
La Panama Ports Company (PPC), la società del del gruppo
CK Hutchison di Hong Kong che gestisce i porti panamensi di
Cristobal e Balboa, ha violato i termini del contratto di
concessione dei due scali portuali e deve almeno oltre 300 milioni
di dollari alla Repubblica di Panama. Lo sostiene il revisore
generale dei conti panamense, Anel Flores, che ha accusato la
società di distorcere i dati e ha annunciato la presentazione
di accuse penali nei confronti dei suoi dirigenti nonché dei
funzionari pubblici, in primis quelli della Autorità
Marittima di Panama, che hanno sottoscritto il rinnovo della
concessione con PPC.
A ridosso del reinsediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e
delle intenzioni manifestate dal nuovo presidente statunitense di
riappropriarsi del canale di Panama, sottraendolo - a suo dire - al
controllo della Cina, la Contraloría General de la República
de Panamá aveva avviato un'indagine finanziaria sulla Panama
Ports Company
(
del 27
gennaio 2025). Nelle scorse ore Flores ha presentato l'esito
dell'indagine che rivelerebbe violazioni contrattuali che avrebbero
consentito di non versare più di 300 milioni di dollari nelle
casse dello Stato.
Il revisore generale dei conti ha spiegato che, in base al primo
contratto di concessione sottoscritto nel 1997, lo Stato riceveva
una percentuale degli utili della società, che aumentavano
ogni anno, raggiungendo i 27 milioni di dollari nel 2002. Flores ha
spiegato che nel 2002 il contratto è stato modificato in modo
che Panama ricevesse il 10% degli utili netti invece del 10% degli
utili lordi, variazione in base alla quale gli introiti per lo Stato
sono scesi dai 27 milioni del 2002 a 1,3 milioni di dollari nel
2003. Flores ha denunciato che, se fossero stati mantenuti
inalterati i termini del primo contratto, Panama avrebbe dovuto
ricevere 1,34 miliardi di dollari durante il periodo di concessione,
mentre ne ha ricevuto solo 483 milioni con una perdita per la
Repubblica di Panama nel periodo di 853 milioni di dollari. Flores
ha affermato che altre perdite economiche per lo Stato sono state
causate dalla concessione all'azienda di esenzioni fiscali e dalla
mancata riscossione di canoni e sono ammontate ad altri 350 milioni
di dollari. Ciò - ha evidenziato - a fronte di un aumento del
traffico dei container movimentati nei due porti e a fronte di un
utile dichiarato dall'azienda che rimane praticamente invariato.