In vista della prossima cruciale riunione dell'Intersessional
Working Group on Reduction of Greenhouse Gas (GHG) Emissions from
Ships (ISWG-GHG) dell'International Maritime Organization (IMO), che
si terrà dal 17 al 21 febbraio prossimi, 47 governi, la
Commissione Europea e l'associazione armatoriale internazionale
International Chamber of Shipping (ICS) hanno definito una proposta
congiunta per introdurre emendamenti alla Convenzione MARPOL per la
prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi che prevede
l'istituzione da parte dell'IMO del fondo IMO GHG Strategy
Implementation Fund che avrebbe il compito, tra gli altri, di
amministrare il meccanismo di tariffazione delle emissioni di gas
serra prodotte dal settore marittimo basato sul contribuito annuale
delle navi per tonnellata di gas serra emessa.
L'ICS ha spiegato che se i relativi regolamenti venissero
approvati il prossimo aprile dagli Stati membri dell'IMO, il
meccanismo di fissazione del prezzo delle emissioni di gas serra
dello shipping potrebbe entrare in vigore all'inizio del 2027. Da
quella data le compagnie di navigazione che operano viaggi
internazionali dovrebbero obbligatoriamente versare una tassa per
tonnellata di CO2 equivalente emessa al nuovo fondo IMO, imposta che
- secondo i promotori della proposta - avrà lo scopo di
ridurre il divario di costo tra i carburanti navali verdi a zero o
quasi zero emissioni di gas serra e i combustibili navali
convenzionali. In particolare, le somme così raccolte
dovrebbero essere utilizzate per premiare la produzione e l'uso di
carburanti marittimi verdi e per sostenere gli sforzi di riduzione
dei gas serra prodotti dal settore marittimo da parte dei Paesi in
via di sviluppo. La riscossione di questa tassa annuale avverrebbe a
partire dal 2028.
L'entità della tassa, tuttavia, non è stata ancora
concordata, ma si prevede sarà compresa tra 60 e 300 dollari
per tonnellata di fuel oil marino consumato, range che dipende dalla
quota di compensazione che verrà concordata per l'uso di
carburanti verdi e dall'ammontare del ricavato che dovrà
essere destinato annualmente a supporto delle nazioni in via di
sviluppo.
«Il testo congiunto proposto da questa ampia coalizione -
ha sottolineato il segretario generale dell'ICS, Guy Platten - è
una soluzione pragmatica e il modo più efficace per
incentivare una rapida transizione energetica nello shipping al fine
di raggiungere l'obiettivo concordato dall'IMO di emissioni nette
pari a zero entro o attorno al 2050. Siamo molto lieti che un gruppo
così ampio e diversificato di nazioni ora sostenga fermamente
un approccio comune alla tassazione del carbonio marittimo. Questo
testo congiunto proposto è stato duramente combattuto e - ha
evidenziato Platten - si basa ampiamente su idee che l'ICS ha
sostenuto negli ultimi dieci anni».
Attualmente la proposta è sostenuta dai governi di
Austria, Bahamas, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca,
Estonia, Figi, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia,
Irlanda, Isole Marshall, Isole Salomone, Italia, Giamaica, Giappone,
Kenya, Lettonia, Liberia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Montenegro,
Nigeria, Paesi Bassi, Palau, Panama, Polonia, Portogallo, Regno
Unito, Repubblica Ceca, Repubblica di Corea, Romania, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Svezia, Seychelles, Tonga, Tuvalu, Ucraina,
Ungheria e Vanuatu nonché dalla Commissione Europea e
dall'International Chamber of Shipping.
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