Oggi il Comitato di gestione dell'Autorità di Sistema
Portuale dello Stretto ha approvato all'unanimità il Piano
Operativo Triennale 2024-2026 dopo che il 21 luglio sul documento si
era espresso, sempre all'unanimità, anche l'Organismo di
partenariato della risorsa mare. Tra i possibili scenari di sviluppo
futuri del sistema portuale dello Stretto, costituito dai porti di
Messina, Tremestieri, Milazzo, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e
Saline, il POT 2024-2026 valuta anche i possibili impatti delle
condizioni geopolitiche, inclusi gli effetti del conflitto
Russia-Ucraina che - osserva il documento - «sembrano portare
dense nubi sul futuro della produzione dell'impianto siderurgico di
Giammoro così come pure le politiche europee di transizione
energetica potrebbero cambiare a breve i programmi della raffineria
di Milazzo», ma anche il tema del riavvio della procedura di
costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, infrastruttura - si
evidenzia nel POT - che «a regime potrebbe ridurre
sensibilmente le necessità di servizi di traghettamento».
A tale riguardo, nel documento si rileva che «la disposta
riattivazione del processo di costruzione dell'attraversamento
stabile dello Stretto di Messina pone a carico della AdSP dello
Stretto, quindi, delle attività specifiche attinenti alla
riorganizzazione e rifunzionalizzazione delle infrastrutture
portuali amministrate per renderle coerenti con la nuova
configurazione della mobilità conseguente al progetto che
sarà eseguito e nello stesso tempo modifica nel lungo periodo
gli obiettivi stessi dell'ente. Al fine di poter procedere nelle
attività di competenza i vertici dell'ente si sono subito
mossi nei confronti della Struttura Tecnica di Missione del MIT e
della Società Ponte sullo Stretto S.p.A. per avviare un
percorso di collaborazione e di scambio diretto di informazioni.
All'attualità - precisa il POT - non è ancora
possibile definire nel dettaglio quali saranno gli interventi
necessari per l'adeguamento delle infrastrutture portuali al nuovo
assetto trasportistico dell'area atteso che per operare delle scelte
sarà necessario attendere l'approvazione del progetto
definitivo ed esecutivo e del completamento del procedimento di
valutazione di impatto ambientale come disciplinate dal richiamato
decreto-legge n.35/2023. È possibile tuttavia ipotizzare, sin
da questa fase, che la realizzazione del ponte potrebbe avere
refluenze: nella fase di costruzione, per eventuali necessità
di trasporto di materiali e mezzi per via marittima; nella fase di
esercizio, per la riduzione della richiesta di servizi di
traghettamento di mezzi e passeggeri, in modalità sia
ferroviaria che marittima e per la riorganizzazione del sistema di
trasporto pubblico locale dei passeggeri». «In
particolare - prosegue il documento - sarà necessario
comprendere se le condizioni di esercizio prevederanno la necessità
di servizi di traghettamento sostitutivi, in determinate condizioni
di criticità, ovvero se potrà essere completamente
esclusa questa possibilità consentendo di dedicare le
banchine portuali ad altre funzioni commerciali e/o turistiche».