La portualità turistica italiana non ha norme
specificamente dedicate né ha mai goduto di una trattazione
unitaria nell'ordinamento giuridico nazionale. È questo una
delle principali questioni emerse nel corso degli Stati Generali
della Portualità Turistica Italiana organizzati da ASSONAT in
collaborazione con Assonautica Italiana che si sono svolti oggi a
Roma presso la Sala Longhi di Unioncamere. L'evento, volto ad
approfondire il percorso di definizione di un piano strategico della
portualità turistica italiana 2025-2027 avviato nel 2023 con
l'obiettivo di portarlo a termine entro quest'anno, è stato
programmato per dare voce e riconoscibilità ad un settore
strategico per l'economia italiana.
«Il sistema dei porti turistici italiani - ha affermato il
presidente di Assonat-Confcommercio, Luciano Serra, nel suo
intervento - ha la necessità di raccogliersi intorno a un
piano che tracci la direzione per competere nei mercati nazionali e
internazionali e rispondere così alle tante sfide che li
vedono oggi impegnati, a partire dalle nuove frontiere del
networking, della transizione energetica e digitale e della
fiscalità. Presupposto essenziale, accennato per la prima
volta in Italia proprio nel Piano del Mare - ha rilevato Serra - è
la necessità di dare la giusta evidenza alla specificità
della portualità turistica quale settore economico capace di
sostenere lo sviluppo economico, sociale, culturale e turistico del
nostro Paese e di attrarre importanti investimenti nazionali e
internazionali. La frammentarietà e l'assenza di organicità
degli interventi legislativi che si sono succeduti nel tempo e,
soprattutto, la mancata considerazione della importanza strategica
delle strutture dedicate alla nautica da diporto, rendono ormai
indispensabile un intervento normativo unitario e specifico».
È stato evidenziato, infatti, che ad oggi manca una
legislazione specifica di riferimento della portualità
turistica italiana, non contenuta nemmeno nel recente codice della
nautica da diporto emanato con il decreto legislativo n. 171/2005 né
nella legge 84/94 che non contiene disposizioni che si riferiscono
specificatamente ai porti turistici, essendo quest'ultima norma
indirizzata ai porti commerciali. Inoltre manca una nozione
legislativa di cosa sia un porto (con le implicazioni di natura
giuridica e pratica che ne derivano). I porti turistici - è
stato osservato - non hanno mai ricevuto una trattazione unitaria
nell'ordinamento italiano e, con particolare riferimento al porto
turistico, la materia del turismo, di attribuzione regionale
esclusiva, si trova a confronto con la materia di porti attribuita
alla potestà legislativa concorrente Stato-Regioni, il che ha
non poco contribuito a rendere il quadro normativo estremamente
frammentario.
Nel corso dell'incontro è stata rimarcata la necessità
di una riforma della portualità turistica che risponda
all'evoluzione che il settore ha vissuto dagli anni '60 ad oggi e
che accompagni le imprese verso una riqualificazione delle strutture
esistenti e nella inevitabile transizione energetica e digitale.