Il mondo marittimo internazionale si sta interrogando sulle reali funzioni dello Shanghai Shipping Exchange (SSEX), la nuova struttura fondata nello scorso ottobre dalle autorità cinesi con lo scopo ufficiale di organizzare il trasporto marittimo e fluviale, l'attività portuale, di compra vendita navi e il mercato dei noli. In particolare ha competenza del SSEX si estende sull'attività di linea per i porti delle province di Shanghai, di Jiangsu e di Zhenjiang. Secondo il regolamento della nuova Borsa marittima le compagnie membri devono far conoscere le tariffe di nolo praticate ed ogni informazione pertinente le loro imprese armatoriali.
Le intenzioni dell'autorità cinese si era inizialmente manifestata con la proibizione a tre compagnie di navigazione occidentali - CMA, Norasia e Maersk - di effettuare scali in alcuni porti poiché non avevano chiesto regolare autorizzazione. Poi, in autunno, la doccia fredda dell'istituzione del SSEX e l'obbligo di depositare i tariffari. Delle dieci compagnie di navigazione le cui navi sono impegnate in quei traffici, otto lo hanno già fatto, le americane American President Lines e Sea-Land no. Le disposizioni del SSEX non si applicano infatti alle spedizioni di containers dalla Cina agli Stati Uniti che, d'altro canto, esigono che i tassi di nolo siano depositati alla Federal Maritime Commission. La Borsa marittima di Shanghai stabilisce delle direttive tariffarie e in caso di variazioni sensibili dei noli potrà cancellare le tariffe troppo basse o troppo alte e impedire temporaneamente ad alcuni vettori l'accesso al mercato. La mancata comunicazione delle tariffe di nolo sarà colpita da un'ammenda massima di circa 50.000 yuan.
L'intenzione dei cinesi evidentemente è di conoscere con precisione la natura dei carichi trasportati da e verso i loro porti. Le loro esportazioni sono costituite da merci con un valore aggiunto piuttosto scarso, quindi si capisce tutto il loro interesse nell'ottenere informazioni precise e attendibili sulle merci trasportate dai concorrenti occidentali. Inoltre le compagnie membri del SSEX si devono impegnare a non diffondere all'esterno (specialmente alla stampa) informazioni ottenute all'interno della struttura della Borsa marittima. Una specie di setta segreta dunque.
La National Industrial Transportation League (NITL), l'organizzazione dei caricatori americani che riesce sovente anche a determinare l'orientamento della politica governativa nel settore dei trasporti, ha chiesto formalmente che il governo di Washington protesti contro l'obbligo di deposito delle tariffe di trasporto marittimo, anche se il provvedimento non riguarda la corrente di traffico Cina-Usa, ma la NITL afferma di prevedere tutte le conseguenze negative che colpiranno le compagnie di navigazione occidentali impegnate nei trasporti con la Cina quando il provvedimento sarà globale e verranno istituiti organismi simili, com'è nei progetti delle autorità cinesi, anche a Guangzhou, a Wuhan e a Tianjin. Ad avvantaggiarsene sarebbe certamente la compagnia di navigazione cinese Cosco..
Tuttavia la NITL dimentica che gli Stati Uniti con lo Shipping Act del 1984 hanno stabilito l'obbligo di deposito da parte delle compagnie di navigazione delle tariffe alla Federal Maritime Commission (FMC) e pesanti sanzioni contro i contratti "riservati". Chi di protezionismo colpisce.....
STEFANO BELLIO |
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