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Positiva - sostiene Fit-Cisl - la partecipazione degli armatori alla procedura di privatizzazione di Tirrenia, fase che però - accusa Uiltrasporti - sinora è misteriosa, confusa e pasticciata
Filt Cgil, Ercolani: «vanno create le condizioni affinché il commissario possa pretendere il rispetto delle norme contrattuali e delle garanzie occupazionali»; Azzola «ancora una volta con il milleproroghe si colpiscono i porti»
4 febbraio 2011
Fit-Cisl ritiene positiva la partecipazione di gruppi armatoriali al nuovo tentativo di privatizzazione della Tirrenia. Ieri il commissario straordinario della compagnia di navigazione, Giancarlo D'Andrea, ha reso noto l'elenco delle 14 società selezionate per la privatizzazione ( del 3 febbraio 2011). «È positivo - ha commentato il segretario generale della Fit-Cisl, Giovanni Luciano - che siano in gioco, per la privatizzazione di Tirrenia e di Siremar, importanti gruppi armatoriali che offrono solide garanzie di strutture industriali in grado di gestire al meglio le compagnie».
«Ci riserviamo, peraltro - ha precisato Luciano - di approfondire in tutte le sue indicazioni il documento sul programma di cessione di Tirrenia e Siremar reso disponibile solo oggi (ieri, ndr), ma che presenta già un forte elemento di non condivisione, per il fatto che le garanzie occupazionali inserite sono previste al minimo di legge di due anni, pur in presenza di concessioni garantite per otto anni. In questo il governo dovrà fare la sua parte».
«Per quanto concerne l'incontro con il commissario D'Andrea - ha aggiunto il segretario nazionale della Fit-Cisl Beniamino Leone - permangono forti preoccupazioni sia sulle garanzie di mantenimento dei livelli occupazionali, sia sulle continuità contrattuali. Due elementi di primaria importanza per i lavoratori e per l'intero processo di cessione delle due società di navigazione».
«I delicati passaggi di questa privatizzazione - ha concluso Luciano - richiedono una ampia convergenza del mondo del lavoro, oltre ad una condivisione degli obiettivi e delle scelte per realizzarli».
Sottolineando come dopo mesi di “pressing” sul commissario straordinario di Tirrenia e Siremar e sul governo i sindacati siano riusciti finalmente a strappare l'elenco di quanti hanno manifestato interesse ad acquisire i compendi aziendali delle due società messi a gara, il segretario generale di Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, ha stigmatizzato tuttavia il comportamento del commissario che - ha spiegato - ha diramato un comunicato stampa prima della riunione nel quale ha anticipato alcuni aspetti non irrilevanti del programma, comportamento che denota mancanza di rispetto per i lavoratori e per i loro rappresentanti che mi ha costretto, pur non ritirando per senso di responsabilità la delegazione - ha precisato - ad abbandonare i lavori in segno di protesta».
Caronia ha evidenziato come la partenza della nuova fase di una privatizzazione della Tirrenia sia «sinora misteriosa, confusa e pasticciata», mentre invece «dovrebbe sviluppare un serrato confronto specie col governo, capace di dare risposte concrete alle sacrosante aspettative dei lavoratori in particolare sui livelli occupazionali e sulla continuità contrattuale post-privatizzazione, ma i cui presupposti francamente ci preoccupano non poco».
«Abbiamo comunque rimarcato - ha reso noto il segretario generale di Uiltrasporti - che occorrerà in via preliminare risolvere una serie di questioni ancora aperte quali ad esempio le immissioni in C.R.L. (continuità rapporto di lavoro) e T.P. (turno particolare) e le promozioni al grado superiore di quanti a norma del vigente CCNL ne hanno maturato il diritto. Dovranno soprattutto essere concordate le clausole sociali da inserire nei contratti di vendita con particolare attenzione alla durata delle garanzie occupazionali che non potranno che coincidere con la durata delle convenzioni (otto anni per Tirrenia, dodici anni per Siremar)».
Caronia ritiene che l'incontro di ieri sia stato interlocutorio: «rimangono per intero - ha spiegato - le nostre preoccupazioni che ci auguriamo possano essere fugate nel corso dei prossimi incontri a partire da quello previsto col governo presso il ministero dello sviluppo economico il 9 febbraio prossimo venturo, sulla base delle cui risultanze decideremo se riprogrammare o meno il previsto sciopero da noi proclamato per i giorni 8 e 9 febbraio che è pertanto da ritenersi solamente sospeso».
Secondo il coordinatore nazionale dei marittimi della Filt Cgil, Massimo Ercolani, «vanno create le condizioni affinché il commissario possa pretendere il rispetto delle norme contrattuali e delle garanzie occupazionali». Commentando gli esiti dell'incontro di ieri con il commissario straordinario di Tirrenia, Ercolani ha rilevato che «per quanto attiene la continuità occupazionale abbiamo appreso che le garanzie previste sono limitate ad un periodo di due anni, come stabilito dalla legge, e per quanto attiene la continuità dell'applicazione dei contratti è legata a quanto verrà proposto dall'eventuale acquirente ai singoli lavoratori».
Per Ercolani «proprio su questi punti ci sono dei precisi impegni del governo che prevedono l'effettiva tutela occupazionale ed il rispetto delle norme contrattuali vigenti ed in occasione dell'incontro del 9 febbraio al ministero dello Sviluppo Economico chiederemo che il governo mantenga gli impegni assunti».
«In merito alle offerte dei soggetti interessati - ha concluso il rappresentante della Filt Cgil - valuteremo il piano industriale che dovrà essere presentato entro il 15 marzo».
Intanto Filt Cgil ha protestato per la revoca delle risorse destinate ai porti. «Ancora una volta con il milleproroghe si colpiscono i porti», ha denunciato il segretario nazionale della Filt Cgil, Michele Azzola, sottolineando che «tra le misure che verranno adottate dal decreto del governo vi sarà anche la requisizione di risorse finanziare destinate ai porti».
Secondo Azzola, «la revoca dei finanziamenti, previsti nei porti, dove non sono stati conclusi gli investimenti finanziati, non può avvenire in modo indiscriminato, senza una attenta analisi delle ragioni per le quali non si è provveduto alla realizzazione delle opere. In molti casi la causa dei ritardi è dovuta proprio alla responsabilità del governo stesso e la revoca di tali finanziamenti deve essere limitata ai soli casi di reale responsabilità e negligenza da parte delle autorità competenti e comunque prevedendo che tali risorse siano destinate ad altri porti».
«Con il provvedimento in votazione, invece - ha spiega Azzola - vengono revocati senza nessun criterio i finanziamenti indipendentemente dallo stato di realizzazione delle opere e dalle cause che hanno generato il ritardo e non destinando gran parte delle risorse trattenute agli altri porti».
«Ancora una volta - ha criticato il dirigente sindacale della Filt Cgil - il governo proclama il rilancio della portualità nei convegni pubblici per poi procedere a tagli indiscriminati che produrranno danni inaccettabili per queste infrastrutture essenziali per l'economia del Paese».
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