- . Lo evidenzia il secondo rapporto annuale “Italian Maritime Economy. Rischi e opportunità al centro del Mediterraneo” realizzato da SRM (Studi Ricerche per il Mezzogiorno), centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, che è stato presentato oggi a Napoli in un convegno dal titolo “Nuove rotte per la crescita del Mezzogiorno” tenutosi presso la sede del Banco di Napoli.
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- Il rapporto, frutto dell'attività di monitoraggio dell'Osservatorio Permanente sull'Economia dei Trasporti Marittimi e della Logistica di SRM, precisa che negli ultimi 13 anni il volume totale delle merci trasportate via mare nel bacino del Mediterraneo è cresciuto di oltre il +123% e che nel 2013 nel Mediterraneo è transitato il 19% circa del traffico merci navale mondiale, percentuale che nel 2005 era del 15%. Rilevante anche la crescita dell'attività dei porti del Mediterraneo nel segmento dei container: nel 2013 i primi 30 porti container mediterranei hanno movimentato un traffico pari a 44 milioni di container teu, con un aumento del +382% rispetto a 9,1 milioni di teu nel 1995.
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- Lo studio, con dati e analisi che sono stati illustrati da Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, e da Alessandro Panaro, responsabile dell'ufficio Maritime and Mediterranean Economy di SRM, che ha approfondito i temi delle grandi alleanze e della competitività delle infrastrutture, specifica inoltre che, da un'analisi di SRM su un panel di aree portuali europee, nordafricane e asiatiche, si evince che nel 2014 le aree portuali del Mediterraneo (sponda Est, sponda Ovest e sponda Sud) sono arrivate a detenere una quota di mercato container del 33% (hanno acquisito sei punti percentuali dal 2008) contro il 42% del Northern Range che nello stesso periodo ha perso cinque punti percentuali.
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- Il rapporto rileva che nel periodo 2001-2014 i transiti marittimi Nord-Sud di merci provenienti dal Mediterraneo e diretti verso Golfo-Medio ed Estremo Oriente sono aumentati del +160% mentre la direttrice inversa è aumentata del +92%. Un'area che va proponendo con forza la sua valenza strategica è quella del Golfo Arabico: i transiti marittimi da Nord verso Sud attraverso il canale di Suez e diretti verso il Golfo sono aumentati del +339% negli ultimi 14 anni (2001-2014). Sempre nello stesso periodo i passaggi Sud-Nord provenienti dal Golfo sono aumentati del +175%.
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- Se in campo portuale i porti del Mediterraneo sono sempre in concorrenza con gli storici competitor del Nord Europa, anche all'interno del bacino mediterraneo si è accesa una competizione innescata da nuove realtà portuali come lo scalo marocchino di Tanger Med, che sta registrando performance di traffico merci in continuo crescendo (nel 2014 ha movimentato oltre tre milioni di teu, con un +20,7% sul 2013 ed ora ha una quota di mercato del segmento, nel Mediterraneo, di circa il 10%), o lo scalo egiziano di Port Said che è arrivato a quattro milioni di teu, con un +1.500% nel periodo 1995-2013, ma anche provocata da scali storici che stanno recuperando competitività, come il Pireo che nel periodo 1995-2013 è cresciuto del +400% arrivato a movimentare 3,1 milioni di teu e Algeciras che è salito a 4,3 milioni (+300%).
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- Quanto alla portualità italiana, il rapporto ricorca che da un'analisi del “Liner Shipping Connectivity Index”, un indicatore dell'Unctad che misura la competitività del sistema marittimo di una nazione, si evince che nel 2015 l'Italia è al 17° posto e che ormai da circa 10 anni oscilla intorno a questa posizione, sempre dietro a Olanda e Germania. Con 460 milioni di tonnellate di merci complessive, l'Italia è terza in Europa per traffici gestiti. Inoltre la portualità italiana, con 213,3 milioni di tonnellate nel 2014, detiene il primato nell'UE28 per trasporto di merci in Short Sea Shipping nel Mediterraneo.
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- «Il report di SRM - ha commentato il presidente Banco di Napoli, Maurizio Barracco - ci conferma la crescita del ruolo strategico ed economico del Mediterraneo e ci fa capire come il raddoppio del canale di Suez potrà avere un impatto estremamente positivo sul commercio marittimo e, se siamo bravi, anche sull'economia italiana e del Mezzogiorno».
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- «Le imprese che producono - ha osservato il presidente di SRM, Paolo Scudieri - hanno bisogno di una filiera del mare - portualità, logistica e operatori di shipping - che sia efficiente, competitiva nei tempi e nei costi, e in grado di inserirci nelle grandi direttrici dei traffici marittimi. L'annunciata riforma dei porti va in questa direzione ma occorre fare in fretta. Abbiamo perso molto tempo in passato. Tempo che i nostri competitors, nel Nord Europa e nel Sud Mediterraneo, hanno usato per rafforzarsi con investimenti infrastrutturali importanti. L'Italia ha una posizione geografica straordinaria. Noi siamo convinti che rilanciare la filiera del mare e investire per una portualità efficiente possa essere la modalità nuova per trainare lo sviluppo del Mezzogiorno".
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- «La ricerca - ha sottolineato il direttore generale SRM, Massimo Deandreis - è ricca di dati e mette bene in evidenza il peso di tutta la filiera del mare, non solo come comparto produttivo, ma anche come generatore di valore e di occupazione. In Italia un terzo di tutto l'import ed export parte o arriva via mare. Gran parte di questo comparto è collocato nel Mezzogiorno che potrebbe svolgere il ruolo di piattaforma logistica a beneficio di tutto il sistema produttivo nazionale. Anche perché sta emergendo in modo marcato una direttrice marittima che dall'Europa, via Mediterraneo, passa per il canale di Suez, Golfo e Asia. In questa direttrice l'Italia e i porti del Mezzogiorno, potrebbero trovare ancor meglio la loro funzione di hub strategico».
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