L'Agence De l'Environnement et de la Maîtrise de l'Energie
(ADEME), l'agenzia pubblica francese che si occupa di efficienza
energetica, della gestione delle risorse e dei rifiuti, del clima e
dell'inquinamento, ha presentato la propria relazione
“Electro-carburants en 2050” incentrata sulla
possibilità di produrre carburanti sintetici in Francia alla
luce della necessità di disporne in quantità
estremamente significative per la decarbonizzazione dei settori
aeronautico e marittimo secondo la strategia stabilita dall'Unione
Europea.
L'ADEME ha ricordato che i recenti regolamenti europei ReFuelEU
Aviation e FuelEU Maritime fissano per il periodo che va dal 2025 al
2050 obiettivi ambiziosi per il progressivo utilizzo di combustibili
sostenibili: per il trasporto aereo, il regolamento fissa un minimo
del 35% di carburanti sintetici entro il 2050 e per il trasporto
marittimo una riduzione dell'80% dell'intensità dei gas serra
dei carburanti ad uso navale. Il rapporto dell'agenzia rileva che la
produzione di questi e-fuel in Francia, tuttavia, richiederebbe
elettricità a basse emissioni di carbonio per produrre
idrogeno e di CO2 che dovrà essere non fossile a partire dal
2041.
La relazione presenta, attraverso due scenari, la valutazione
degli esperti circa i volumi di elettricità utilizzata per
produrre idrogeno e di CO2 biogenica, la cui emissione è
ritenuta climaticamente neutra, che sarebbero necessari per
raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dei settori marittimo
e aeronautico entro il 2050. A tal proposito, per determinare i
diversi scenari possibili, l'ADEME ha ipotizzato la produzione in
Francia di tutto il fabbisogno di e-fuel e ha incrociato due
parametri determinanti: la performance dei processi di produzione di
e-fuel e il livello del traffico aereo e marittimo.
Il primo scenario, più dispendioso in termini energetici,
prevede che nell'ambito del mix energetico previsto sulla base della
domanda di energia, al 2050 la quota dei carburanti sintetici sarà
del 70%. Nello scenario a maggiore intensità energetica, con
livelli crescenti di traffico aereo e marittimo, i fabbisogni di
elettricità per la sintesi degli e-fuel e di CO2 biogenica
risultano assai consistenti e ammontano rispettivamente a 175
terawattora - ovvero l'energia prodotta da circa 13 reattori
nucleari europei ad acqua pressurizzata -, di cui 108 per il settore
aeronautico e circa 66 terawattora per il settore marittimo, e 18,6
milioni di tonnellate di CO2 biogenica, di cui 12,4 milioni per il
settore aeronautico e 6,3 milioni di tonnellate per quello
marittimo, che richiederebbero lo sviluppo di infrastrutture
dedicate alla raccolta e al trasporto di questa CO2. L'uso della CO2
biogenica per produrre carburanti sintetici - specifica la relazione
- entrerebbe in competizione anche con la necessità di
immagazzinarla nel suolo e nel sottosuolo per raggiungere la
neutralità del carbonio, rendendo il ciclo energetico e
climatico ancora più complesso.
Il secondo scenario a bassa intensità energetica prevede
una domanda di energia prodotta da combustibili sintetici del 35%,
con risorse da mobilitare che ammonterebbero a 44-68 terawattora di
energia elettrica e a 5,8-7,3 milioni di tonnellate di CO2
biogenica. In questo caso - osservano gli esperti - gli obiettivi
europei di decarbonizzazione dei trasporti aerei e marittimi
sembrerebbero realizzabili.
Alla luce di questi scenario l'ADEME ha raccomandato
un'implementazione “ragionata” dei carburanti sintetici
al fine di evitare di penalizzare altri settori che avranno bisogno
di elettricità e CO2 biogenica per decarbonizzarsi, come ad
esempio come l'industria e i trasporti terrestri. Inoltre l'agenzia
ha rimarcato la necessità di dare priorità alle
risorse elettriche e di CO2 su scala nazionale, ad esempio
nell'ambito della futura strategia francese per l'energia e il
clima, di attuare politiche a breve termine per moderare la crescita
del traffico internazionale e di incoraggiare il passaggio ad altre
modalità di trasporto per brevi tragitti.
Inoltre l'ADEME ha specificato che la propria relazione
presenta diversi limiti e richiede futuri studi approfonditi su
diversi punti: innanzitutto sull'ubicazione sul territorio francese
delle unità di produzione di e-fuel, da considerare in
funzione della vicinanza di una fonte di CO2 biogenica e della
disponibilità della rete elettrica per il collegamento degli
elettrolizzatori. Inoltre, secondo l'agenzia, dovrebbe essere
effettuata una valutazione ambientale globale dei carburanti
sintetici durante il loro intero ciclo di vita, in particolare
dell'impatto climatico complessivo legato a questi carburanti e al
loro utilizzo. Le valutazioni future dovranno tenere maggiormente in
considerazione anche gli aspetti economici, in particolare per
confrontare la competitività della produzione in Francia e
all'estero al fine di valutare la possibilità di
importazioni. L'ADEME ha precisato infine che la difficoltà
di mobilitare la CO2 biogenica potrebbe richiedere il ricorso alla
cattura diretta della CO2 presente nell'aria (Direct Air Capture),
una tecnologia non ancora matura i cui impatti, come consumi
aggiuntivi di energia termica ed elettrica, dovrebbero essere
mitigati e dovrebbero quindi essere presi in considerazione.
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