Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
06:18 GMT+1
I ritardi nell'adeguamento da parte italiana del corridoio Reno-Alpi comportano potenziali mancati introiti pari a sei miliardi di euro, equivalenti al costo del Terzo Valico
Baccelli (CERTeT): l'Italia perde circa 1,2 miliardi di euro all'anno
3 dicembre 2015
I ritardi nella realizzazione del Terzo Valico dei Giovi sulla linea ferroviaria Genova-Milano, opera che fa parte dei progetti prioritari dell'Unione Europea e che è inserita nel Corridoio Genova-Rotterdam, hanno un costo molto elevato per l'Europa e comportano il mancato introito di potenziali ingenti somme per l'Italia. Lo ha sottolineato Oliviero Baccelli, direttore del CERTeT (Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo) dell'Università Bocconi, nel corso del convegno “Il corridoio multimodale Italia-Svizzera nel ridisegno dei trasporti e della logistica del Nord Italia” tenutosi ieri presso l'ateneo milanese che è stato organizzato dal Centro in collaborazione con l'Ambasciata Svizzera con l'obiettivo di analizzare e valutare in modo sistemico le ricadute sul sistema economico per il settore dei trasporti e della logistica del Nord Italia derivanti dalla messa a regime del corridoio multimodale Italia-Svizzera.
Nella sua relazione Baccelli ha evidenziato i benefici per gli operatori economici europei derivanti dallo sviluppo del sistema logistico del Nord Ovest d'Italia il cui valore economico è stato stimato in 185,7 milioni di euro, di cui 82 milioni di euro determinati dalla riduzione delle distanze marittime (con due servizi settimanali con navi Ultra Large Container Carrier da e per il Far East – ha precisato il direttore del CERTeT - che scelgono di far scalo nei porti liguri anziché nei porti del Nord Europa, per un volume di traffico containerizzato totale pari a 600.000 teu all'anno), 65 milioni di euro derivanti dalla riduzione delle distanze ferroviarie terrestri (con 300.000 teu con origine/destinazione l'hinterland milanese e 300.000 teu con o/d l'hinterland di Basilea che scelgono la portualità ligure anziché la portualità del Nord Europa) e 38,7 milioni di euro determinati dalla riduzione dei costi di immobilizzo delle merci (con 10 giorni di riduzione dei tempi di immobilizzo delle scorte di merce per un valore annuo di 20,174 miliardi di euro contenuta in 600.000 teu).
Baccelli ha evidenziato che, «se si adotta un'ottica differente rispetto alla stima precedente, passando da una visione europea ad una solo italiana, circoscrivendo la stima della comprensione dei potenziali effetti per il sistema fiscale italiano e per gli operatori nazionali coinvolti nell'organizzazione dei servizi di trasporto per il Nord Italia, si ottengono valori ben più alti. Sulla base di uno studio svolto da Fedespedi nel 2015, in cui vengono evidenziati gli effetti sull'economia del Paese derivanti dall'importazione nei porti del Nord Europa anziché attraverso la portualità italiana di un container da 20' piedi con valore economico di 30.000 euro - ha ricordato - emerge un mancato introito per il sistema Paese di 7.100 euro per ciascun teu in import e si può stimare il dato per l'export in 927 euro».
In particolare, la media nazionale di 7.098 euro di mancato introito per singolo contenitore da 20' importato è somma del mancato introito di 4.456 euro per l'Erario 4.456, di 36 euro per l'ente portuale 36, di 221 euro per le agenzie marittime, di 230 euro per i terminal portuali, di 240 euro per gli spedizionieri, di 400 euro per l'autotrasporto e di 1.510 euro per l'indotto bancario. La media nazionale di 927 euro di mancato introito per singolo teu esportato è composta dai mancati introiti di 36 euro per l'ente portuale, di 221 euro per le agenzie marittime, di 230 euro per i terminal portuali, di 240 euro per gli spedizionieri e di 200 euro per l'autotrasporto.
Baccelli ha rilevato che il mancato introito complessivo annuo per l'Italia è di circa 1,2 miliardi di euro tenendo conto che le stime indicano in 150.000 teu in import e il medesimo valore per l'export il numero di container recuperabili dalla portualità ligure con origine/destinazione il Nord Italia che attualmente non utilizzano il sistema portuale del Nord Italia, e che «ben il 55% di questo valore è potenzialmente destinabile all'erario italiano». Infatti, su un'ipotesi 300.000 teu bilanciati fra import ed export, i mancati introiti per il Sistema Italia derivanti dall'utilizzo dei porti del Nord Europa anziché dalla portualità italiana per i traffici con o/d il Nord Italia ammontano sul lato delle importazioni a 1.064,7 milioni di euro, di cui 668,4 milioni di mancati introiti per l'erario e 396,3 milioni di mancati introiti per le imprese di settore e per l'indotto bancario, mentre sul lato export si tratta di 139,05 milioni di euro di mancati introiti per le imprese di settore e per l'indotto bancario.
Baccelli ha concluso rimarcando che il ritardo tra l'adeguamento della linea ferroviaria da parte svizzera, con l'apertura della galleria di base del San Gottardo che è prevista per la fine del 2016, e l'apertura del Terzo Valico, che è prevista nel 2021, comporterà per l'Italia la perdita di ingenti risorse economiche: «i cinque anni di ritardo del time to market della parte italiana del corridoio Reno-Alpi - ha specificato il direttore del CERTeT - portano alla somma di potenziali mancati introiti per il sistema Italia equivalenti al costo del Terzo Valico (circa sei miliardi di euro)».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore