
Intercargo e Intertanko, le associazioni internazionali che
rappresentano armatori che operano rispettivamente flotte di navi
portarinfuse e di navi cisterna, hanno accolto con qualche
preoccupazione l'accordo sulla decarbonizzazione del settore del
trasporto marittimo raggiunto venerdì dal MEPC
dell'International Maritime Organization
(
dell'
11
aprile 2025).
Più allarmata è Intercargo: il segretario generale
dell'associazione, Kostas Gkonis, ha spiegato che «Intercargo
è preoccupata per la complessità della misura adottata
dall'IMO, ignorando le richieste di un approccio semplice, pratico e
quindi prevedibile, applicabile ed efficace». Gkonis ha
sottolineato che tuttavia, «nonostante queste sfide, la nostra
associazione rimane impegnata a sostenere il processo dell'IMO e la
sua attuazione. Faremo ogni sforzo per aiutare il settore a
progredire verso la transizione equa e concreta necessaria per il
trasporto marittimo internazionale e il settore delle rinfuse
secche».
Per Intertanko, ora che la bozza del quadro
normativo è stata definita, «l'attenzione - ha rilevato
il senior technical manager dell'associazione, KC Wong- deve
concentrarsi sul lavoro cruciale di implementazione. Resta ancora -
ha osservato Wong - da sviluppare e modificare un lungo elenco di
linee guida per l'attuazione della bozza del quadro normativo, a
sottolineare la portata e la complessità di ciò che ci
aspetta. È essenziale che le future discussioni sulle linee
guida per l'implementazione prendano in considerazione e riconoscano
il ruolo cruciale dell'industria nel raggiungimento delle auspicate
riduzioni di gas serra».
L'amministratore delegato di
Intertanko, Tim Wilkins, ha criticato le modalità con cui si
è giunti all'accordo: «con una mossa insolita - ha
spiegato - le organizzazioni non governative, tra cui Intertanko,
sono state escluse da gran parte delle discussioni a porte chiuse
sui percorsi di riduzione delle emissioni. Ciò ha ignorato il
contributo vitale che l'industria apporta al processo normativo
producendo analisi e informazioni tecniche, pratiche e concrete. Il
tradizionale processo normativo dell'IMO deve ora riprendere e - ha
evidenziato Wilkins - il contributo dell'industria deve essere preso
in considerazione nei futuri colloqui diplomatici».