Per quanto negli ultimi anni il settore del trasporto marittimo
containerizzato mostri assai più facilità rispetto ai
primi decenni di vita di questo segmento dello shipping nel
modificare la propria rete di rotte marittime al fine di adeguarla
alle circostanze, tuttavia anche oggi modifiche sostanziali alla
struttura del network dei primari servizi marittimi di linea
richiedono settimane, se non mesi. Quindi sinora non hanno avuto
esito i migliori sforzi da parte dell'Autorità del Canale di
Suez per invogliare le principali compagnie di navigazione
containerizzate mondiali a riportare le proprie navi sulla rotta che
attraversa il canale egiziano, dopo che la gran parte dei vettori di
questo e degli altri settori del trasporto marittimo l'hanno
abbandonata a seguito degli attacchi condotti dalla fine del 2023
dai ribelli yemeniti Houthi contro le unità navali in
transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden.
Il doveroso e notevole impegno profuso dalla Suez Canal
Authority per convincere i carrier oceanici a reindirizzare i propri
servizi attraverso il canale di Suez non ha avuto ancora un
risultato positivo nonostante nelle ultime settimane gli attacchi
degli sciiti Houthi siano terminati dopo il cessate il fuoco nella
Striscia di Gaza. Gli attacchi erano motivati dalla solidarietà
con la causa palestinese e nei giorni scorsi gli Houthi hanno
annunciato sarebbero stati ora condotti solo contro navi di
proprietà, controllate od operate da entità israeliane
e contro unità dirette ai porti israeliani. Annuncio analogo
a quelli ripetuti nei primi mesi della crisi quando già
allora, però, gli attacchi venivano indirizzati anche contro
navi non direttamente o indirettamente collegabili con Israele.
L'Autorità del Canale ce l'ha messa tutta per convincere
i vettori oceanici a riprendere in considerazione la rotta
attraverso Suez e lo sta continuando a fare, come avvenuto ieri nel
corso di un incontro che il presidente della Suez Canal Authority,
Osama Rabie, ha avuto con 23 rappresentanti di operatori marittimi
nazionali e internazionali nel corso del quale ha evidenziato che la
situazione nel Mar Rosso registra molteplici segnali positivi e - ha
sottolineato - le condizioni sono mature per un graduale ritorno del
traffico marittimo nella regione. Inoltre, Rabie ha specificato che
l'Autorità è pronta a sostenere il ritorno delle navi
nel canale anche attraverso flessibili politiche tariffarie per
ciascuna tipologia di navi, come avveniva prima della crisi, e
introducendo programmi di sconti.
Una sollecitazione che gli intervenuti hanno accolto. Tuttavia,
stando alle loro dichiarazioni, non sembrano pronti a recepirla
immediatamente. Apprezzamento per l'impegno dell'authority egiziana
per lo sviluppo del canale e per il sostegno ai servizi marittimi
che lo attraversano è stato espresso, tra gli altri, da Bahaa
Badr, presidente della Arabian Gulf Marine Trading Co. Shipping
Agency, l'agenzia marittima egiziana che rappresenta la compagnia di
navigazione taiwanese Evergreen, da Ehab Banan, presidente della
rappresentanza al Cairo dell'agenzia marittima e società di
intermediazione e consulenza londinese Clarkson Shipping Agency, da
Hany ElNady dell'agenzia marittima Maersk Egypt Shipping Agency,
rappresentante del gruppo armatoriale Maersk per la regione del
Medio Oriente e del Nord Africa, da Mohammed Badawi, amministratore
delegato dell'agenzia marittima Gulf Agency Company Egypt (GAC
Egypt), da Tariq Zaghloul, amministratore delegato del CMA CGM Egypt
& Sudan Cluster, rappresentanza regionale del gruppo armatoriale
CMA CGM, da Ehab Fathy in rappresentanza del gruppo armatoriale MSC,
e da altri esponenti del mondo dello shipping, incluso Mamdouh Taha,
amministratore delegato della COSCO Shipping Lines (Egypt),
l'agenzia marittima egiziana del gruppo armatoriale cinese COSCO.
Tutti i convenuti si sono dichiarati pronti ad avvalersi
nuovamente del canale e dei servizi della Suez Canal Authority.
Tuttavia, i rappresentanti delle compagnie di navigazione
containerizzate hanno specificato che si è ancora in attesa
di una conferma del perdurare della condizione di stabilità e
normalità nella regione del Mar Rosso prima di riorganizzare
le linee marittime per riportarle attraverso il canale di Suez. Un
ritorno alla configurazione precedente del network di rotte che,
quindi, non è dietro l'angolo.
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