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Definitivo via libera del Parlamento alla conversione in legge del decreto n. 457 sui trasporti
Il provvedimento consente l'istituzione del registro internazionale di navigazione e il prepensionamento dei dipendenti delle autorità portuali di Genova, Napoli, Venezia e Trieste
26 febbraio 1998
Il decreto legge n. 457 (30 dicembre 1997), che contiene numerose misure per il settore dei trasporti, è stato approvato nella seduta di ieri dal Senato, dopo essere tornato dalla verifica della Camera stralciato della delega al governo per la definizione dei regolamenti in materia di sicurezza introdotta proprio nel primo passaggio al Senato. Si è quindi concluso positivamente l'iter parlamentare per la sua trasformazione in legge atteso dagli operatori marittimi e portuali con trepidazione, e in queste ore si moltiplicano le dichiarazioni di soddisfazione per l'adozione di provvedimenti ritenuti indispensabili per garantire la competitività del sistema marittimo italiano.
Il decreto prevede infatti l'istituzione del registro internazionale di navigazione e il prepensionamento di circa 500 dipendenti delle autorità portuali di Genova, Napoli, Trieste e Venezia. Su questi due argomenti c'era l'ampio consenso sia degli addetti del settore che delle forze politiche: identità di vedute sul fatto che questi temi dovessero essere affrontati e risolti rapidamente più che sul merito delle proposte del provvedimento legislativo.
Il cosiddetto registro-bis, come ripetuto ancora una volta la settimana scorsa dalla Confitarma (Confederazione Italiana Armatori), introduce un regime fiscale agevolato per le società impegnate nei traffici marittimi internazionali, per consentire alla bandiera italiana di recuperare competitività. Il testo del decreto n. 457 non soddisfa peraltro la voglia di tonnage tax dell'armamento nazionale: tassazione sul tonnellaggio a cui sono soggetti gli armatori iscritti ai registri di altri paesi europei ed extraeuropei. Ma - come aveva detto Paolo Clerici, presidente dell'associazione armatoriale - "il decreto va approvato così com'è, piaccia o non piaccia", pena la progressiva estinzione della bandiera italiana dalle rotte internazionali.
Ora Clerici ha accolto la notizia del via libera del Parlamento sottolineando che "l'istituzione del registro internazionale rappresenta un fondamentale punto di svolta nella politica marittima ed economica del nostro paese". "Si tratta ora di verificare, nella sua pratica attuazione, la reale portata della riforma - ha commentato Clerici -, che comunque contribuisce in modo sostanziale a ridurre il gap di competitività che ci ha finora penalizzato. Anche se non è possibile a tutt'oggi fare previsioni riguardo al rientro in patria di unità italiane iscritte all'estero, le caratteristiche del registro internazionale sembrano tali da indurre i nostri armatori che operano in traffici internazionali a frenare il trasferimento delle loro navi in altri registri: ciò inciderà non poco sulle prospettive dell'occupazione, sia nel settore marittimo sia nell'indotto". Il presidente di Confitarma considera inoltre la nuova normativa come "la premessa per affrontare positivamente la prossima liberalizzazione del cabotaggio".
La concessione del prepensionamento per il personale in esubero delle quattro autorità portuali è l'altro provvedimento atteso da tempo e di cui hanno già goduto tutti gli altri enti portuali italiani. La riduzione o la ricollocazione dei 500 dipendenti consentirà di adeguare le strutture delle authority ai compiti gestionali che sono stati attribuiti loro dalla legge di riforma portuale (28 gennaio 1994, n. 84).
Diversa l'accoglienza riservata nei dibattiti dei due rami del Parlamento alle altre misure contemplate dal decreto: rimborso delle indennità contrattuali sborsate dalle compagnie portuali ai lavoratori cancellati per inidoneità al lavoro, finanziamento per il raddoppio del tratto Andora - San Lorenzo a Mare della linea ferroviaria Genova - Ventimiglia, indennizzi al porto di Piombino e a quello genovese, sono alcuni degli argomenti su cui rischiava di slittare l'intero provvedimento.
Un'accusa mossa al ministro dei Trasporti Claudio Burlando è stata infatti di aver condizionato l'importante varo del registro-bis all'approvazione di interventi su cui era richiesto un'ulteriore approfondimento.
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