Nel bollettino dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) pubblicato ieri sono illustrate all'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, che a luglio aveva formulato una richiesta di parere, le considerazioni in base alle quali l'authority antitrust ha opposto diniego alla richiesta della compagnia di navigazione Caronte & Tourist (C&T) di ottenere una concessione demaniale marittima per la realizzazione di un sistema di approdo per il collegamento Reggio Calabria-Messina.
Ricordando di aver effettuato nel corso di quest'anno un procedimento istruttorio nei confronti di C&T relativamente al mercato dei servizi di traghettamento passeggeri e merci effettuato con navi ro-pax, considerando tale mercato distinto rispetto a quello dei servizi di traghettamento di mezzi commerciali esclusivamente con navi ro-ro, e includendo in tale mercato, sotto il profilo geografico, le due rotte bidirezionali che collegano Villa San Giovanni con i porti dell'area di Messina (Messina Rada S. Francesco e Messina Porto), l'AGCM ha evidenziato che sul mercato così individuato è stata accertata la posizione dominante di C&T che gode di un'assoluta leadership sullo Stretto trasportando il 75-80% circa di passeggeri, il 90-95% di automobili e il 60-65% di mezzi pesanti. L'Antitrust aveva tra l'altro comminato una multa di oltre 3,7 milioni di euro a C&T per aver sfruttato il suo potere di mercato per applicare prezzi ingiustificatamente gravosi per i consumatori ( del 12 aprile 2022).
Quanto al diniego relativo alla concessione demaniale marittima, l'AGCM ha ribadito che, «in generale, le concessioni dovrebbero essere rilasciate in modo da limitare al massimo il loro impatto concorrenziale. Sotto il profilo squisitamente metodologico - ha precisato l'Antitrust - l'Autorità intende anche in questa sede ribadire come, al fine ridurre al minimo la discrezionalità delle autorità portuali, massimizzando invece il grado di trasparenza e di equità della decisione, il processo di selezione dei concessionari non dovrebbe prendere le mosse esclusivamente dall'istanza del soggetto interessato, come avvenuto invece nella presente circostanza, senza che vi sia un atto di programmazione a monte che sfoci in un bando e in una procedura ad evidenza pubblica per la scelta dell'affidatario. L'Autorità ritiene, infatti, che solo l'utilizzo di adeguate procedure di confronto competitivo, attivate su impulso delle stesse autorità portuali, siano in grado di garantire, da un lato, la necessaria coerenza del contenuto della concessione con la pianificazione strategica effettuata a livello nazionale o di singole Autorità di Sistema Portuale e, dall'altro lato, l'affidamento della stessa al soggetto che sia maggiormente in grado di utilizzarla proficuamente e nel rispetto dell'interesse pubblico».
«In tale prospettiva - ha rilevato inoltre l'AGCM - sarebbe opportuno evitare di rilasciare la concessione a soggetti verticalmente integrati nella fase di erogazione dei servizi di trasporto passeggeri o merci, in modo da consentire una fruibilità il più possibile ampia delle infrastrutture realizzate da parte di tutti i soggetti interessati, come ad esempio avviene laddove la concessione sia rilasciata in favore di un soggetto non verticalmente integrato nella fase di erogazione dei servizi di trasporto passeggeri o merci. In ogni caso, l'eventuale provvedimento concessorio dovrebbe essere formulato inserendovi una clausola volta a garantire che, nella gestione del nuovo molo di attracco di Reggio Calabria, tutti i servizi strumentali per le attività di traghettamento vengano erogati dal concessionario sia in autoproduzione che in favore di altri operatori che dovessero richiederle (cosiddetta clausola multivettore)».