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Il punto sul tema della riduzione delle emissioni del traffico navale
Conferenza organizzata dal Propeller Club di Venezia, dall'ATENA e dalla Fondazione e dall'Ordine degli ingegneri veneziani
1 dicembre 2016
Il tema della riduzione delle emissioni dei mezzi di trasporto è diventato sempre più centrale negli ultimi anni nelle iniziative allo studio a livello internazionale per diminuire le emissioni di gas serra ed anche nel segmento del trasporto marittimo la questione è al centro dell'attenzione sia degli armatori che dei porti, soprattutto di quelli confinanti con centri urbani.
L'argomento è, in particolare, di pressante attualità a Venezia, dove si stanno cercando le migliori soluzioni e sono già state introdotte misure per diminuire l'impatto del traffico crocieristico e mercantile del porto lagunare. Il punto sul tema dell'inquinamento atmosferico prodotto dal traffico navale è stato fatto nei giorni scorsi a Mestre (Venezia) dal The International Propeller Club Port of Venice nel corso di una specifica conferenza organizzata assieme alla Sezione Veneto dell'Associazione Italiana di Tecnica Navale (ATENA), alla Fondazione Ingegneri Veneziani e all'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia.
L'ingegner Roberto Formenti della Sezione Veneto dell'ATENA ha presentato una panoramica sullo stato della normativa internazionale sulla lotta all'inquinamento ambientale da parte delle navi, sia per quanto riguarda l'inquinamento del mare sia per l'inquinamento atmosferico, nel complesso della normativa internazionale. Nel suo intervento ha ricordato come quest'ultima comprendesse inizialmente cinque annessi per contrastare l'inquinamento prodotto nei seguenti casi: per sversamento di idrocarburi; per sversamento di prodotti chimici; per effetto di carichi trasportati in colli o in contenitori; per liquidi derivanti da locali igienici e sanitari, da cucine e dal trasporto di animali vivi; per lo scarico di rifiuti in genere. A tali norme si è aggiunto poi un sesto annesso che riguarda dettagliatamente l'inquinamento atmosferico con riferimento ai seguenti casi: prodotti che aggrediscono lo strato di ozono; gas di scarico dei motori a combustione interna per quanto riguarda l'emissione di ossidi di azoto e ossidi di zolfo; emissione di vapori organici dalle cisterne del carico; emissioni dagli inceneritori; regolamentazioni sui combustibili navali. Sono poi state aggiunte una serie di normative che si riferiscono alla lotta all'effetto serra, per ridurre per quanto possibile la emissione di CO2 nell'atmosfera.
L'ingegner Andrea Galuppo dello studio di ingegneria di S.T.S di Marghera ha tracciato un quadro delle soluzioni tecniche per la riduzione delle sostanze inquinanti che sono attualmente soggette a restrizioni normative in campo marittimo da parte della Convenzione MARPOL e da parte delle varie Autorità Portuali e che riguardano in particolare gli ossidi di azoto e gli ossidi di zolfo, mentre non sono previsti limiti per le emissioni di particolato. La formazione di ossidi di azoto è legata alle variabili della combustione (temperatura, ossigeno, tempo) e i principali metodi di abbattimento consistono nel prevenirne la formazione grazie all'iniezione di molecole d'acqua nella miscela oppure intervenendo dopo la combustione tramite iniezione di urea nei gas di scarico. La formazione degli ossidi di zolfo e del particolato è invece funzione diretta del tenore di zolfo nel combustibile e l'intervento più efficace è quindi quello di utilizzare combustibili a basso tenore di zolfo come il marine gas oil (MGO) o il gas naturale (LNG); in alternativa è possibile “lavare” i fumi di scarico tramite impianti scrubber, soluzione che permette anche l'abbattimento del particolato.
Infine l'avvocato Marco Seppi del Propeller Club di Venezia ha portato l'attenzione su due recenti sentenze emesse dal Tribunale di Genova (la n. 247 del 5 febbraio 2016) e dal Tribunale di Venezia (la n. 2580 del 20 settembre 2016) con cui, in entrambe le vertenze, sono state rigettate le opposizioni avverso le ordinanze-ingiunzioni emesse dalle Capitanerie di Porto a carico di navi da crociera per aver fatto uso di combustibile liquido con tenore di zolfo superiore all'1,5% in massa. Queste ordinanze sanzionavano la violazione del disposto di cui all'articolo 295, comma 6, del decreto legislativo n. 152/2006 (norma che ha recepito la direttiva europea 1999/32Ce del Consiglio del 26 aprile 1999) in quanto era stato accertato l'impiego di combustibile avente un tenore di zolfo superiore al limite prescritto dalla normativa UE. Sono state inoltre analizzate le questioni della assimilazione, operata dalla giurisprudenza, delle navi da crociera alle navi passeggeri di linea (con conseguente applicazione dei limiti sul tenore di zolfo nel fuel) ed il contrasto di queste normative con la Convenzione internazionale MARPOL che prescrive un limite ben superiore, fino al 4,5% in massa.
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