Oggi, in occasione di un incontro alla Moncla tra il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, e l'amministratore delegato del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk, Søren Skou, è stato concordato lo sviluppo di piani di produzione in Spagna di combustibili verdi per il trasporto marittimo. A questo scopo il gruppo armatoriale ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con il Ministero per la Transizione ecologica e la sfida demografica, il Ministero dei Trasporti, della mobilità e dell'agenda urbana e quello dell'Industria, del commercio e del turismo.
Con l'accordo, che è esito di mesi di confronto tra il governo e l'azienda danese, Maersk ha identificato la Spagna come uno dei siti più d'interesse per la produzione di combustibili verdi grazie alla sua accessibilità e disponibilità di energie rinnovabili e fonti di CO2 biogene, alla sua connettività con le principali rotte marittime, al suo ambiente stabile per gli investimenti e al suo allineamento alla transizione verde delineata dal governo.
L'accordo prevede la copertura dell'intera catena di valore, dalla produzione di energia rinnovabile al bunkeraggio delle navi. Da parte della Maersk è stata manifestata l'intenzione di creare un ecosistema incentrato sull'idrogeno verde assieme a università, aziende locali e altri partner e il gruppo danese ha individuato l'Andalusia e la Galizia quali siti per ospitare due impianti per la produzione di combustibili verdi. In particolare, l'obiettivo di Maersk è di produrre sei milioni di tonnellate annue di metanolo verde per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni della sua flotta entro il 2030, a partire da 19 navi che inizieranno a funzionare con metanolo verde nel periodo 2023-2025 e che necessiteranno di circa 750mila tonnellate di questo combustibile. Per azzerare le emissioni entro il 2040 il quantitativo di combustibile sostenibile dovrà essere maggiore.
Nel caso della Spagna, si prevede che la produzione potrebbe raggiungere i due milioni di tonnellate all'anno, con un progetto che propone un investimento, insieme a partner privati nazionali e internazionali, di circa dieci miliardi di euro, con la potenziale creazione di 85.000 posti di lavoro diretti e indiretti.