La sezione dedicata ai top managers del progetto di formazione continua per la portualità ligure, promosso dalla Regione Liguria e dalle autorità portuali di Genova, La Spezia e Savona, ha presentato oggi all'Acquario di Genova i risultati degli incontri che i partecipanti al corso hanno avuto con numerosi esperti internazionali.
A fare il bilancio, positivo, del primo piano di formazione e aggiornamento delle professionalità in ambito portuale sono intervenuti il vice presidente della Regione Liguria, Graziano Mazzarello, l'assessore regionale Mario Margini e i presidenti delle autorità portuali di Genova, Giuliano Gallanti, La Spezia, Giorgio Bucchioni, e Savona, Giuseppe Sciutto, oltre a numerose personalità del mondo imprenditoriale e istituzionale del settore.
Il lavoro è stato condensato e razionalizzato in una relazione conclusiva che traccia le linee di intervento attuabili per rendere più competitivo il complesso della portualità ligure.
Il trasporto marittimo ha intanto dovuto far fronte ad un cambiamento della domanda. Gli operatori hanno lavorato all'ottimizzazione delle proprie risorse, con interventi onerosi ma necessari per "conseguire grandi volumi trasportabili, al fine di rendere sostenibili gli elevati costi fissi". La richiesta è anche per un tipo di servizio veloce, che utilizzi tutte le possibilità offerte dal sistema logistico, e che sia reso efficiente e monitorato dall'applicazione di tecnologie informatiche.
Un clima competitivo che sta delineando "grandi aree regionali di libero scambio e di libera circolazione delle merci, che portano gli operatori a riprogettare completamente i tradizionali schemi del trasporto e della distribuzione".
Sono cambiamenti che sinteticamente comportano:
- concentrazione orizzontale tra vettori marittimi e tra altri operatori del trasporto terrestre, al fine di ottenere economie di scala ed acquisire il controllo su maggiori quote di mercato
- integrazione verticale degli operatori "globali" su ampie fasi della catena logistica, al fine di acquisire una migliore combinazione nella catena del valore e di assicurare la costanza degli standard di qualità
- rilevanza strategica delle strutture intermodali quali parti integranti essenziali della catena logistica
- instaurazione di catene di informazione, parallele alle catene fisiche del trasporto, al fine di accrescerne l'efficienza e l'affidabilità e contenere l'onere complessivo del ciclo trasportistico
Il ruolo dei porti liguri, che hanno ora recuperato le condizioni per affrontare competitivamente la sfida nei traffici con i porti del Nord Europa, si deve avvantaggiare della felice posizione geografica rispetto ai traffici orizzontali est - ovest. Ma anche nelle direttrici per il Sud America e l'Africa.
I fattori che possono contribuire ad accrescere l'area di influenza dei porti liguri nei mercati sudeuropei sono di tipo normativo e infrastrutturale.
Intanto è necessario che le autorità portuali vengano messe definitivamente in grado di svolgere il compito di controllo delle attività negli scali, con l'approntamento di meccanismi che permettano a questi enti di stabilire investimenti e finanziare progetti. Come ad esempio nell'attività di marketing e di promozione dei sistemi portuali. Ora invece "il rapporto tra port community ed amministrazioni comunali rappresenta un punto di debolezza per i porti liguri, specie se rapportato alla situazione di stretta integrazione presente nellle portualità del Nord Europa".
Ma un nodo essenziale da sciogliere è quello delle infrastrutture e dei collegamenti. I relatori sono concordi nel ritenere che il futuro del sistema portuale ligure si giocherà sulla terraferma "ed in particolare sul costo, sull'efficienza e sull'organizzazione dei sistemi di trasporto e distribuzione via terra". E la Liguria è in questo settore in forte ritardo, soprattutto per quanto riguarda il vettore ferroviario. "I confronti effettuati sulla frequenza di servizi offerti nelle zone di 'confine' (Svizzera, Austria, Baviera) dai sistemi portuali nord e sud europei evidenziano ritardi rilevanti, ascrivibili sia ad aspetti infrastrutturali, sia ad aspetti organizzativi". Mancano mezzi e linee di raccordo.
E' necessario quindi porre mano agli interventi di prima importanza, come raddoppio del binario ferroviario sulla linea Genova - Ventimiglia e la realizzazione del terzo valico. Intanto però sarebbe utile risolvere problemi 'minori', ma idonei ad apportare benefici immediati al sistema dei trasporti a monte dei porti.
Tra gli interventi infrastrutturali è necessario inserire anche quelli direttamente collegati alle aree portuali, come i centri logistici di razionalizzazione della distribuzione. Ma sono da risolvere anche aspetti organizzativi come quello legato al servizio doganale, che deve essere sburocratizzato e informatizzato.
Gli incontri con esperti della gestione portuale hanno messo in evidenza il ruolo giocato nei porti del Nord Europa dalle società miste, formate da imprenditori di diversa provenienza e dalle amministrazioni portuali Ma anche dalle strutture logistiche: "nella zona Rotterdam - Anversa i magazzini in regime di estero doganale di dimensione superiore a 5.000 metri quadrati sono oltre 1.300, mentre nella zona Genova - Spezia - Milano non ne esiste nessuno".
C'è infine un problema metodologico, legato alla disponibilità in tempo utile di statistiche che siano anche omogenee con quanto offerto a livello internazionale. |
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