A pochi giorni dall'accordo presso l'International Maritime
Organization sulla revisione della strategia internazionale per la
riduzione dei gas ad effetto serra emessi dalle navi
(
del
7
luglio 2023), oggi il Parlamento europeo, nell'ambito del
pacchetto di misure “Fit for 55” che a metà 2021
ha portato alla decisione di estendere il sistema di scambio di
quote di emissione dell'UE (ETS) al settore del trasporto marittimo
(
del
14
luglio 2021), ha adottato, con 555 voti favorevoli, 48 contrari
e 25 astensioni, nuove norme sui combustibili navi e, con 514 voti
favorevoli, 52 contrari e 74 astensioni, nuove norme sui
combustibili alternativi per il trasporto stradale.
Relativamente ai fuel per lo shipping, è previsto
l'obbligo per le navi di stazza lorda superiore a 5.000 tonnellate
di diminuire gradualmente le emissioni di gas a effetto serra,
riducendone la quantità nel mix energetico che utilizzano,
del 2% a partire dal primo gennaio 2025, del 6% dal primo gennaio
2030, del 14,5% dal primo gennaio 2035, del 31% dal primo gennaio
2040, del 62% dal primo gennaio 2045 e dell'80% dal primo gennaio
2050 rispetto al livello del 2020. Tale riduzione sarà
relativa a tutta l'energia utilizzata a bordo nei porti dell'UE o in
navigazione tra di essi e al 50% dell'energia utilizzata per le
tratte in cui il porto di partenza o di arrivo si trovi al di fuori
dell'UE o nelle sue regioni ultraperiferiche.
Inoltre le nuove norme prevedono che, per ridurre in modo
significativo l'inquinamento atmosferico nei porti, a partire dal
2030 le navi portacontainer e le navi passeggeri all'ormeggio nei
principali scali portuali dovranno collegarsi alla rete elettrica
di terra per tutte le loro esigenze di energia elettrica.
Il percorso che ha portato al via libera odierno del Parlamento
è iniziato il 24 luglio del 2021 quando la Commissione
Europea aveva presentato una proposta di regolamento sull'uso di
combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel
trasporto marittimo (il Regolamento FuelEU Maritime che fa parte
delle proposte legislative del pacchetto Fit for 55). Il successivo
19 ottobre il Parlamento dell'UE aveva adottato la propria posizione
che prevedeva di ridurre le emissioni di gas serra delle navi del 2%
entro il 2025, del 20% entro il 2035 e dell'80% entro il 2050
rispetto al livello del 2020 (la Commissione Europea aveva proposto
una riduzione del 13% e del 75%). Quest'anno i negoziati di trilogo
hanno condotto il 23 marzo ad un accordo sulla decarbonizzazione del
trasporto marittimo che prevedeva una riduzione del 2% delle
emissioni navali di GHG a partire dal 2025, del 6% dal 2030, del
14,5% dal 2035, del 31% dal 2040, del 62% dal 2045 e e dell'80% a
partire dal 2050, ovvero delle percentuali e delle tempistiche
adottate oggi dal Parlamento
(
del 23
marzo 2023).
Le norme approvate oggi a Strasburgo prevedono che “il
soggetto responsabile di assicurare la conformità al presente
regolamento - specifica il testo dell'iniziativa FuelEU Maritime -
dovrebbe essere la società, definita come l'armatore o
qualsiasi altra organizzazione o persona, come il gestore o il
noleggiatore a scafo nudo, che ha assunto la responsabilità
dell'esercizio della nave dall'armatore e che, assumendosi tale
responsabilità, ha accettato di assumere tutti i compiti e le
responsabilità imposti dal codice internazionale di gestione
della sicurezza delle navi e della prevenzione dell'inquinamento,
quale attuato nell'Unione dal regolamento (CE) n. 336/2006 del
Parlamento europeo e del Consiglio. La definizione di società
ai sensi del presente regolamento è in linea con il sistema
globale di rilevazione dei dati istituito nel 2016
dall'Organizzazione marittima internazionale (IMO)”.
«Le nuove norme - ha sottolineato il relatore della
proposta sui combustibili per uso marittimo sostenibili Jörgen
Warborn - stabiliscono il percorso di gran lunga più
ambizioso al mondo per la decarbonizzazione del trasporto marittimo.
Si punta al 90% delle emissioni marittime di CO2, proteggendo al
contempo gli armatori e i porti più piccoli dai costi e dagli
oneri amministrativi. Queste rendono l'Europa all'avanguardia nella
creazione di una domanda di carburanti sostenibili e nella
promozione dell'innovazione».
Le nuove norme per i combustibili alternativi approvate oggi
prevedono che entro il 2026 le stazioni di ricarica elettrica per le
autovetture, con una potenza minima di 400 kW, siano installate
almeno ogni 60 chilometri lungo i principali corridoi stradali della
rete TEN-T e che la potenza della rete aumenti a 600 kW entro il
2028. Per i camion e gli autobus sono previste stazioni di ricarica
ogni 120 chilometri. Queste stazioni dovrebbero essere installate su
metà delle strade principali dell'UE entro il 2028 e con una
potenza di uscita da 1.400 kW a 2.800 kW a seconda della strada. I
Paesi UE dovranno garantire che, entro il 2031, le stazioni di
rifornimento di idrogeno lungo la rete centrale TEN-T siano
distribuite almeno ogni 200 chilometri.
Una volta che il Consiglio dell'UE avrà adottato
formalmente entrambe le leggi, le norme sull'infrastruttura per i
combustibili alternativi si applicheranno a partire da sei mesi
dalla loro entrata in vigore, mentre quelle sui combustibili navali
sostenibili si applicheranno dal primo gennaio 2025.