Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti
Capitaneria di Porto - Guardia Costiera- Genova
CERIMONIA DI CONSEGNA MEDAGLIE D'ONORE LUNGA NAVIGAZIONE
GENOVA 18/12/2001
Si consegnano stamani oltre 200 medaglie d'onore di lunga navigazione
a marittimi iscritti nelle matricole della gente di mare della
Capitaneria di Porto di Genova che hanno compiuto su navi mercantili
nazionali venti, quindici, dieci anni rispettivamente per le medaglie
di primo grado (oro), secondo grado (argento) e terzo grado (bronzo).
In effetti le medaglie da consegnare sono ben 568 (525 d'oro,
37 d'argento e 2 di bronzo) ma abbiamo dovuto suddividere la consegna
in almeno due cerimonie dato l'alto numero dei conferimenti. Una
seconda cerimonia sarà probabilmente organizzata nel prossimo
mese di febbraio/marzo.
Si tratta di riconoscimenti riferibili a richieste avanzate dagli
interessati negli ultimi dieci anni in quanto si sono accumulati
notevoli ritardi soprattutto per la mancanza di adeguati fondi
per il conio delle medaglie.
Grazie all'interessamento del Ministro dei Trasporti e della Navigazione
e soprattutto dello stesso Presidente della Repubblica CIAMPI
è stato finalmente possibile esaudire le più che
legittime aspettative dei marittimi che vedono così coronata
una lunga e faticosa carriera a bordo di navi nazionali.
Il mondo della navigazione marittima assiste oggi a profonde trasformazioni
nel settore della sicurezza ed in quello specifico dell'addestramento
e preparazione della gente di mare.
Mi riferisco in particolare alla Convenzione internazionale sugli
standard di addestramento, certificazione e tenuta della guardia
per i marittimi (nota come STCW) adottata a Londra nel 1978 dall'Organizzazione
Marittima Internazionale (IMO) ed entrata in vigore nel 1984 ma
mi riferisco soprattutto agli emendamenti 1995 in vigore ormai
dal 1/2/1997 ma in pratica in attuazione dal prossimo 1°
febbraio dopo un periodo transitorio di cinque anni.
Uno degli obiettivi fondamentali della Convenzione è quello
di stabilire standard minimi di qualificazione per lo svolgimento
delle mansioni "chiave" a bordo delle navi e per il
raggiungimento da parte di ciascun marittimo del livello minimo
di addestramento.
In aggiunta, gli emendamenti del 1995 fissano i tempi minimi di
riposo per il personale impegnato nei turni di guardia e richiedono
che tutti i marittimi ricevano un addestramento teso ad aumentare
il loro livello di familiarizzazione con la nave ed un addestramento
di sicurezza di base.
Questa rinnovata e crescente attenzione all'elemento umano dovrebbe
condurre alla riduzione dell'incidenza dell'errore umano nei sinistri
marittimi (l'80% di questi è dovuto a errore umano) e nei
casi di inquinamento provocato dalle navi.
Gli emendamenti 1995 tengono inoltre in dovuta considerazione
il crescente impiego di equipaggi multietnici.
Per tale motivo la responsabilità della qualificazione
degli equipaggi che, una volta ricadeva solo sull'Amministrazione
dello Stato di bandiera della nave è ora riversata su tutte
le parti coinvolte nel rilascio della certificazione STWC.
Infine, per fronteggiare i problemi derivanti dall'eccessivo affaticamento
degli equipaggi, gli emendamenti alla STWC richiedono che ogni
persona (Ufficiali e comuni) impegnata nel servizio di guardia
debba fruire di almeno 10 ore di riposo nell'arco delle 24 ore.
Tale periodo può essere diviso in due parti in modo che
una parte sia lunga almeno 6 ore, con eccezioni rigorosamente
limitate. Quindi una maggiore attenzione a livello internazionale
verso l'addestramento ( di familiarizzazione e di base) e verso
la qualificazione dei marittimi, una più spinta e doverosa
collaborazione tra gli Stati (ben 95 sono i Paesi che hanno aderito
alla Convenzione) per dare una maggiore professionalità
alla gente di mare. Tutte queste misure saranno sufficienti per
rimediare alla carenza sempre più forte di personale marittimo
soprattutto comunitario.
Sono attualmente 120.000 i cittadini U.E. occupati a bordo di
navi comunitarie con un calo del 40% rispetto al 1995 mentre il
numero dei cittadini di paesi terzi occupati a bordo di navi U.E.
è aumentato da 29.000 del 1983 ai 34.300 di oggi (con un
eccezione a questa tendenza per il settore delle navi passeggeri
e dei traghetti di linea).
Se si fa riferimento agli ufficiali il dato è ancora più
drammatico anche a livello mondiale dove la carenza è pari
attualmente al 4% della forza lavoro totale (16.000 ufficiali)
che dovrebbe diventare del 12% entro il 2010 (46.000 ufficiali).
Anche l'U.E. si trova ad affrontare lo stesso problema ma in maniera
ancora più acuta con una carenza di 13.000 ufficiali nel
2001 che dovrebbe aumentare a 36.000 circa nel 2006.
La Commissione europea ha analizzato approfonditamente la questione
e nel sottolineare come alcune Associazioni armatoriali e alcuni
Stati membri abbiano adottato poche, isolate e insufficienti misure
per fronteggiare il problema, ha anche individuato le cause e
indicato le misure necessarie per invertire la tendenza.
Tra le cause che stanno allontanando i giovani dal mare, da sottolineare
come la carriera dei marittimi sia considerata sempre di meno
allettante dal punto di vista finanziario e sociale, rispetto
alle posizioni di terra.
I giovani sono sempre meno disposti a passare lunghi periodi in
mare lontani dai familiari, dai figli, dagli amici. La possibilità
di esplorare il mondo e di visitare nuovi Paesi non esercita più
il richiamo di una volta anche perché le navi sostano sempre
meno nei porti, grazie alle nuove tecniche di imbarco/sbarco di
merci o addirittura svolgono la propria attività commerciale
interamente fuori dal porto.
Per di più le navi moderne hanno equipaggi sempre più
ridotti con componenti che appartengono a Paesi diversi e a gruppi
linguistici diversi con tutti gli effetti di isolamento sociale
che ne conseguono.
Sarà quindi necessario rilanciare l'immagine del lavoro
marittimo con campagne di sensibilizzazione per promuovere l'occupazione,
offrendo tra l'altro posti di lavoro a terra dopo un certo numero
di anni in mare.
Si dovrebbe inoltre incentivare l'accesso delle donne alle professioni
del mare e soprattutto uniformare le condizioni di vita e di lavoro
a bordo delle navi.
Alcune misure a titolo esemplificativo spesso molto semplici:
- installare a bordo delle navi a disposizione dei marittimi e
presso le loro famiglie dei computers per rimanere più
direttamente in contatto tramite posta elettronica.
- Dotare le navi di sale di lettura e di musica e di video registratori
- Programmare periodi di rotazione adeguati tra terra e mare
- Impiegare la moderna tecnologia della consultazione medica a
distanza (telemedicina) per rendere più tranquillo e fiducioso
il marittimo con una adeguata assistenza sanitaria.
Ma sarà importante anche che le parti sociali prendano
in considerazione l'esigenza di aumentare la retribuzione del
personale marittimo per convincere chi attualmente è imbarcato
a non abbandonare il mare per un impiego a terra . Le recenti
statistiche del ILO (International Labour Organisation) indicano
che vi è stato un calo salariale medio che per alcuni Paesi
dell'U.E. ha sfiorato il 40-50%.
Per ritornare all'importanza dell'istruzione o della formazione
professionale, è evidente che il primo e più importante
compito è quello devoluto agli Istituto Nautici che devono
fornire gente di mare di qualità, capace di lavorare a
bordo delle nuove navi tecnologicamente molto avanzate.
In Liguria disponiamo di 4 prestigiosi Istituti nautici con un
numero di diplomati stabili ma comunque sempre troppo esiguo (dai
5 di Imperia ai 28 di Genova)e con un tasso di abbandoni o non
inizio della professione a bordo troppo alto ( fino a sfiorare
il 40%).
Ma è altrettanto importante che vi sia anche un percorso
post diploma adeguato con corsi di aggiornamento a terra e training
a bordo per allievi.
Infine il tema della sicurezza della navigazione che deve essere
uno degli obiettivi più importanti da raggiungere, anche
e direi soprattutto per l'incolumità di coloro che navigano.
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno approvato definitamene
in questi giorni il primo pacchetto per incrementare la Sicurezza
denominato ERIKA 1 che è incentrato sulle ispezioni di
Port State Control, sull'attività delle Società
di classificazione e sulla messa a bando delle petroliere a scafo
singolo.
Misure studiate, come è noto, dopo l'affondamento della
nave Erika.
In particolare si prevede un'intensificazione delle attività
di PSC con messa al bando nei porti europei delle navi sub standard
collocate in una lista nera pubblicata sulla G.U. della Comunità.
Le navi visitate saranno 4000 in più rispetto alle 10.000/12.000
attualmente ispezionate con un incremento degli ispettori dedicati.
La direttiva rende anche obbligatorio la presenza di una "scatola
nera" a bordo di tutte le navi che scaleranno nei porti europei
( dal 2002 al 2007 la misura sarà messa in atto progressivamente)
e un maggiore controllo sulle attività di classificazione.
Inoltre, entro il 2015, le petroliere a scafo singolo saranno
definitivamente bandite dai porti e mari europei.
A tale scopo una particolare attenzione è rivolta alla
tutela dell'ambiente marino e alla prevenzione degli inquinamenti
da idrocarburi.
L'Italia ha adeguato la propria normativa a quella comunitaria
e internazionale con una legge (27 febbraio 1998 n.30) che ha
di fatto abrogato i titoli professionali tradizionali, probabilmente
tanto cari ai nostri marittimi, da capitano superiore di lungo
corso a marinaio motorista, e la nostra Amministrazione sta ancora
faticosamente cercando di dare attuazione alle nuove direttive
non senza però notevoli problemi connessi alla organizzazione
e al riconoscimento dei corsi di addestramento previsti e necessari
per la conversione dei vecchi titoli.
Moltissime sono le richieste avanzate dai marittimi e pochi e
non sempre sufficientemente attrezzati per rispondere alle molte
richieste sono i Centri di addestramento riconosciuti.
Per fare un esempio i Corsi di sopravvivenza e antincendio organizzati
a Pavia sono passati da un numero di presenze settimanali di circa
100 candidati a circa 400.
La Capitaneria di Genova ha, ad oggi, potuto convertire solo 500
titoli a fronte dei presunti 3000 attivi e ciò nonostante
che le richieste di conversione vengano praticamente soddisfatte
in tempo reale.
C'è quindi da lavorare ancora molto affinché venga
scongiurato il pericolo da molti paventato che dal 1° febbraio
2002 le navi battenti bandiera italiana possano essere fermate
nei porti stranieri in quanto gli equipaggi nazionali potrebbero
non essere in possesso delle certificazioni internazionali previste.
L'impegno, la costanza delle Amministrazioni pubbliche e delle
Associazioni armatoriali e delle Organizzazioni Sindacali dei
marittimi, sono sicuro, potranno far conseguire l'obiettivo comune
che tutti si attendono da una marineria tra le più conosciute
al mondo per capacità preparazione e professionalità.
Per concludere un saluto e un augurio veramente sincero e sentito
ai decorati di oggi che tanti sacrifici hanno sopportato in lunghi
anni di lavoro a bordo di navi mercantili italiane e un saluto
e un ringraziamento anche ai familiari che hanno condiviso con
loro i disagi dovuti alla lontananza di loro cari dalle proprie
case e dai propri affetti quotidiani.
Un saluto e un ringraziamento che porto a voi anche a nome del
Sig. Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti che oggi io
qui rappresento.
Il Direttore Marittimo della Liguria e
Comandante della Capitaneria di Porto di Genova
AMMIRAGLIO RAIMONDO POLLASTRINI
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