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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 1/2000 - GENNAIO 2000 |
Trasporto intermodale
Il sistema ferroviario intermodale australiano: un potenziale
da utilizzare meglio
Allorquando - nel 1901 - gli stati dell'Australia si riunirono
in una federazione, addivenendo per la prima volta ad un governo
nazionale unico, il paese dovette far fronte al non allettante
compito di mettere insieme una serie di amministrazioni indipendenti
e spesso notevolmente diverse. Dal punto di vista trasportistico,
in nessun altro caso ciò si è rivelato più
vero che nell'ambito dei sistemi ferroviari; qualcuno, anzi, potrebbe
sostenere che quasi cent'anni sono trascorsi senza che si siano
registrati effettivi progressi.
Mentre gli altri paesi sviluppati (e molti del terzo mondo) hanno
lavorato al fine di far sì che le proprie ferrovie divenissero
efficienti collegamenti nel contesto della catena di trasporto
intermodale, l'Australia continua a lottare con le vestigia di
una rete così frammentata che solamente nel 1996 si è
potuto finalmente convertire agli standard nazionali fondamentali
la linea tra due capitali di stati vicini. Persino adesso, importanti
zone del Victoria e del South Australia presentano scartamenti
ferroviari più ampi, mentre il Queensland, la Tasmania
ed il Western Australia dispongono di scartamento ridotto; il
New South Wales e le principali linee interstatali, infine, sono
attrezzati con scartamento standard. Si tratta di un buon punto
di partenza per capire quale handicap si trova a dover affrontare
la nuova generazione di proprietari, operatori, clienti e pianificatori
di trasporto che ora lottano per realizzare "il rinascimento
ferroviario" australiano.
Ciò che rende perplessi i non addetti al settore - e fa
infuriare invece gli addetti - è che nessuno dei suddetti
difetti è venuto alla luce improvvisamente. Decine e decine
di importanti studi - quattro negli ultimi due anni - hanno esposto
con imbarazzante dovizia di particolari tutta una gamma di problemi
apparentemente endemici, molti dei quali ripetutamente già
individuati negli scorsi decenni. Sembrerebbe quasi che governi
"responsabili" si siano limitati a puntare il dito l'un
l'altro ovvero nei confronti dei propri predecessori, oppure che
abbiano preso sottogamba i problemi del settore.
I due rapporti più recenti, elaborati il primo su incarico
del governo dalla RTP (Rail Project Taskforce), controllata dal
settore privato, ed il secondo dalla Commissione sulla Produttività,
controllata dal governo, hanno raggiunto conclusioni simili e
questa non è una sorpresa. I titoli dei capitoli del primo
documento, sulla Rivitalizzazione Ferroviaria, riassumono i concetti:
- la carenza di una strategia trasportistica nazionale integrata
- scartamento ferroviario nazionale sotto standard
- un ambiente di investimento distorto
- procedure governative di sviluppo dei progetti di scarso aiuto
- sleali vantaggi concorrenziali per il governo
- standard e regolamenti contraddittori
Per il settore marittimo i problemi sono evidenti, anche se affrontati
in maniera delicata. La questione cruciale è quella al
secondo punto sopra accennato, e cioè lo scartamento ferroviario
nazionale sotto standard.
Come l'Australian Rail Track Corporation (costituita dal governo
federale al fine di gestire le infrastrutture interstatali nazionali)
ha detto alla RTP, "la carenza di investimenti in infrastrutture,
per qualsivoglia ragione, ha comportato effetti negativi sulla
capacità delle ferrovie di offrire un livello di servizio
decente. Al contrario, la strada ha conosciuto livelli di investimento
notevolmente più alti, che - unitamente ai risultati di
produttività ottenuti mediante la ricerca e lo sviluppo
relativi alle strade - hanno condotto a livelli di servizio più
elevati e disponibili a costi inferiori. Non sorprende, perciò,
che negli ultimi anni la strada abbia guadagnato posizioni in
maniera rilevante rispetto alle ferrovie per quanto attiene al
tasso di utilizzazione".
L'operatore ferroviario privato Toll Group è ugualmente
drastico: "Non vi è dubbio che le linee intestatali
abbiano bisogno di investimenti al fine di diventare accettabili
e di addivenire a standard operativi coerenti. Si dovrebbe mirare
a quei finanziamenti che consentano di eseguire i lavori necessari
ad assicurare i maggiori vantaggi nel minor tempo possibile, in
particolare per quanto attiene all'eliminazione delle limitazioni
di velocità ed alla costruzione e/o ampliamento dei passanti
ferroviari".
La Toll ed altri parlano di impedimenti fondamentali all'efficienza
intermodale. I treni a doppio strato non possono essere effettuati
- ad esempio - da Melbourne ad Adelaide, né da Melbourne
A Sydney, né da Sydney a Brisbane, il che riduce significativamente
l'efficacia e l'attrattiva delle connessioni ferroviarie dotate
delle maggiori potenzialità intermodali. La National Rail,
operatore della rete SeaTrain, che costituisce il principale vettore
di containers internazionali, ha quantificato le cosiddette limitazioni
di velocità "temporanee" (normalmente a 25 km/h
o ancor meno a causa della mancanza di fondi per la manutenzione
ordinaria dei binari) nel 27,4% per lo stato di Victoria, nel
6,4% per lo stato del Western Australia, nel 4,1% per lo stato
del South Australia e nello 0,8% per il New South Wales.
La Austrac ha dichiarato alla RTP che la linea primaria Sydney-Melbourne
"sicuramente il corridoio di trasporto più attrezzato
dell'intero paese, presenta sezioni carenti di segnalazioni complete,
passanti ferroviari inadeguati, allineamenti risalenti al secolo
scorso, ponti che richiedono revisioni urgenti e limitazioni di
carico, il che comporta una notevole diminuzione della attuabilità
economica".
Nel complesso, la RTP e gli altri gruppi di lavoro hanno stabilito
che il governo ha necessità di spendere 3 miliardi di dollari
australiani (pari a 1,9 miliardi di dollari USA) nei prossimi
10 anni al fine di far sì a malapena che il settore ferroviario
australiano non diventi "irrilevante". Le attuali commesse
federali ammontano a soli 250 milioni di dollari australiani (159,3
milioni di dollari USA) per i prossimi quattro anni, segnatamente
mirate a zone di grande interesse ma che difficilmente potranno
davvero risolvere i problemi accennati.
Non sorprende per nulla, quindi, che il settore stia digrignando
i denti nei confronti della spinta propulsiva attualmente data
all'ultima versione del nebuloso sogno ferroviario della linea
Darwin/Alice Springs, per la quale si parla di quasi 550 milioni
di dollari australiani finanziati con le tasse dei contribuenti.
Al momento dell'annuncio, il ministro federale dei trasporti John
Anderson aveva dichiarato che "l'accordo" avrebbe incoraggiato
altri progetti di compartecipazioni su più livelli come
la linea ferroviaria merci dedicata all'attraversamento di Sydney.
Lo scoppio si potrebbe sentire da lontano e ben forte.
Le proposte relative ad un collegamento ferroviario transcontinentale
australiano girano sino dai primi del '900. Solamente negli ultimi
due anni, peraltro, tale concetto è sembrato essere vicino
alla realizzazione ed adesso esistono due progetti abbastanza
diversi in via di sviluppo: uno che collega Alice Springs con
Darwin attraverso il centro dell'Australia; l'altro collega Melbourne
con Darwin, seguendo una direttrice interna per lo più
lungo la Costa Orientale.
In effetti, l'Atto di Accoglimento del Northern Territory del
1910 stabiliva che, nell'ambito dell'accordo con cui il South
Australia accoglieva il Northern Territory, il Commonwealth dovesse
"costruire o promuovere la costruzione" di una ferrovia
transcontinentale da Adelaide a Darwin. Come la Rail Projects
Taskforce faceva seccamente notare nel proprio rapporto sulla
Rivitalizzazione Ferroviaria all'inizio di quest'anno, la legge
non specificava alcun termine.
Così, dopo un secolo di sogni, il collegamento ferroviario
nord-sud delle origini è ora sulla via di divenire realtà.
Alla fine dello scorso mese di ottobre, il Northern Territory,
il South Australia ed il governo federale hanno inaspettatamente
concordato di coprire il notevole buco finanziario di 200 milioni
dollari australiani (127,5 milioni di dollari USA), malgrado avessero
tutti quanti proclamato in precedenza che i loro contributi di
100 milioni di dollari australiani (63,7 milioni di dollari USA)
ciascuno non sarebbero stati aumentati. L'inizio dei lavori è
ora in programma per il prossimo mese di maggio sulla base del
progetto stimato in 1,2 miliardi di dollari australiani (0,76
miliardi di dollari USA), relativo ad una linea di 1.410 km dal
porto ad acque profonde di Darwin ad Alice Springs nell'Australia
centrale, che andrà a completare il collegamento con Adelaide.
L'attuale proposta viene gestita dalla AARC (Austral/Asia Railway
Corporation), costituita dai governi del South Australia e del
Northern Territory essenzialmente al fine di ricercare un coinvolgimento
del settore privato nel progetto. La AARC si è messa alla
ricerca di impegni internazionali nel 1997 e ha ricevuto oltre
30 espressioni di interesse, dopo di che ha invitato alla gara
di appalto tre consorzi. All'inizio del 1999, è stato dichiarato
vincitore lo APTC (Asia Pacific Transport Consortium) in qualità
di sviluppatore/operatore del progetto.
Lo APTC in origine comprendeva la Brown and Root, che possiede
la Kinhill (ingegneria e costruzioni), la Genesee & Wyoming
(operatore ferroviario), la Barclay Mowlem (manutenzione e costruzioni
ferroviarie), la John Holland (manutenzione e costruzioni ferroviarie),
la Macmahon Holdings (costruzioni edili), la MPG Logistics (gestione
logistica) e - segnatamente - la Hutchison Port Holdings (che
è il partecipante di riferimento). La Hutchison, tuttavia,
è stata svelta a prendere le distanze dalla partecipazione
diretta e - a detta dello APTC - ha ora "costituito un'associazione
esclusiva con l'Asia Pacific" allo scopo di adeguare la propria
attività portuale internazionale alle proposte del consorzio
per lo sviluppo del porto di Darwin.
L'offerta vincente del gruppo è stata di soli circa 730
milioni di dollari australiani (465 milioni di dollari USA), il
che comporta un divario di finanziamento che (al momento dell'appalto)
sembrava improbabile che venisse colmato dato che il vuoto ferroviario
riguarda metà del continente. Il problema inerente alla
ferrovia Alice Springs/Darwin consiste nel fatto che tutti quanti
gli studi sono arrivati alla medesima conclusione: i numeri sono
quelli che sono.
"Non è ancora apparsa alcuna proposta commercialmente
fattibile di costruzione di una ferrovia che non faccia sostanzialmente
affidamento su finanziamenti pubblici, concretamente sotto forma
di sovvenzioni non restituibili" ha dichiarato la commissione
governativa su Darwin nel 1995. "Fino a quando il progetto
non riuscirà a conseguire una proporzione costi/benefici
prossima o superiore ad uno (ad un tasso di sconto dell'8%), non
avrà senso economicamente andare avanti con il progetto.
La ferrovia, peraltro, diventerà probabilmente fattibile
in futuro. Quanto tempo ci vorrà perché abbia successo,
dipenderà in gran parte dalla crescita del trasporto merci".
I critici affermano che non si tratta tanto di una questione
di crescita del trasporto merci, quanto di esistenza del traffico
merci nella prima fase. Come ha detto il commentatore di un quotidiano,
è ovvio (sulla base della predisposizione del governo a
spendere più denaro dei contribuenti) che il trasporto
aereo e marittimo siano mezzi subalterni per la movimentazione
delle merci; infatti "è sbalorditivo che gli australiani
avviino tutte le esportazioni alla volta dell'Asia".
Parte integrante della concezione di ponte terrestre che sta
dietro alla linea nord-sud è l'espansione del porto di
Darwin, già in corso d'opera. Sono già stati spesi
91 milioni di dollari australiani (58 milioni di dollari USA)
in ordine alla prima fase del progetto East Arm, finalizzato all'aggiunta
di ormeggi multi-ruolo, mentre la seconda fase (per 100 milioni
di dollari australiani, pari a 63,7 milioni di dollari USA) dovrebbe
avere inizio quanto prima. Essa comprenderà "un'infrastruttura
contenitori automatizzata ed a elevata capacità, in grado
alla fine di movimentare sino a 500.000 TEU all'anno".
L'Autorità Portuale di Darwin afferma: "Con un sistema
trasportistico integrato secondo a nessuno, il trasporto marittimo
attraverso il Porto East Arm di Darwin comporterà un notevole
risparmio per gli esportatori e gli importatori". Essa ha
citato il confronto fra i tempi di viaggio in relazione ad un
trasporto Giacarta-Melbourne (10,4 giorni via mare, rispetto agli
appena otto giorni ottenuti mediante la combinazione tra l'East
Arm e "l'efficiente sistema trasportistico ferro-stradale")
ed a un trasporto Singapore-Melbourne (11,9 giorni via mare, rispetto
agli 8,9 giorni via Darwin, partendo dal presupposto di navi operanti
a 16 nodi e con un tempo medio di ponte terrestre pari a quattro
giorni).
Sfortunatamente, come fanno notare le linee di navigazione, i
caricatori e gli operatori ferroviari (tra cui, in via riservata,
almeno un membro dello APTC), questi "vantaggi" temporali
non sono esattamente stupefacenti. Navi più veloci di tre
nodi, ad esempio, eroderebbero quasi interamente i vantaggi in
termini di tempi di viaggio, per quanto la possibilità
di utilizzare catamarani per il trasporto merci ad alta velocità
con partenza da Darwin riporterebbe l'equazione al punto di partenza.
Treni ad alta velocità ed a doppio strato potrebbero essere
effettuati da Darwin ad Adelaide; peraltro, una volta arrivati
là, a causa degli attuali limiti della linea tra Adelaide
e Melbourne, i containers dovrebbero essere sdoppiati per la movimentazione
ovvero essere trasferiti su camion. "Ed io non voglio neanche
pensare all'eventualità di milioni di dollari di merce
che vanno in malora sotto il sole dell'entroterra su treni fermi
nel bel mezzo di chissà dove" ha dichiarato uno spedizioniere.
Peraltro, il nocciolo della questione che si trovano a dover
affrontare i "sognatori" è contenuto in un altro
dei commenti dello spedizioniere. "Da quello che sento, al
momento un box caricato a Melbourne, instradato per ferrovia alla
volta di Darwin via Adelaide ed Alice Springs, stivato a Darwin,
trasportato via mare a Singapore e qui scaricato, comporterebbe
una tariffa di circa 2.000 dollari australiani (1.275 dollari
USA) per TEU. Adesso ottengo che lo stesso box sia trasportato
via mare da Melbourne a Singapore per 600 dollari australiani
(382 dollari USA) tutto compreso. Perché dovrei complicarmi
la vita?".
(da: Containerisation International, dicembre 1999)
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