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Scappare da Genova? Per noi è stata una fortuna. Lo hanno
ribadito oggi Costanza Musso, amministratrice delegata di MA Grendi
dal 1828, e Antonio Musso, amministratore delegato di Grendi
Trasporti Marittimi, riferendosi a quando il gruppo Grendi era stato
costretto ad abbandonare il porto del capoluogo ligure essendo
giunta a scadenza la sua concessione sulle aree di Ponte Libia
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del
14
giugno 2011). Andarsene dal porto di Genova - ha affermato
Costanza Musso con un filo di commozione - è avvenuto senza
gioia. Ma certo non è avvenuto senza attriti con altri
operatori locali e con i vertici dell'allora Autorità
Portuale, come esplicitamente sottinteso dalla combattiva manager
del gruppo Grendi a pochi giorni dal trasloco
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del
13
e
13
giugno 2011). Un trasloco che è avvenuto in due giorni: da
sabato mattina - ha ricordato Costanza Musso - a domenica sera, per
trasferire l'attività da una realtà, quella genovese,
che - ha osservato - è «molto complicata» a Vado
Ligure dove «siamo stati accolti benissimo». Poi però
- ha aggiunto riferendosi alla nuova piattaforma per i container
realizzata nello scalo savonese - è entrata Maersk e sono
subentrati diversi progetti. Quindi - ha concluso - abbiamo avuto
l'opportunità di Marina di Carrara.
Un'opportunità che il gruppo Grendi ha saputo cogliere e
sfruttare, stando ai numeri presentati oggi. Il fatturato, in
costante crescita dal 2016 che - ha precisato Antonio Musso - è
stato l'anno di svolta quando è stato effettuato lo
spostamento delle operazioni terminalistiche al porto di Marina di
Carrara, nel 2024 è ammontato a 117,6 milioni di euro, con un
aumento del +20% sul 2023, di cui 81,3 milioni apportati dalla sola
Grendi Trasporti Marittimi (+26%) e 38,4 milioni da MA Grendi dal
1828 (+5%). Una crescita supportata dall'incremento degli
investimenti passati da 19 milioni nel triennio 2021-2023 ai 36,5
milioni di euro programmati nel triennio 2024-2026 di cui 14 milioni
già realizzati nel corso del 2024. Oltre alle cifre
economiche, la crescita è avvenuta anche sul fronte
dell'occupazione, con un personale alle dirette dipendenze del
gruppo che nel 2024 è salito a 236 unità, con un
rialzo del +40% sull'anno precedente.
Un trend positivo che nel 2024 ha trovato una battuta d'arresto
quanto a volumi di carichi containerizzati trasportati dalla flotta,
risultati pari a 85.667 teu (-3,8%), mentre è ripresa la
crescita dei rotabili imbarcati sulle navi con un totale di 50.939
mezzi (+5,0%, con un +1,7% dei metri lineari di rotabili
trasportati) nonostante la diminuzione di 18 viaggi nave rispetto al
2023 (-7%).
Una tendenza positiva che il gruppo intende consolidare nel 2025
con diverse iniziative, prima fra tutte il rilancio del porto
container di Cagliari dove Grendi opera con il container terminal al
Porto Canale della propria filiale Mediterranean Intermodal Terminal
Operator (MITO) che, nel traffico lo-lo, ha chiuso il 2024 con
150.162 container teu movimentati (+176%), con 112 navi operate
(+100%) e con una produttività lorda delle gru di banchina di
34 movimenti/ora. Un trend che Grendi conta di supportare con
incrementi dell'attività e dei volumi con il Nord Africa, in
particolare con l'Algeria. Una crescita - è stato reso noto
oggi - che comporterà un ulteriore trasferimento delle
attività ancora svolte a Genova, da cui nei prossimi giorni
le operazioni di gestione operativa dei trasporti terrestri verranno
spostate a Marina di Carrara dove è pronto un nuovo ufficio
di 200 metri quadri, anche se nel capoluogo ligure - ha precisato
Costanza Musso - rimangono l'amministrazione e le risorse umane ma
anche la “testa” dei trasporti.
Prospettive per il 2025 che, tuttavia, si confronteranno con la
sfida delle spese: l'anno - ha spiegato Antonio Musso - si delinea
pesante per l'incremento dei costi a partire da quelli delle accise
sui carburanti che impattano su trasporto terrestre, dai nuovi
contratti dei porti e della logistica che prevedono incrementi
importanti (atteso un aumento del +8/10% su un triennio), dagli
aumenti Istat (+1,8%) e delle tariffe autostradali (+1,8%) nonché
delle tariffe per autotrazione (+3%). Inoltre - ha aggiunto - la
parte marittima sta vivendo una fase importante per l'introduzione
della normativa europea ETS per la decarbonizzazione dello shipping
che oggi è applicata al 70% relativamente ai consumi di fuel
rispetto al 40% nel 2024. A cui si aggiungerà l'effetto, a
partire dal prossimo primo maggio, dell'area SECA del Mediterraneo
per il controllo delle emissioni di zolfo del trasporto marittimo.
Tra i progetti in corso per il 2025 c'è anche l'aumento
della capacità di trasporto marittimo su linea regolare
nazionale attraverso la sostituzione di una delle tre navi della
flotta e la prosecuzione dello sviluppo dei servizi marittimi
internazionali e feeder.