
Non sono stati fatti decisivi passi avanti nella definizione
della strategia mondiale per decarbonizzate il settore dello
shipping in occasione della riunione dell'Intersessional Working
Group on Reduction of GHG Emissions from Ships (ISWG-GHG)
dell'International Maritime Organization (IMO) che si è
svolta questa settimana a Londra. Tuttavia l'organizzazione
armatoriale internazionale International Chamber of Shipping (ICS)
ritiene che dei progressi siano stati compiuti e che ciò
faccia ben sperare per un esito positivo della prossima riunione del
Marine Environment Protection Committee (MEPC) dell'IMO in programma
dal 7 all'11 aprile prossimi. Ciò non toglie che, secondo
l'ICS, prima di quella riunione debbano essere realizzati ulteriori
rapidi passi avanti.
«Se l'ICS è ampiamente soddisfatta dei progressi
compiuti circa un nuovo risolutivo pacchetto di regolamenti globali
sulla riduzione delle emissioni di gas serra, tra cui un meccanismo
di determinazione del prezzo delle emissioni di gas serra - ha
spiegato oggi il segretario generale dell'ICS, Guy Platten - rimane
ancora molto lavoro da fare con urgenza. Tuttavia, nonostante le
divergenze su molte questioni - ha precisato - è
incoraggiante che i negoziati proseguano con uno spirito positivo e
cooperativo». Platten si è detto fiducioso che nelle
prossime sei settimane gli Stati membri dell'IMO possano raggiungere
un accordo per approvare quelli che l'industria dello shipping
ritiene siano emendamenti essenziali alla Convenzione MARPOL per la
prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi al fine di
permettere un'efficace strategia di decarbonizzazione del settore.
Se questa settimana non sono stati compiuti significativi passi
avanti per un accordo finale su una imposta universale sulle
emissioni di gas serra delle navi, che - secondo l'industria dello
shipping - rappresenta il meccanismo cruciale per la
decarbonizzazione del settore, tuttavia l'ICS ritiene incoraggiante
che circa tre quarti degli Stati dell'IMO sostengano il sistema di
contribuzione sostenuto da oltre 50 governi oltre che dall'ICS
(inforMARE del 9
gennaio e 14
febbraio 2025). Anche se - ha evidenziato l'associazione
armatoriale - «le preoccupazioni sollevate da una minoranza
significativa, tra cui Cina e Brasile, devono essere affrontate in
modo semplice e pragmatico per creare un consenso globale».
Per l'ICS, un altro rilevante risultato positivo è
l'ampio consenso manifestato dai governi per l'istituzione di un
Fondo IMO per la decarbonizzazione del trasporto marittimo, proposta
che è stata più volte avanzata dalla stessa
International Chamber of Shipping.. «È stato anche
generalmente concordato - ha osservato l'ICS - che questo Fondo IMO,
che dovrebbe generare miliardi di dollari all'anno dalle imposte per
le emissioni di gas serra delle navi, dovrebbe essere utilizzato per
fornire premi economici ai first movers e alle navi che utilizzano
carburanti a zero emissioni o prossime allo zero, come metanolo
verde, biometano, ammoniaca verde e biocarburanti sostenibili.
Questi incentivi - ha rilevato l'associazione - sono fondamentali
per ridurre il divario di costo con i carburanti marini
convenzionali e promuovere la produzione e l'uso dei nuovi
carburanti».
Inoltre l'ICS ritiene positivo che, se sono ancora irrisolti
dettagli importanti relativi allo standard proposto dell'intensità
delle emissioni di gas serra dei carburanti, sia ancora sul tavolo
la proposta avanzata dalla stessa ICS dell'introduzione di una
soprattassa sui gas serra da applicarsi alle navi che non sono in
grado di conformarsi alle norme a causa di ostacoli alla
disponibilità di carburante. «Abbiamo riscontrato un
ampio sostegno - ha spiegato l'ICS a tal proposito - da parte dei
Paesi in via di sviluppo per questo approccio più semplice e
trasparente rispetto ad un sistema eccessivamente complesso che
richiede alle navi di scambiare unità di conformità
con prezzi imprevedibili e volatili». Per l'ICS, «un
altro problema chiave per gli armatori è se sarà
consentita la conformità condivisa con altre compagnie di
navigazione in considerazione della prevista limitata disponibilità
di carburanti navali conformi».