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Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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Il porto di Venezia non vuole perdere l'occasione di assumere un ruolo di primo piano nel futuro assetto degli scambi Asia-Europa
Matteoli: il parlamento apporterà ulteriori contributi al provvedimento governativo di riforma della legislazione portuale
19 aprile 2010
Oggi a Venezia si è svolta l'inaugurazione dell'anno portuale in occasione della quale l'Autorità Portuale ha presentato il nuovo marchio del porto di Venezia realizzato da Develon, società specializzata nella comunicazione integrata, che vuole essere la sintesi grafica del legame del porto con la città, il territorio e le sue tradizioni e, al contempo, della volontà di rinnovamento ed evoluzione. Il marchio identifica anche una precisa direttrice, orientata a Nord Est, apparendo come una freccia che indica l'Europa centro-orientale, ovvero il mercato di riferimento del porto, e che contemporaneamente richiama il proprio naturale retroterra, ovvero l'Italia nord-orientale e la pianura Padana.

A significare il rinnovamento dell'Autorità Portuale, è stato fatto anche un restyling della “Moeca”, il simbolo che tradizionalmente rappresenta l'ente che sovrintende il porto di Venezia, prima Provveditorato al Porto e poi Autorità Portuale. Sono stati mantenuti gli elementi caratterizzanti l'originale (scudo, ancore, corona e leone della Serenissima), nel pieno rispetto del suo valore storico, e ne sono stati semplificati i tratti, in modo da renderlo più intellegibile e adatto alla comunicazione moderna.

La relazione del presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, nella rubrica "Forum dello Shipping e della Logistica"
Nel corso della cerimonia il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, ha presentato l'andamento del traffico nello scalo veneziato, colpito - come gli altri porti mondiali - dalla crisi economica. «Nel 2009 - ha spiegato - le performance del porto di Venezia sono state sostanzialmente in linea con quelle (-15,8%) dei porti NAPA ( North Adriatic Port Association) e della media dei porti italiani (-14,3%). Rispetto alla media europea il porto di Venezia ha fatto meglio solo nel traffico di passeggeri crocieristi e nel settore container». «Analizzando il dettaglio dei traffici di Venezia - ha proseguito Costa - si nota come il calo complessivo sia stato determinato da una contrazione dei traffici di merci in colli (principalmente prodotti siderurgici) e di rinfuse solide (cereali, clinker e carbone su tutte) che hanno interessato in modo trasversale il settore commerciale e quello industriale. Il comparto petrolifero ha evidenziato una sostanziale tenuta, soprattutto nella parte di prodotti grezzi. Le sole caselle con il segno più nei dati del 2009 del porto di Venezia sono quelle del traffico passeggeri, aumentato nell'anno da poco trascorso del 9,7%, e se riferito ai soli crocieristi del 16,9%, e quelle dei container in esportazione del 1,3%. Un dato positivo quest'ultimo che non ha compensato del tutto la contrazione dei container in importazione, ma che, fermando comunque a -2.5% la caduta del traffico container totale (e a -6% quello dei soli container pieni), rende la performance accettabile, soprattutto per confronto con il -8,5% dei porti NAPA, il -14,8% della media italiana e il -14,5% della media europea».

Costa ha elencato le sfide che il porto di Venezia dovrà affrontare prossimamente per non perdere il proprio vantaggio competitivo costituito dalla sua privilegiata collocazione lungo la rotta più corta tra l'Asia e l'Europa e rispetto ad aree ricche sia come mercati sia come poli produttivi. Alla sfida rispetto ai porti del nord Europa - ha spiegato - si affianca quella per far sì che i porti dell'alto Adriatico si guadagnino il ruolo di multi-porto d'Europa convincendo le navi che entrano in Mediterraneo da Suez a risalire l'Adriatico. Si tratta - ha rilevato - di una «sfida da vincere battendo la concorrenza degli altri multi-porto del Mediterraneo e affrontabile con successo solo sulla base di una stretta alleanza - fatta di cooperazione e competizione - con i porti di Ravenna, di Trieste, di Koper e di Rijeka». «La terza sfida - ha aggiunto - è quella che Venezia può vincere solo assieme all'intera portualità italiana, che ha bisogno di essere messa in condizione di competere con gli altri porti europei sulla base di un quadro normativo all'altezza dei tempi. La quota italiana di transhipment mediterraneo, da mantenere soprattutto con i porti del Mezzogiorno e la quota del mercato europeo finale da conquistare con i multi-porto dell'Alto Tirreno e dell'Alto Adriatico sono la posta in gioco. La quarta sfida, urgente, che il porto di Venezia può vincere solo assieme ai protagonisti del suo hinterland “naturale” punta a ridare la “sua” base portuale al sistema logistico e produttivo del Nordest e della Lombardia orientale». La quinta e ultima sfida - ha proseguito Costa - è quella, «tutta locale, che deve dare al porto - in armonia con lo Stato, la Regione del Veneto, la Provincia di Venezia e i comuni di Venezia, Mira e Cavallino-Treporti - un assetto infrastrutturale ed organizzativo all'altezza delle sfide precedenti. Un assetto disegnato in coerenza con la politica di salvaguardia di Venezia e della sua laguna, in forme compatibili con una morfologia lagunare da valorizzare, in modi coerenti con la storia passata della “Venezia da mar” e, più recente, di porto anche industriale. Un assetto sostenuto da una efficienza trasportistica e logistica di sistema».

Il presidente dell'ente portuale ha concluso il suo intervento sottolineando l'urgenza di porre mano alla riforma della legislazione portuale italiana con l'essenziale obiettivo - ha sottolineato - di «liberare energie produttive e organizzative oggi non totalmente espresse per la mancanza di altre riforme - economiche, istituzionali, costituzionali ed elettorali - che ci aspettiamo, come cittadini, di veder prodotte al più presto». Riferendosi al disegno di legge sul tema approvato venerdì scorso dal governo, Costa ha detto che sui contenuti del provvedimento governativo deve intessersi una discussione serrata e finale nelle sedi della Conferenza Stato-Regioni e in quelle parlamentari: «dalla necessaria semplificazione delle procedure per l'approvazione di Piano Regolatore Portuale - ha spiegato - alla riformulazione della disciplina in materia di concessioni demaniali di aree e banchine, al coordinamento delle attività dell'Autorità Portuale con quelle dell' Autorità Marittima, alle attività a terra nell'“ultimo miglio”, alle attività di dragaggio dei fondali, all'affidamento a terzi da parte dell'impresa concessionaria di alcune attività portuali, tema sul quale Venezia, più di altri porti, è intervenuta con azioni mirate; tutti temi sui quali l'Autorità Portuale di Venezia non farà mancare i contributi propri e quelli che definirà tramite Assoporti».

Costa ha anticipato i motivi di critica al provvedimento: su alcuni temi - ha precisato - «come quello relativo alla natura e alla autonomia tout court delle Autorità Portuali, che il disegno di legge stravolge, o all'allontanamento delle Autorità Portuali dalle decisioni sulle tariffe dei servizi tecnico-nautici, non ci si potrà esimere dal dimostrarne l'incongruenza ed esprimere il dissenso. Ma sono due temi generali “assenti” dal disegno di legge (più uno che riguarda direttamente Venezia) che occorre fin d'ora, anche in questa sede, richiamare all'attenzione di governo e parlamento. Il primo tema generale - ha evidenziato - è quello della definitiva applicazione del principio di autonomia finanziaria che consenta ai porti di disporre di un quadro di riferimento certo per le proprie scelte infrastrutturali. Una scelta che, comprendiamo, coraggiosa nelle attuali condizioni di finanza pubblica, ma assolutamente indispensabile per consentire ai porti italiani di contribuire a riavviare la crescita del Sistema Paese». «Il secondo tema generale “mancante”, se non presente con indicazioni contraddittorie - ha aggiunto - è quello del coordinamento “gerarchico” delle attività oggi ricadenti in ogni porto sotto la responsabilità di molti enti: l'Autorità Portuale, l'autorità marittima - come accade per i servizi tecnico nautici, piloti, rimorchiatori e ormeggiatori, i cui costi sono decisivi per la competitività del singolo scalo - ma anche l'autorità doganale, l'autorità sanitaria e quella ferroviaria (per la parte “pubblica” che FS-RFI continua a svolgere). Il coordinamento fra tutte queste attività oggi non è assicurato né dal mercato né da una catena decisionale normativamente definita».

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha replicato spiegando che il disegno di legge approvato venerdì ha dovuto metabolizzare il nuovo assetto del teatro geo-economico che caratterizza l'intero settore dei trasporti e della logistica e si è detto certo che il parlamento apporterà ulteriori contributi al provvedimento governativo «per dare fiducia a coloro che direttamente e indirettamente sono i protagonisti dell'intero comparto».

Matteoli ha elencato i cinque pilastri su cui si fonda il disegno di legge che rinnova l'ordinamento della portualità: «una chiara definizione del ruolo e delle finalità delle Autorità Portuali e del processo che porta alla loro governance, nel rispetto delle prerogative regionali e la previsione di funzioni tipicamente manageriali dei loro presidenti; una grande attenzione al rapporto tra porto e territorio, tra porto e reti di accesso e, quindi, alle problematiche legate all'ultimo miglio; altrettanta attenzione alle sdemanializzazioni, al potenziale utilizzo di aree dismesse per usi produttivi nonché a norme per facilitare il dragaggio dei fondali; la stabilizzazione del lavoro portuale; un riferimento certo, attraverso il Fondo per le Infrastrutture già in vigore, per il rilancio degli investimenti nel settore».

Nel corso del suo intervento il ministro ha sottolineato la necessità di non creare «dannose concorrenzialità all'interno del nostro sistema portuale», tenendo conto nel contempo «di cosa fa l'Egitto con il porto di Damietta o con la piastra logistica sul Canale di Suez, di cosa fa la Libia che mira a realizzare un hub solo per il transhipment, di cosa fa la Spagna con l'hub di Algeciras, la Francia con l'hub di Fos o la Grecia con l'hub di Volos. Tutto ciò - ha spiegato - ci obbliga a comportamenti estranei da gratuiti campanilismi o da perdenti schieramenti».

Da parte sua il presidente di Confindustria Veneto, Andrea Tomat, ha evidenziato come il porto di Venezia sia una risorsa per il Nord-Est e come «l'evoluzione futura dei traffici, e soprattutto la prossima apertura del “nuovo canale di Suez raddoppiato”, chiami lo scalo veneziano ad una nuova grande sfida, che lo proporrà per un ruolo non solo regionale o nazionale, ma di tipo internazionale attraverso i grandi Corridoi Europei, quali il Brennero verso l'Europa centrosettentrionale, la direttrice transpadana verso l'Europa orientale e balcanica fino alla Russia, il nuovo corridoio Adriatico-Baltico verso la Polonia e i Paesi Baltici, a servizio di un'area di nuovo grande sviluppo manifatturiero». «È - ha rilevato - una prospettiva in grado di sostanziare l'ipotesi avanzata dal Piano Regionale dei Trasporti del Veneto di candidare il Nord-Est italiano quale grande piattaforma logistica di rilievo europeo, nell'intercettare e raggiungere i traffici che si muovono lungo i citati grandi assi europei per destinazione/origine finale il Medio e Lontano Oriente. La sfida a cui faccio riferimento - ha spiegato - è quella di realizzare in tempi brevi un grande terminale containers, di dimensioni in grado di confrontarsi con quelli che già ora operano a servizio dell'economia globalizzata. Un terminale in grado di movimentare almeno 2-3 milioni di teu (Venezia attualmente movimenta 400 mila teu all'anno), che operi in maniera integrata con gli altri scali del Nord Adriatico - specie Capodistria e Trieste - per raggiungere assieme quella massa critica di 10/15 milioni di teu, e potersi così collocare al livello degli altri grandi porti mondiali, quali Shanghai, Singapore, Rotterdam, Amburgo, Los Angeles. Confindustria Veneto crede in questa opportunità ed è convinta del grande significato economico che potrà avere per il nostro territorio uno sviluppo della logistica di respiro europeo».


Porto di Venezia
Statistiche del traffico
(dati definiti)
(Fonte: Autorità Portuale di Venezia)






2008
January-December


2009
January-December


Diff





IN


OUT


TOTAL


IN


OUT


TOTAL


TOTAL


%





























TOTAL TONNAGE


25.012.705


5.226.487


30.239.192


20.420.736


4.769.108


25.189.844


-5.049.348


-16,7%





























LIQUID BULK


11.176.015


1.155.175


12.331.190


10.671.124


1.003.275


11.674.399


-656.791


-5,33%


of which:


























Crude oil


5.742.488


26.078


5.768.566


5.789.306


0


5.789.306


20.740


0,36%


Refined Products


4.339.124


752.480


5.091.604


3.865.515


694.686


4.560.201


-531.403


-10,44%


Liquefied gaz


0


0


0


0


0


0


0


0,00%


Other Liquid Bulk


1.094.403


376.617


1.471.020


1.016.303


308.589


1.324.892


-146.128


-9,93%





























DRY BULK


8.492.418


20.233


8.512.651


6.228.210


100.695


6.328.905


-2.183.746


-25,65%


of which:


























Cereals


376.237


2.207


378.444


214.620


11.102


225.722


-152.722


-40,36%


Cattle feed/Fodder/Oil Seeds


1.583.479


7.972


1.591.451


1.430.312


32.578


1.462.890


-128.561


-8,08%


Coal


3.164.458


7.963


3.172.421


2.372.977


6.121


2.379.098


-793.323


-25,01%


Ores


779.463


0


779.463


446.014


1.780


447.794


-331.669


-42,55%


Fertilizer


31.062


0


31.062


18.924


1.401


20.325


-10.737


0,00%


Other Dry Bulk


2.557.719


2.091


2.559.810


1.745.363


47.712


1.793.075


-766.735


-29,95%





























GENERAL CARGO


5.344.272


4.051.079


9.395.351


3.521.402


3.665.138


7.186.540


-2.208.811


-23,51%


of which:


























Containers/Flats


1.630.737


2.120.313


3.751.050


1.448.888


2.228.742


3.677.630


-73.420


-1,96%


Ro/ro


1.108.691


1.505.348


2.614.039


819.764


1.057.115


1.876.879


-737.160


-28,20%


Other General Cargo


2.604.844


425.418


3.030.262


1.252.750


379.281


1.632.031


-1.398.231


-46,14%





























INFORMATION





















































Number of Vessels








4.974








4.294


-680


-13,67%


Number of Passengers








1.720.703








1.888.670


167.967


9,76%


of which cruise passengers*








1.215.598








1.420.446


204.848


16,85%





























Number of Containers


132.060


112.834


244.894


127.504


110.713


238.217


-6.677


-2,73%


of which: Empty


47.783


10.729


58.512


56.617


6.778


63.395


4.883


8,35%


of which: Loaded


84.277


102.105


186.382


70.887


103.935


174.822


-11.560


-6,20%





























Number of Containers/TEU


204.031


175.041


379.072


197.282


172.192


369.474


-9.598


-2,53%


of which transhipment








0








0








of which: Empty


82.600


14.968


97.568


94.792


9.982


104.774


7.206


7,39%


of which: Loaded


121.431


159.713


281.144


102.490


162.210


264.700


-16.444


-5,85%
›››Archivio notizie
DALLA PRIMA PAGINA
Nuovo record storico dei traffico mensile dei container nel porto di Long Beach
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La flotta ha trasportato un numero record di contenitori
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Roma
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Cargotec concorda la vendita della MacGregor a fondi gestiti dalla Triton
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Kuehne+Nagel acquisirà il 51% del capitale dell'americana IMC Logistics
Schindellegi/Collierville
La società statunitense opera principalmente servizi di drayage
Nel terzo trimestre di quest'anno i ricavi di Hapag-Lloyd sono cresciuti del +28,2%
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Amburgo
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Nel terzo trimestre il traffico delle merci nel porto di Genova è diminuito del -4,9% mentre a Savona-Vado è cresciuto del +15,7%
Genova
Deciso aumento dei container in trasbordo determinato dalla crisi del Mar Rosso. In calo le crociere
Nel terzo trimestre i ricavi della HMM sono aumentati del +67% grazie alla crescita del +83% nel segmento dei container
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Seul
Rialzo del +116% del valore del nolo medio per contenitore trasportato
Forte rialzo delle performance finanziarie trimestrali della Evergreen
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Nel terzo trimestre il traffico dei container nei terminal portuali di Eurokai è cresciuto del +9,9%
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Porti italiani:
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Brindisi Livorno Taranto
Cagliari Napoli Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venezia
Interporti italiani: elenco Porti del mondo: mappa
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SpedizionieriProvveditori e appaltatori navali
Agenzie marittimeAutotrasportatori
MEETINGS
Convegno del CNEL sulla sostenibilità del trasporto marittimo
Roma
Si terrà il 27 novembre a Roma
Convegno di Assiterminal dal titolo “Porti in connessione - ESG, IA, CSRD”
Genova
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RASSEGNA STAMPA
Sudan govt scraps $6bn Red Sea port deal with UAE
(The North Africa Post)
Argentina enfrenta tarifas portuarias hasta 500% más altas que otros países de la región
(Pescare)
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Relazione del presidente Nicola Zaccheo
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Paola Piraccini nominata collaboratore tecnico giuridico della Spininvest
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A Palermo il taglio della prima lamiera del nuovo traghetto per la Regione Siciliana
Trieste/Palermo
La consegna della nave è prevista per il 2026
I ricavi trimestrali di Global Ship Lease registrano la prima diminuzione dalla fine del 2018
Atene
La società ritiene che la propria flotta di portacontainer abbia ottime prospettive future di impiego
DP World sigla un accordo per comprare l'australiana Silk Logistics
Dubai/Melbourne
Il valore previsto della transazione è di circa 115 milioni di dollari
Un lavoratore è deceduto nel porto di Crotone
Gioia Tauro
Si sarebbe improvvisamente accasciato al suolo mentre parlava con alcuni colleghi
Torbianelli: bene l'ok del CIPESS al finanziamento del futuro Molo VIII del porto di Trieste
Trieste
Dei 315 milioni di euro previsti, 206,9 sono attesi dallo Stato
Lo Stato francese ha acquisito l'80% del capitale della Alcatel Submarine Networks
Calais
L'azienda ha una flotta di sette navi posacavi
Eurizon Capital (Gruppo Intesa Sanpaolo) ha acquisito una quota di maggioranza di Germani
Milano
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