Se il trilogo di ieri sera sull'inclusione dello shipping nel sistema di scambio di quote di emissione dell'UE non ha sopito le preoccupazioni della FEPORT sull'effetto che tale inserimento potrebbe avere sulla competitività dei porti europei, la federazione dei terminalisti portuali privati europei è assai allarmata anche per altre misure regolatorie dell'Unione Europea, in primo luogo per l'eventuale decisione positiva di Bruxelles sulla proroga del Consortia Block Exemption Regulation (CBER), il regolamento di esenzione per categoria dei consorzi che permette alle compagnie di navigazione containerizzate di cooperare per la fornitura di servizi marittimi di linea.
Se con riferimento alla proposta sulle emissioni di gas serra prodotte dalle navi FEPORT non ha fatto che ribadire le perplessità manifestate ancora pochi giorni fa ( del 18 novembre 2022), la federazione dei terminalisti ha evidenziato la necessità che, nel quadro della revisione in corso dei consorzi BER, vengano adeguatamente tenuti in considerazione i notevoli cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nel settore marittimo, e più specificamente in quello del trasporto di linea.
Tra i cambiamenti intervenuti nel mercato del trasporto marittimo containerizzate, FEPORT si è soffermata in particolare sulle soluzioni digitali introdotte dalle compagnie di navigazione. A tal proposito FEPORT ha evidenziato che le esenzioni previste dal CBER sono state formulate assai prima che si sentisse parlare di queste innovazioni e ha sottolineato che, di conseguenza, i possibili effetti anticoncorrenziali dell'inclusione di queste soluzioni digitali negli accordi tra le compagnie dovrebbero costituire una parte importante della valutazione di tali accordi. Inoltre i metodi di definizione del mercato che si concentrano su modelli statici di concorrenza - ha evidenziato la federazione riferendosi evidentemente alle analisi della Commissione Europea sul mercato - «ignorano le limitazioni alla concorrenza determinate dalle forze dinamiche e reattive e dalle realtà empiriche in gioco nell'economia digitale». FEPORT chiede pertanto che, nella valutazione dei consorzi BER, l'attenzione venga spostata dai vincoli statici della concorrenza a quelli dinamici.
«La negazione dell'impatto dei sistemi Big Data e della Business Intelligence & Analytics sull'ambiente competitivo all'interno della catena logistica marittima durante la precedente revisione dei consorzi BER - ha denunciato il presidente di FEPORT, Gunther Bonz - ha aperto la porta a una disparità di condizioni. Gli strumenti attualmente in possesso della Commissione Europea per misurare, valutare e neutralizzare i comportamenti anticoncorrenziali sono stati formulati in un'epoca in cui i sistemi Big Data e BI&A erano ancora una visione futura. Questi strumenti sono lungi dall'essere sufficientemente adeguati ed efficaci per affrontare le preoccupazioni in materia di antitrust derivanti da queste evoluzioni. È giunto il momento di adattare gli strumenti. In caso contrario, la fiducia nella qualità della valutazione del CBER sarà seriamente e definitivamente compromessa. Ci auguriamo - ha concluso Bonz - che la Direzione Generale per la Concorrenza utilizzi tutti i mezzi e i metodi pertinenti che possano consentire di condurre un'adeguata revisione dei CBER. È necessario ripristinare la fiducia e le condizioni di parità all'interno della catena logistica marittima».