Ieri il Comitato Portuale di Livorno ha dato il via libera alla cessione di quote dell'Autorità Portuale nella Porto di Livorno 2000, la società che gestisce il traffico passeggeri nello scalo labronico e che attualmente è partecipata con il 72% dall'authority portuale e con il 28% dalla Camera di Commercio di Livorno che ieri a sua volta ha annunciato la volontà di cedere parte della propria quota.-
- La delibera ha visto il solo parere contrario del sindaco di Livorno, Filippo Nogarin. Venerdì scorso il Consiglio comunale aveva approvato a larga maggioranza un atto d'indirizzo con il quale il primo cittadino di Livorno si è presentato alla riunione del Comitato Portuale e che specifica che occorre «riconoscere come priorità nel processo di dismissioni la tutela delle condizioni di lavoro del personale attualmente impiegato nella società e che l'aggiudicatario della gara possa far proseguire in continuità il rapporto di lavoro, impegnando la proprietà (Autorità Portuale e Camera di Commercio) ad una contrattazione preventiva sulle garanzie da introdurre nel bando, a questo proposito, prima della sua pubblicazione»; e inoltre che occorre «chiedere che il capitolato accordi maggior peso alla proposta progettuale a cui si fa riferimento nel Piano Operativo Triennale 2013-2015 e nel Piano Industriale, rispetto all'entità dell'offerta economica».
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- «La legge - ha ricordato il presidente dell'Autorità Portuale di Livorno, Giuliano Gallanti - ci impone di scendere sotto il 50% e recentemente abbiamo ricevuto sollecitazioni anche dalla Corte dei Conti e dall'Autorità Garante per la Concorrenza; se non andiamo avanti l'Autorità Portuale di Livorno rischia di andare incontro a precise responsabilità penali e amministrative».
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- In merito alle quote di partecipazione da vendere, sulla scorta dell'analisi che l'advisor Kpmg ha consegnato all'Autorità Portuale, il Comitato Portuale ha espresso un parere quasi unanime, con 12 voti pareri favorevoli, stabilendo che, per evitare che la gara vada deserta, è necessario sia ceduta la maggioranza assoluta delle quote. Forte del pronunciamento del Consiglio comunale di venerdì il sindaco ha manifestato perplessità evidenziando la necessità di salvaguardare il ruolo pubblico all'interno della compagine societaria della Porto di Livorno 2000: «ritengo - ha detto Nogarin - che sia auspicabile che l'Autorità Portuale ceda soltanto il 23% o, al massimo, il 37%, ovvero la maggioranza delle quote a sua disposizione. Non è necessario procedere oltre. La vera urgenza è dare una certezza degli accosti alle crociere».
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- Rispondendo ad alcune puntualizzazioni sulla necessità di garantire i livelli occupazionali e su una possibile svolta monopolista determinata dalla cessione delle quote, il presidente dell'Autorità Portuale ha assicurato che l'argomento sarà affrontato quando si inizierà a preparare il bando di gara. «L'obiettivo - ha chiarito Gallanti - è quello di inserire delle clausole sociali che prevedano A) che i lavoratori della Porto 2000 conservino il proprio posto di lavoro; B) che il soggetto aggiudicatore, se armatore, non impedisca alle navi concorrenti di approdare in porto. Una volta confezionato il bando, torneremo in Comitato per avviare una discussione dettagliata».
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- «Noi - ha proseguito Giuliano Gallanti - vogliamo vendere alle migliori condizioni possibili e riteniamo dirimente ai fini dell'aggiudicazione della gara europea la presentazione di un piano di investimenti serio che giustifichi da parte nostra la proroga della concessione». Il presidente dell'Autorità Portuale ha confermato che questo è il momento opportuno per procedere alla cessione delle quote: «tra la fine dell'anno e l'inizio del 2015 - ha spiegato - avremo a disposizione il lato nord del Molo Italia e lo potremo utilizzare o per delocalizzare fin da subito i traffici dei forestali oppure per ospitare le cruise boat più grandi. Questo è il momento migliore per procedere con vendita della Porto 2000, anzi, dobbiamo sbrigarci perché oggi abbiamo già la possibilità di dare delle risposte certe a chi chiede di investire a Livorno». «Mettiamoci in testa una cosa - ha sottolineato Gallanti - se non ci muoviamo, se non vendiamo la Porto 2000 prima che scada la concessione (nel 2019, ndr), allora sì che i lavoratori della società rischiano veramente di finire in strada. Una cosa, infatti, è preparare una gara a triplo oggetto per la ricerca di un soggetto privato, di un gestore dei servizi e di un concessionario, un'altra sarebbe quella di bandire una gara soltanto per l'affidamento della concessione. A quest'ultima potrebbe partecipare chiunque. Altro che sette milioni di euro. A quel punto chi volesse accaparrarsi il traffico delle crociere a Livorno, potrebbe farlo per un pugno di noccioline e senza dover rispettare alcun tipo di clausola sociale o onere contrattuale. E, badate bene, la Porto 2000 parteciperebbe alla gara dell'aggiudicazione come qualsiasi altro soggetto concorrente».
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- L'ipotesi di procedere ora alla cessione delle quote trova concorde anche la Camera di Commercio di Livorno: «siamo disponibili - ha detto il presidente dell'ente camerale, Sergio Costalli - a portare avanti assieme all'authority un piano di dismissione che porti la partecipazione pubblica ad un terzo del capitale della società. Ma - ha precisato - prima chiediamo venga modificato lo statuto della Porto 2000: sia previsto il raggiungimento della maggioranza qualificata dei voti per le decisioni più importanti, quelle che impattano maggiormente sulla società».

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