Oggi il Comitato di gestione dell'Autorità di Sistema
Portuale del Mar Tirreno Settentrionale ha approvato il rendiconto
di gestione del 2023, esercizio nel corso del quale l'ente ha
impegnato per l'ammodernamento dei porti di Livorno, Piombino e
dell'Isola d'Elba 121,5 milioni di euro rispetto a spese in conto
capitale per investimenti pari a 52,6 milioni nel 2022. Dei fondi
investiti nel 2023, 82 milioni di euro sono stati erogati dallo
Stato e destinati in quota parte agli interventi per
l'elettrificazione delle banchine dei porti di Livorno, Piombino e
Portoferraio (76,1 milioni di euro), ai lavori di resecazione del
canale di accesso del porto di Livorno, lato Torre del Marzocco (tre
milioni a cui si sommano altri 4,3 milioni di risorse proprie
dell'ente e 13,5 milioni provenienti da un prestito BEI) e
all'acquisizione di un'area all'interno dell'Interporto Vespucci
nella quale realizzare il nuovo magazzino del freddo del progetto
Livorno Cold Chain (1,3 milioni di euro). L'ente portuale ha invece
finanziato con oltre 14 milioni di euro di risorse proprie altri
interventi, tra cui i lavori di dragaggio nel porto di Livorno (6,8
milioni).
Nel 2023 le entrate correnti sono state pari a 48 milioni di
euro (+6,9%), inclusi 26,8 milioni di euro derivanti da tasse
portuali e tasse di ancoraggio, con un aumento di quattro milioni
sull'anno precedente.
Al 31 dicembre del 2023 l'avanzo di amministrazione ha
registrato una diminuzione di quasi 50 milioni di euro rispetto
all'inizio dell'anno ammontando complessivamente a 99 milioni di
euro, di cui 62 utilizzati nel bilancio di previsione 2023 a
copertura del finanziamento delle opere previste.
In occasione della seduta odierna del Comitato di gestione,
inoltre, è stato presentato l'aggiornamento al 2023 del Piano
Organico Porti (POP), che è stato realizzato dall'ente
portuale in collaborazione con l'ISFORT (Istituto Superiore di
Formazione e Ricerca per i Trasporti) e che evidenzia come nel 2023
il numero di lavoratori portuali sia diminuito di 46 unità
scendendo da 1.813 nel 2022 a 1.767, di cui 1.499 operativi (1.632
nel 2022) e 268 amministrativi (181 nel 2022). Lo studio rileva che
il calo degli operativi risulta concentrato nel porto di Livorno,
dove gli addetti sono diminuiti di 101 unità, piuttosto che
non a Piombino, dove la riduzione è stata di 32 addetti. In
particolare, il numero complessivo di addetti del porto di Livorno
ha subito una decisa contrazione soprattutto tra le imprese
concessionarie (-59) e, in misura minore tra le imprese portuali
autorizzate allo svolgimento delle operazioni e dei servizi portuali
(-20 addetti). Nel corso del 2023 le funzioni amministrative nel
porto di Livorno, in particolare nelle imprese ex art. 18, sono
aumentate di 80 addetti rispetto ai 155 del 2022. Nel porto di
Piombino la forza lavoro è composta nel complesso da 272
persone, con un calo del -8,4% rispetto al 2022 derivante, anche in
questo caso, dal decremento degli operativi, passati tra il 2022 e
il 2023 da 271 a 232 persone, mentre gli amministrativi sono
cresciuti di sette unità, da 26 a 33 persone.
«Dal 2019 in poi - spiega il Piano Organico Porti - la
flessione dell'organico portuale è stata piuttosto omogenea
su tutte le componenti del lavoro portuale, anche a causa
dell'evento pandemico Covid-19. Tuttavia, mentre gli addetti
amministrativi sembrano aver recuperato nel periodo 2022-2023 la
riduzione cumulata dal 2020 al 2022 (con un differenziale positivo
di 13 unità tra il 2009 e il 2023), quelli operativi, dopo un
timido rimbalzo nel 2022, sembrano aver ripreso la curva discendente
(rispetto al 2019 mancano all'appello 82 addetti)».
Tra i vari approfondimenti, il POT analizza le mansioni
lavorative specificando che ad oggi sette mansioni principali
assorbono più di due terzi della forza lavoro (il 69,3% del
totale) e sono legate alle attività operative di carico e
scarico della nave (coordinatore/capo turno, gruista rallista
polivalente, carrellista, addetto operazioni sbarco, addetto
operazioni rizzaggio). Lo svolgimento di tali mansioni richiede, nel
44% dei casi, un operaio specializzato (coordinatore/capo turno,
gruista e rallista polivalenti), mentre per tutte le altre mansioni
(25,3%) è sufficiente un operaio generico. Le figure
impiegatizie rappresentano una quota decisamente più
contenuta rispetto agli operativi, attestandosi a poco più
del 10,5% della forza lavoro complessiva (impiegati amministrativi,
operativi e tecnici). Il restante 20,2% degli addetti si divide tra
figure manageriali e con mansioni tecniche specialistiche
(responsabili e tecnici frigoristi, periti, ecc.).
Il Piano Organico Porti sottolinea poi come la posizione
dell'Agenzia del Lavoro Portuale, autorizzata ai sensi dell'art. 17,
comma 5, alla fornitura di lavoro temporaneo all'interno dello scalo
di Livorno, rimanga piuttosto precaria. I dati critici continuano ad
essere rappresentati dalla fragilità del pool di manodopera
rispetto al complesso della forza lavoro delle imprese portuali
specializzate nell'appalto di porzioni del ciclo operativo, soggetti
impiegati con funzioni analoghe a quelle del pool e con cui
quest'ultimo entra quindi in diretta competizione. A tal proposito,
il documento osserva che tra il 2021 e il 2022 il volume degli
avviamenti dell'Agenzia è costantemente diminuito a fronte
invece di un aumento dei turni lavorati dalle imprese ex art.16.
Nell'ultimo anno, tuttavia, sia gli avviamenti dell'Agenzia che i
turni complessivi delle imprese portuali hanno fatto registrare una
netta contrazione rispetto all'anno precedente.
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