inforMARE -
Molto rumore per nulla? Oppure l'annuncio dello stato di crisi è solamente rinviato? A conclusione dell'odierna riunione a Roma tra il gruppo navalmeccanico italiano Fincantieri e le organizzazioni sindacali FIM, FIOM e UILM l'azienda cantieristica, pur sottolineando che «la crisi è ancora molto pesante», ha tuttavia confermato «la validità degli accordi sottoscritti circa il mantenimento degli attuali siti produttivi e dei relativi livelli occupazionali, utilizzando per sopperire agli scarichi - si legge nel verbale della riunione - gli strumenti congiunturali previsti dall'attuale normativa».-
- Sembrano quindi scongiurati i tagli occupazionali per circa 2.500 unità, la chiusura di due siti produttivi (Castellammare di Stabia e Riva Trigoso) e il ridimensionamento dell'attività al cantiere di Sestri Ponente (Genova) che Fincantieri aveva inserito nella bozza del piano di ristrutturazione del gruppo cantieristico (inforMARE del 20 e 21 settembre 2010). La conferma degli impegni assunti da Fincantieri alla fine dello scorso anno appare però legata al mantenimento delle promesse allora sottoscritte dal governo e dagli enti locali.
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- L'opinione di
inforMARE-
- Fincantieri passa la palla al governo, che possiede la quasi totalità del capitale azionario del gruppo navalmeccanico attraverso Fintecna, società del ministero dell'Economia. È implicito nell'accordo odierno con i sindacati: se l'esecutivo e gli enti locali non rispetteranno gli impegni, Fincantieri dovrà dichiarare lo stato di crisi.
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- Mentre infuria ancora la polemica sulla mancanza nella compagine governativa di un ministro dello Sviluppo economico noi ci chiediamo se l'esecutivo, con o senza ministro dell'Industria, abbia una politica industriale e, soprattutto, quando l'intera classe politica italiana inizierà a difendere le imprese nazionali private e pubbliche.
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- Quello che è accaduto negli ultimi anni, non solo nel settore della navalmeccanica, conferma la mancanza di una politica industriale. Si affrontano solo le emergenze. La navigazione avviene a vista e si ha l'allarmante sensazione che al timone non ci sia nessuno. In questo frangente, in assenza di una politica la presenza di un ministro dell'Industria appare addirittura ininfluente.
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- Bruno Bellio
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Oggi Fincantieri e sindacati hanno infatti concordato sulla «necessità che il governo e le istituzioni locali confermino gli impegni assunti nel documento sottoscritto in data 18 dicembre 2009 presso il ministero dello Sviluppo economico». Con tale documento il governo si era impegnato a sostenere la cantieristica navale con una serie di iniziative e di commesse pubbliche e, nel contempo, Fincantieri si era impegnata a mantenere invariato l'assetto organizzativo, a non chiudere alcun cantiere e a ripartire le attività delle nuove acquisizioni tra le diverse unità produttive del gruppo. Inoltre le istituzioni locali si erano assunte l'onere di attivare «le opportune iniziative impiantistiche e strutturali per ovviare alle attuali diseconomie produttive, in particolare nei siti di Castellammare, Palermo e Sestri Ponente». Più precisamente, il governo aveva manifestato tra l'altro l'impegno a rendere operativi dal gennaio 2010 i programmi delle Capitanerie di Porto già finanziati, ad accelerare la fornitura di un'unità di supporto logistico e di un'unità multiruolo per la Marina Militare e la Protezione Civile con uno stanziamento di 50 milioni di euro, a favorire la costruzione di piattaforme galleggianti per far fronte all'emergenza carceraria, a far sì che il trasferimento della società di navigazione Tirrenia alle Regioni fosse occasione per il rinnovamento della flotta di traghetti e, di concerto con le istituzioni locali, a provvedere alla copertura degli scarichi di lavoro garantendo i necessari ammortizzatori sociali (compresi quelli cosiddetti “in deroga”) per il personale di Fincantieri, Nuovi Cantieri Apuania (NCA) e per il personale delle relative ditte dell'indotto.
La riunione odierna con Fincantieri - ha confermato il segretario generale della UILM, Rocco Palombella - «è stata importante perché ha ribadito l'impegno a salvaguardare sia i livelli occupazionali che i siti produttivi. Ma da solo questo risultato non basta. Dobbiamo incalzare sia il governo che gli enti locali per sbloccare gli investimenti e dare seguito all'accordo del 2009». «Nel documento in questione - ha precisato Mario Ghini, segretario nazionale della UILM e responsabile del settore cantieristico - l'azienda conferma gli impegni assunti (gli otto cantieri e le due direzioni navali a Trieste e Genova), pur osservando che la situazione sul mercato va monitorata e tenuta costantemente sotto osservazione. Per questo invita anche governo ed enti locali a fare la loro parte. Per quanto ci riguarda abbiamo confermato la manifestazione nazionale a Roma con otto ore di sciopero per tutti i siti del gruppo, prevista per venerdì primo ottobre. Infine, abbiamo ribadito la nostra richiesta al governo di convocare un apposito tavolo a Palazzo Chigi».
Intanto è in programma per mercoledì prossimo presso lo stabilimento Fincantieri di Monfalcone la presentazione della nuova nave da crociera Queen Elizabeth, la nuova ammiraglia della Cunard Line e terza unità della flotta della compagnia crocieristica del gruppo Carnival a portare questo nome. La nave sarà battezzata il prossimo 11 ottobre a Southampton dalla regina Elisabetta II. La Queen Elizabeth, di 91.000 tonnellate di stazza lorda, potrà ospitare più di 2.500 passeggeri e 1.090 membri dell'equipaggio. (iM)
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