Reti transeuropee di trasporto: un argomento di estremo interesse per i trasporti interni europei e di conseguenza per i porti, capilinea esterni dei collegamenti stradali e ferroviari. Il tema è stato ampiamente discusso nel convegno organizzato oggi a Genova (Palazzo San Giorgio) dal Rotary International (Distretto 2030 Piemonte Liguria Valle d'Aosta). Assente l'atteso commissario europeo Neil Kinnock, dopo i saluti e le introduzioni all'argomento del sindaco di Genova, del presidente dell'Autorità portuale, dei presidenti delle Regioni Liguria Piemonte e del presidente del Comitato del progetto Transalpes, Gerard Geoffray, questa mattina sono state svolte relazioni da Eolo Parodi, vice presidente della commissione Trasporti dell'UE, Fabio Capocaccia, segretario generale dell'Autorità portuale di Genova e da Ugo Marchese, Ordinario di Economia dei Trasporti dell'Università di Genova.
I tre oratori hanno centrato le loro relazioni sulle connessioni con la rete europea di trasporti delle regioni Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, area centrale di una macroregione economica comprendente il quadrilatero Marsiglia-Lione-Milano-Genova, nell'ambito di una "cerniera mediterranea dell'Unione Europea" in pieno sviluppo.
Eolo Parodi ha sottolineato il valore trainante per l'Italia della realizzazione delle reti transeuropee: l'Europa ha già optato per l'alta velocità, e l'Italia deve adeguarsi per non rischiare di trovarsi in una posizione di retroguardia e di arretratezza tecnologica rispetti ai partner europei. Agganciare l'Europa non vuol dire soltanto rispettare i parametri economici di Maastricht, ma avere anche infrastrutture accessibili. Il relatore ha detto che a fine anno l'UE destinerà una cifra corrispondente a 500.000 miliardi di lire per realizzare le reti transeuropee di trasporto: l'Italia ne può approfittare per portare a compimento tutti quei progetti che per ora sono soltanto tali, come il collegamento ferroviario merci tra Genova, Milano e la rete transeuropea.
Su questo argomento si è soffermato Fabio Capocaccia, il quale ha rilevato che l'alta velocità italiana è indispensabile anche e soprattutto per le merci. Bisogna sostenere in sede UE il segmento ferroviario appenninico Genova-.Pianura Padana, primo tratto del progetto "Linea veloce Genova-Milano". Tale tratta a Novi Ligure si connette con le linee per Torino, Domodossola, Milano: si realizzerà quindi la prosecuzione della linea Lione-Torino e, attraverso Milano, della linea del Brennero verso il porto di Genova e gli altri porti liguri, che consentirà anche un rafforzamento dell'arco mediterraneo Barcellona-Marsiglia-Genova-Livorno.
Ugo Marchese ha rilevato che nell'ambito delle reti transeuropee di trasporto l'area ligure-piemontese e il nord ovest italiano, con la sua rete ferroviaria, rappresenta il crocevia del "grande itinerario" di quadruplicamenti e linee velocizzate (raddoppi) del sud Europa da Madrid (e Lisbona) a Marsiglia, Genova, Venezia, Vienna e Budapest, con l'itinerario delle alte velocità nord-sud da Parigi (e Londra) a Lione, Torino, Milano, Bologna, Napoli. I tratti essenziali di tale "sistema d'incrocio" sono costituiti dalla linea costiera da Marsiglia a Nizza, dall'ultimazione del raddoppio della linea del Ponente ligure, dal terzo valico dei Giovi, dal quadruplicamento Milano-Tortona, dalla Torino-Milano, da un'asta veloce terzo valico-Alessandria-Torino e dalla Torino-Lione. La quale ultima in tal modo arriva al mare e diventa parte integrante del sistema.
Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda presieduta da Bruno Bottiglieri del Comitato promotore Alta velocità merci e passeggeri, alla quale hanno partecipato gli assessori ai Trasporti della Regione Liguria Graziano Mazzarello e della Regione Piemonte Antonino Masaracchio, l'amministratore delegato dell'Area Merci delle FS Maurizio Bussolo, e Stefano Guadalupi per la TAV spa, in rappresentanza dell'amministratore delegato Roberto Renon. Gli interventi hanno riguardato in particolare, nella valutazione del quadro d'insieme del sistema ferroviario ad alta velocità passeggeri e merci, la tratta Genova-Novi-Ligure Milano, della quale si sono occupati tutti i partecipanti. Un notevole interessante contributo è stato dato alla discussione da alcuni imprenditori, che hanno portato le loro esperienze di lavoro. Eugenio Muzio (Cemat) ha avvertito che se non si realizza il terzo valico ferroviario sulla direttrice Genova-Milano i progetti e le speranze di penetrazione dei porti dell'arco nord tirrenico nei mercati europei sono finiti. Cirillo Orlandi (Voltri Terminal Europa) ha sottolineato la necessità di considerare tutti i mezzi di trasporto come complementari e non concorrenti. Non di logistica bisognerebbe tuttavia parlare in Italia, ma di riprogettazione delle reti di trasporto. Giuseppe Cortesi (Terminal Rinfuse) ha lamentato la pesantezza del sistema logistico portuale (dogana, ferrovie, autotrasporto, ecc.) che rende inutile il tentativo di velocizzare le operazioni di banchina. "Al terminal rinfuse non riusciamo a far lavorare le nostre sei gru di banchina alla velocità progettata dal loro costruttore perché il sistema dei vincoli ai quali bisogna poi sottostare per spedire i carichi non lavora con gli stessi ritmi". Nell'ultimo intervento l'ammiraglio Eugenio Sicurezza, comandante della Capitaneria di porto di Genova e comandante marittimo della Liguria, ha riportato il tema della tavola rotonda su una dimensione europea. Austria e Svizzera stanno chiudendo le loro frontiere al traffico autostradale merci e lo permetteranno in buona parte solo per via ferrata. Bisogna quindi adeguare a questa situazione la nostra rete ferroviaria. Ma l'UE ci sta mettendo i bastoni fra le ruote perché privilegia i collegamenti ferroviari orizzontali, e tra questi quello che attraversa la valle padana, e parla poco di quelli verticali, e quando li ricorda li fa 'morire' nella valle padana. E' un tema questo da non trascurare in alcun modo, pena la completa emarginalizzazione del nostro sistema portuale.
A conclusione della tavola rotonda Fabio Capocaccia ha ricordato il ricorrente problema della penuria di carri ferroviari nel porto di Genova. Gli ha risposto Maurizio Bussolo: "Il sistema di trasporto ferroviario è molto complesso. Bisogna gestire 68.000 carri, e questo può creare anche problemi di disponibilità di materiale". |
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