- Se in Italia l'autotrasporto è in fibrillazione per la risposta del governo alla crisi del comparto che le rappresentanze del settore ritengono decisamente insufficiente, in Spagna lo stato di agitazione è, se possibile, assai più elevato. In ballo c'è l'imminente approvazione del regio decreto-legge del Ministero dei Trasporti, della mobilità e dell'agenda urbana (MITMA) di Madrid che regola il trasporto su gomma. Un provvedimento che i sindacati che rappresentano gli autotrasportatori esigono che includa le misure a sostegno del settore concordate con il governo lo scorso 17 dicembre, con un accordo che lo stesso MITMA ha definito «storico», ma che è fortemente avversato - in quella forma - dall'associazione degli industriali AECOC (Asociación de Fabricantes y Distribuidores).
-
- Secondo l'AECOC, infatti, le misure concordate con il Comité Nacional del Transporte por Carretera (CNTC), l'organismo di interlocuzione con il governo formato dalle diverse sigle dell'autotrasporto, «avranno gravi conseguenze per il tessuto imprenditoriale dato che pongono chiaramente a rischio la competitività e l'efficienza della catena del valore». Per L'AECOC, «l'accordo è particolarmente dannoso per le piccole e medie imprese, poiché molte di queste non saranno in grado di sostenere queste misure. La gravità di alcune proposte - ha evidenziato l'associazione degli industriali - è tale che molte di queste potrebbero vedere compromesso il buon funzionamento delle loro attività e persino la propria sopravvivenza». Inoltre, ha sottolineato l'AECOC, «le proposte avanzate sono molto difficili da rispettare e genereranno inutili tensioni nel settore». «Il regio decreto legge, infatti - è l'ulteriore affondo dell'AECOC - accoglie le rivendicazioni delle organizzazioni delle imprese di trasporto (i datori di lavoro), ma, in nessun caso, quelle di molti degli autotrasportatori, e specialmente degli autisti, che la normativa cerca di tutelare».
-
- Uno dei punti cardine della contesa è l'introduzione del divieto (con alcune eccezioni) all'autista del camion di effettuare operazioni di carico e scarico delle merci. Secondo l'AECOC, «ciò creerà seri problemi alle imprese appaltatrici del servizio, soprattutto alle piccole e medie imprese, aumenterà i tempi di attesa e comporterà una perdita di produttività e competitività che è molto dannosa per l'intera economia». Assai differente il parere delle organizzazioni dell'autotrasporto: «la lobby dei caricatori - ha denunciato la FENADISMER (Federación Nacional de Asociaciones de Transporte de España) - presenta una visione idilliaca del funzionamento del mercato dei trasporti, basato, secondo loro, sul fatto che le operazioni di carico e scarico delle merci che gli autotrasportatori effettuano quotidianamente (più del 73% delle operazioni secondo uno studio dell'AECOC) si basa su accordi di natura amichevole tra i caricatori e gli autotrasportatori, e che ovviamente vengono pagati nella maggior parte dei casi separatamente (in oltre il 60% dei casi, si segnala nello studio citato). Purtroppo però - ha rilevato FENADISMER - questa storia non ha alcuna somiglianza con la dura realtà vissuta dagli autotrasportatori, che non solo non negoziano l'effettuazione di queste mansioni, ma in molti casi non conoscono nemmeno le misure di prevenzione dei centri dove effettuarle e, ovviamente, queste non vengono addebitate né separatamente né globalmente. Per questo - ha proseguito l'associazione dell'autotrasporto - FENADISMER sfida ancora una volta l'associazione dei caricatori a dimostrare al pubblico che è così idillico il modo di procedere dei caricatori nei confronti dei veri autotrasportatori che - ha ricordato FENADISMER - sono costretti a caricare e scaricare le merci sulle loro piattaforme e banchine di carico».
-
- Per l'AECOC, invece, è assolutamente necessario che queste attività di carico e scarico non siano incluse nelle disposizioni del regio decreto-legge: «è un grave errore - ha sostenuto l'associazione - che tale questione non possa far parte degli accordi negoziali fra le parti. Le società appaltatrici del trasporto - ha sostenuto l'AECOC - non intendono obbligare l'autista a svolgere questi compiti, ma semplicemente che si consenta che le società, di comune accordo e a seconda delle circostanze, possano decidere quale sia il sistema migliore in ciascuno dei casi. È importante evidenziare - ha specificato l'AECOC - che, nel caso in cui sia l'autista a svolgere queste mansioni, tale fatto deve trovarsi debitamente rispecchiato nel contratto, pagato a parte e, ovviamente, svolto nell'ambito delle massime garanzie di sicurezza, di prevenzione dei possibili rischi e di comfort per il conducente».
-
- Per FENADISMER, diversamente, quanto sostenuto dall'AECOC non ha alcuna attinenza con l'efficienza delle operazioni di trasporto, ma piuttosto con la volontà di continuare a riversare costi sugli autotrasportatori: «dietro tutta questa brutale opposizione - ha osservato l'associazione sindacale - c'è il tentativo da parte loro di continuare a risparmiare i due miliardi di euro all'anno, da loro stessi stimati, che qualificano offensivamente come “efficienza della catena di approvvigionamento”, naturalmente a spese dell'autotrasportatore, e che vorrebbero continuare a mantenere in futuro. Per questo FENADISMER - ha concluso l'associazione - si augura che il governo non si pieghi a queste pressioni e approvi il decreto-legge nei termini concordati con gli autotrasportatori lo scorso dicembre».
|