Nel 2022 il gruppo Fincantieri ha registrato ricavi record pari a 7,48 miliardi di euro, con un incremento del +8,3% sull'esercizio annuale precedente, di cui 5,95 miliardi di ricavi nel segmento delle costruzioni navali (+0,8%) - inclusi 4,06 miliardi nel settore delle navi da crociera (+3,3%) e 1,85 miliardi in quello delle navi militari (+7,3%) -, 751 milioni nel segmento offshore e navi speciali (+64,7%) e 1,66 miliardi nel segmento sistemi, componenti e servizi (+18,2%). L'EBITDA è risultato pari a 221 milioni di euro (-55,4% sul 2021), con un apporto di 272 milioni dal segmento Shipbuilding (-41,8%), di 22 milioni da quello Offshore e navi speciali (+120,0%) e un apporto di segno negativo per -28 milioni dal segmento Sistemi, componenti e servizi rispetto ad un EBITDA positivo per 61 milioni nel 2021. Fincantieri ha reso noto che l'EBITDA margin, escluse le attività passanti, è stato del 3,0% rispetto al 7,4% del 2021 e - ha spiegato Fincantieri - «sconta in particolare il peggioramento della marginalità attesa del business Infrastrutture, determinato a seguito di un'analisi aggiornata dei rischi effettuata da parte del nuovo management sulla base delle ulteriori informazioni acquisite nel corso del primo semestre 2022. La marginalità risente altresì dell'incremento dei costi delle materie prime e dell'energia, con quest'ultima che ha inciso in maniera rilevante sul risultato del quarto trimestre a seguito della revisione nella seconda metà dell'anno dei costi a vita intera delle commesse di costruzione navale del settore cruise. Le considerevoli spinte inflazionistiche del periodo hanno inoltre prodotto effetti negativi soprattutto sul mercato del lavoro e nella catena di approvvigionamento statunitensi. Si segnala, infine, la svalutazione dei lavori in corso effettuata per riflettere il rischio controparte di un armatore cruise, i rischi legati alla fase di esecuzione di alcune commesse ed extra costi dovuti alla revisione dei programmi di produzione. Questi - ha precisato l'azienda - sono stati solo in parte compensati dagli efficientamenti dei processi gestionali realizzati in Italia, frutto anche degli investimenti effettuati negli ultimi anni». Il risultato operativo 2022 del gruppo navalmeccanico italiano è stato di segno negativo e pari a -10 milioni di euro rispetto ad un utile operativo di 289 milioni nel 2021. Fincantieri ha chiuso il 2022 con una perdita netta di -324 milioni di euro rispetto ad un utile netto di 22 milioni nell'esercizio annuale precedente. L'azienda ha specificato che il risultato economico netto negativo sconta oneri estranei alla gestione ordinaria o non ricorrenti (-238 milioni rispetto a -90 milioni nel 2021) di cui 164 milioni di natura non monetaria (svalutazioni di avviamenti e di immobilizzazioni immateriali). Fincantieri ha chiarito che «la voce include svalutazioni di avviamenti rilevati sulle CGU Gruppo FMG e Vard Cruise a seguito dell'aggiornamento degli impairment test effettuati in presenza di indicatori di impairment, rappresentati principalmente dall'incremento dei tassi di interesse registrati nel periodo, e altre attività immateriali per complessivi euro 164 milioni, costi relativi ai contenziosi per danni da amianto per euro 52 milioni, oneri relativi a probabili rischi legati al mancato adempimento di obbligazioni per accordi di offset per euro 20 milioni e altri oneri legati ad attività non ricorrenti per euro 2 milioni. Nel 2021 la voce includeva i costi relativi ai contenziosi per danni da amianto per euro 55 milioni, gli oneri connessi agli impatti derivanti dalla diffusione del virus COVID-19 per euro 30 milioni e altri oneri legati ad attività non ricorrenti per euro 5 milioni». «Il 2022 - ha commentato l'amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero - è stato un anno di transizione in cui la nostra performance è stata condizionata da una serie di partite non ricorrenti anche collegate alle code degli effetti del Covid-19 sulla supply chain ed agli effetti inflattivi generati dal conflitto ucraino. Questi fenomeni hanno portato il nuovo management ad effettuare una revisione strategica delle principali commesse. Inoltre, a fine 2022 il gruppo ha concluso la definizione del nuovo piano industriale 2023-2027 che prevede una concentrazione sulla disciplina finanziaria e sul risk management oltre ad una focalizzazione sulla modernizzazione dei cantieri e sulla leadership tecnologica sulla nave digitale e verde». Riferendosi alle prospettive future, Folgiero ha evidenziato che «con un settore crocieristico in ripresa verso valori pre-Covid e un aumento degli investimenti previsto sia nel comparto della Difesa che in quello delle energie rinnovabili, il nostro gruppo è molto ben posizionato per cogliere tutte le opportunità che il prossimo futuro riserva. Tale dinamica è dimostrata anche dal livello delle acquisizioni commerciali che nel 2022 hanno raggiunto un livello molto superiore al precedente esercizio». Lo scorso anno, infatti, i nuovi ordini acquisiti da Fincantieri hanno raggiunto un valore di 5,33 miliardi di euro, con un deciso incremento del +59,4% sul 2021, di cui 3,40 miliardi nel segmento Shipbuilding (+87,1%), 837 milioni in quello Offshore e navi speciali (+64,8%) e 1,51 miliardi nel segmento Sistemi, componenti e servizi (+6,4%). Al 31 dicembre scorso il valore del portafoglio ordini si è attestato a 34,59 miliardi di euro (-4,8%), di cui 28,16 miliardi per il segmento Shipbuilding (-7,4%) e 2,00 miliardi per il segmento Offshore e navi speciali (+21,9%). L'azienda ha reso noto che, «al netto di un ulteriore possibile deterioramento dello scenario macroeconomico e di ulteriori ripercussioni operative e finanziarie, in particolare per il settore cruise, attribuibili al conflitto russo-ucraino e al perdurare degli squilibri indotti dalla pandemia, Fincantieri si attende per il 2023, di mantenere il pieno regime produttivo che consentirà un livello di ricavi sostanzialmente in linea con il 2022, con un miglioramento della marginalità a valori che si attestano intorno il 5%».
|