 Anche il governo britannico, dopo molte incertezze, si è convinto ad introdurre nel paese la cosiddetta "tonnage tax", cioè la tassa da applicare alle navi mercantili in proporzione al loro tonnellaggio, a fianco della tassazione sugli utili delle società armatrici. Le società potranno optare per il regime di tassazione che ritengono più utile.
Il governo britannico ha introdotto il nuovo regime fiscale seguendo le orme di altre nazioni marittime europee, con l'intento di fermare l'emorragia di tonnellaggio che da tempo affligge la sua marina mercantile, sperando anzi in un ritorno di molte navi sotto la Union Jack.
Il nuovo regime fiscale entrerà in vigore il 1° gennaio del prossimo anno e il provvedimento, unico in questo caso in tutta l'Europa, comprenderà anche l'obbligo per gli armatori che optano per la tassa sul tonnellaggio di formare dei giovani alla professioni marittime.
Lord Sterling, presidente del gruppo britannico P&O, ha promesso il ritorno di una cinquantina di navi della sua flotta sotto bandiera britannica. Le unità P&O immatricolate in Gran Bretagna saranno allora un centinaio. Inoltre Lord Sterling ha assicurato che raddoppierà - da 150 a 300 - il numero dei giovani che la sua società avvia alle carriere del mare.
Il presidente di P&O ha iniziato a mantenere l'impegno. Infatti, in una cerimonia svoltasi oggi nei Western Docks di Southampton a cui ha presenziato il vice primo ministro del Regno Unito John Prescott, la nave portacontainer da 4.400 teu Peninsular Bay della P&O Nedlloyd, che opera nei servizi Europa - Far East, è stata riportata dopo 10 anni sotto la bandiera britannica. |
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