- La scorsa settimana a Roma, in occasione del convegno sul tema “Mappatura del rischio sismico nei porti marittimi nazionali” ( del 24 giugno 2011), sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca sulla stima del rischio sismico dei porti attraverso la tecnologia GIS (Geographical Information System), incentrato sul caso di studio del porto di Salerno, che è stato finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile e realizzato da Eucentre (European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering).
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- A Salerno sono già in corso di esecuzione fondamentali interventi infrastrutturali di consolidamento e di adeguamento delle banchine alle vigenti norme sismiche e ai maggiori carichi conseguenti all'incremento dei traffici portuali. Un'approfondita campagna di sondaggi geognostici ha preceduto la progettazione di questi lavori: sono state effettuate prove geotecniche con dilatometro sismico (SDMT) finalizzate alla valutazione del rischio di liquefazione dei terreni in situ sotto l'azione sismica, un'avanzata metodologia made in Italy che il porto di Salerno è stato tra i primi ad utilizzare.
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- Al convegno erano presenti il presidente dell'Autorità Portuale di Salerno Andrea Annunziata, e il capo dell'Area Tecnica dell'ente, Elena Valentino. Commentando l'esito dell'incontro, l'ente portuale salernitano ha sottolineato come i recenti, tragici accadimenti causati da disastrosi terremoti che, in particolare durante gli ultimi quindici anni hanno colpito vaste zone urbanizzate del globo, abbiano evidenziato una particolare vulnerabilità sismica proprio delle aree portuali e delle fasce costiere e come tuttavia proprio gli scali commerciali, in caso di sismi di elevata magnitudo e frequenza, costituiscano infrastrutture “strategiche” per un'immediata ed efficace risposta ai danni strumentali e alla perdita di vite umane che si verificano a seguito di violente ed improvvise sciagure. Il funzionamento della “macchina dei soccorsi”, che può utilmente impiegare la risorsa mare in caso di simili calamità – ha osservato l'Autorità Portuale - può subire un brusco rallentamento, laddove anche i porti (le banchine in special modo) riportino ingenti danni in seguito a forti eventi tellurici. La più o meno rapida ripresa delle economie locali di un'area colpita da un terremoto/maremoto può dipendere in gran parte dalla capacità di risposta, dal contributo fondamentale, che la sua principale industria e volano per lo sviluppo economico, il porto per l'appunto, riesce a dare al suo territorio. S'intuisce, dunque, l'indispensabile ruolo trainante che gli scali commerciali possono assolvere per la ripresa economica e sociale di una data località urbana, di una città o di una metropoli.
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