60 giorni (più altri 30 con il riconoscimento degli interessi) ovvero, per un combinato di norme, addirittura a 30 giorni». «Ma tutto questo - ha recriminato - in un Paese come l'Italia è aleatorio, teorico, comodamente inapplicabile. Con sanzioni che rimangono sulla carta e con responsabilità e competenze che restano negli impolverati cassetti dei ministeri».
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