- Da diversi anni la principale priorità ambientale dei porti europei è quella del miglioramento della qualità dell'aria. Lo conferma l'ESPO Environmental Report 2021, il rapporto annuale dell'European Sea Ports Organisation (ESPO) che dal 2013 identifica le ultime tendenze in materia di gestione ambientale tra i porti marittimi europei. I risultati per il 2021 ribadiscono infatti che i porti europei sono attivamente e sempre più impegnati nella protezione dell'ambiente e nello sviluppo sostenibile e, in particolare, nel migliorare la qualità dell'aria nelle aree portuali e in quelle circostanti.
-
- L'ESPO Environmental Report si basa sui dati di 99 membri della rete EcoPorts che hanno completato il metodo di autodiagnosi EcoPorts (SDM). Il campione include porti delle nazioni che applicano la legislazione dell'UE: gli Stati membri dell'UE, la Norvegia come membro dello Spazio Economico Europeo, il Regno Unito come ex Stato membro dell'UE con attualmente una legislazione comparabile, e l'Albania come candidato ufficiale per l'adesione all'UE
-
- Il rapporto evidenzia che, rispetto all'inizio della raccolta dei dati nel 2013, si è registrato un significativo aumento della certificazione dei sistemi di gestione ambientale da parte dei porti (+21%) e della documentazione delle responsabilità ambientali del personale dirigenziale (+11%). Nello stesso periodo, invece, sono diminuiti lo svolgimento di programmi di formazione ambientale per i dipendenti portuali (-10%) e la presenza di una raccolta della normativa ambientale di riferimento (-2%). Il documento dell'ESPO consiglia pertanto di monitorare l'andamento di questi indicatori nei prossimi anni, dato che una continua tendenza al ribasso potrebbe richiedere azioni specifiche per invertire il trend.
- Il rapporto sottolinea inoltre che nel 2021 quasi il 40% dei 99 porti oggetto dell'indagine ha ottenuto la certificazione nell'ambito del Port Environmental Review System (PERS), con aumento significativo rispetto al 2020 quando il 33% dei porti disponeva del certificato.
-
- Il rapporto spiega poi che l'Environmental Management Index, l'indice che offre un'indicazione dell'impegno dei porti del network EcoPorts nella gestione dell'ambiente, a seguito del generale aumento dei risultati degli indicatori di gestione ambientale negli ultimi otto anni ha registrato un aumento di 0,61 punti e nel 2021 il punteggio dell'EMI è risultato di 7,86 rispetto a 7,80 nel 2020, a dimostrazione del fatto che i porti dell'UE continuano a migliorare le proprie prestazioni ambientali.
-
- Il documento osserva quindi che, in generale, se i rifiuti portuali e l'efficienza energetica tendono ad essere i temi più monitorati dai porti, dal 2013 il monitoraggio della qualità dell'aria è l'indicatore che ha registrato il maggiore incremento quanto a monitoraggio.
-
- Per quanto riguarda le prime dieci priorità ambientali del settore portuale europeo, non ci sono nuove priorità introdotte nella classifica del 2021. Le cinque principali priorità ambientali del settore portuale europeo sono rimaste invariate rispetto al 2020: si tratta della qualità dell'aria, del cambiamento climatico, dell'efficienza energetica, del rumore e del rapporto con la comunità locale.
-
- Nel 2016 è stato avviato anche il monitoraggio e il resoconto nell'ESPO Environmental Report dei servizi “green” erogati nei porti. Rispetto a tale data, nel 2021 si è registrato un aumento complessivo dell'erogazione di Onshore Power Supply (+4%), cioè della fornitura alle navi nei porti di energia elettrica dalla rete di terra, e dell'erogazione di gas naturale liquefatto come combustibile per le navi (+9% ). I risultati mostrano però una lieve diminuzione dell'erogazione di tariffe differenziate per le navi “verdi” (-9 punti percentuali), sebbene più della metà dei porti monitorati renda disponibili tariffe scontate per le navi che possono dimostrare il rispetto di specifici criteri ambientali. Il rapporto rileva che la diminuzione della prevalenza delle tariffe differenziate adottate dalle autorità portuali su base volontaria è in parte attribuibile all'aumento della prevalenza delle riduzioni tariffarie obbligatorie. Il documento spiega che, ad esempio, ciò è effetto degli sconti obbligatori sulla tassa indiretta sui rifiuti ai sensi della direttiva europea sugli impianti portuali di raccolta dei rifiuti che i porti devono fissare per le navi impegnate nella gestione sostenibile dei rifiuti a bordo.
|